Mike Bongiorno: trafugata la bara

La salma di Mike Bongiorno, ospitata nella tomba di famiglia nel cimitero di Dagnente (piccola frazione di Arona, sul lago Maggiore), come da ultime volontà del conduttore, è stata trafugata.

Sull’episodio stanno indagando i carabinieri, ma per ora non si conoscono i particolari del furto e nessuno ha rivendicato il gesto.

Raidue: la nomina di Susanna Petruni a direttore accelerata dal ciclone Michele Santoro?

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La puntata di giovedì di Annozero, seguita da oltre 5 milioni di telespettatori (24,63% di share), secondo Libero non è piaciuta a Silvio Berlusconi che, a margine del consiglio dei ministri, si è detto amareggiato, disgustato e irritato, e nemmeno al settimo piano di viale Mazzini, tanto che, per gestire Michele Santoro, consiglieri e direzione generale sarebbero pronti ad accelerare il varo delle nomine.

Le nomine, che prevederebbero Franco Ferraro condirettore di Rai News e Pasquale D’Alessandro a Rai5, porterebbero il vicedirettore del Tg1 Susanna Petruni alla guida di Raidue al posto di Massimo Liofredi, considerato inadeguato a gestire Santoro. Sul quotidiano di oggi si legge:

Silvio Berlusconi – Ruby: cdr Tg1 e Aiart contro la gestione di Augusto Minzolini

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Il comitato di redazione del Tg1 ha scritto una nota molto dura contro Augusto Minzolini riguardo al modo con cui il direttore del telegiornale di Raiuno ha deciso di gestire la vicenda Silvio Berlusconi – Ruby:

Dopo la rievocazione del caso Leone, il sexy-gate di Clinton: si propongono accostamenti alla vicenda che coinvolge il presidente del Consiglio e si omettono gli elementi chiave dell’inchiesta che lo riguarda. Così non si fa informazione completa ed equilibrata, ma si usa il principale telegiornale del Paese per orientare i telespettatori. Il cdr chiede che una vicenda istituzionale così delicata sia finalmente trattata in modo completo, a garanzia di tutti i nostri telespettatori.

Anche il presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart, Luca borgomeo, è critico:

Miss Italia 2011, apre alla taglia 44, Benedetta Mazza:”E’ giusto che a un grande concorso di bellezza possano partecipare ragazze di ogni tipo”

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La decisione del patron di Miss Italia Patrizia Mirigliani di aprire il concorso alle ragazze con la taglia 44 a partire dall’edizione 2011 è stato molto apprezzato dal mondo dello spettacolo (fonte Asca).

Benedetta Mazza, quinta a Miss Italia 2008, che aveva ricevuto l’invito a mangiare meno perché più in carne delle altre, ha commentato:

[Sono contenta] per una decisione della quale sono stata in qualche modo una ”apripista’, un campione della taglia 44. E’ giusto che a un grande concorso di bellezza possano partecipare ragazze di ogni tipo. La taglia non può essere determinante, anche se è molto importante – è ovvio – vigilare sulla nostra salute e sulla forma fisica. Diverso è il caso di chi deve apparire, anzi lavorare in televisione dove si cercano figure femminili adatte a questo mezzo. Io sono felice di essere stata una miss e di essere stata accettata come sono in tv, nel programma L’eredità.

Soddisfatta anche l’attrice Eleonora Giorgi:

Tv aumenta rischio di infarto

Secondo alcuni ricercatori britannici, la televisione aumenta i rischi d’infarto. Basterebbero due ore di tv al giorno a portare il rischio di infarto al 125%, così dopo la televisione additata come causa di obesità nei bambini e grandi, e portatrice di problemi di coppia e a livello familiare, ora tesse anche le fila della morte per infarto.

I ricercatori inglesi che hanno pubblicato uno studio sul Journal of the American College of Cardiology, dal 2003 hanno seguito degli esami su 4.512 scozzesi che giornalmente riferivano quante ore passavano di fronte alla Tv o ad un dvd, giochi e pc, nell’arco dei 4 anni, 325 persone, tra quelle seguite, sono decedute e ben 215 per un infarto.

Fiorello: “Adesso c’è anche YouTube, che cambia tutto”

Lo Show Man Fiorello, in un articolo per la rivista Vita e pensiero (uscirà il prossimo 19 gennaio), anticipata dal quotidiano La Repubblica, parla di come vede la televisione italiana degli ultimi anni, di come è cambiata e come non riesce più ad essere innovatova e fresca e dice:

Bisogna riconoscerlo chiaramente. Abbiamo avuto successo con un programma e abbiamo paura di farne un altro che potrebbe andare male. So che è sbagliato, perché ci si dovrebbe mettere sempre in gioco; tuttavia, temo che anche se lo si volesse fare, sarebbe dura

Nell’articolo di Repubblica il mattatore siciliano parla anche del suo futuro ritorno in Rai e di alcuni progetti che erano in cantiere e che non sono mai andati a buon termine e dichiara:

Raitre, Mauro Masi: troppa informazione, va ridimensionata


Non finisce mai di stupire il direttore generale della Rai Mauro Masi il quale nell’intento di plasmare a propria immagine e somiglianza l’Azienda che dirige, si fa portavoce di intenti rinnovatori in un’intervista rilasciata a Il Giornale: “non sta più nè in cielo nè in terra che Raiuno è votata soprattutto all’intrattenimento, Raidue a una programmazione più giovanilista, Raitre detiene il monopolio esclusivo dell’approfondimento dell’informazione e culturale“. C’è bisogno d’aria nuova che soprattutto spiri nella direzione di chi vuole una Rai inquadrata su posizioni che gli facciano più comodo e così:”dobbiamo dare un grande segnale di cambiamento” a partire da “un programma di informazione in prima serata su Raiuno” e da “un grande salto di qualità dell’offerta Rai, anche in termini di pluralismo che in Rai, non in termini di forma ma di sostanza, latita“.

Il tanto criticato Mauro Masi, lo stesso che un referendum Usigrai ha sfiduciato a novembre e che di recente la Corte dei Conti ha accusato di aver procurato un danno erariale alla Rai stessa per delle buonuscite record, accusa di cui dovrà rispondere il 7 aprile, ha puntato il dito su Raitre: “E’ evidente– afferma Masi- che l’approfondimenrto lo fa in prevalenza Raitre e lo fa secondo i propri standard. Non entro nel merito politico, ma penso sia un grave errore gestionale lasciare che l’approfondimento informativo sia detenuto di fatto da una sola rete. Spesso in questa stagione abbiamo assistitoa programmi bilanciati sull’ospite politico ma totalmente sbilanciati su servizi ed esperti. Talk show che si vedono oggi in Rai non esistono in nessun paese del mondo“.

Digitale Terrestre, un dividendo assegnato ai soliti noti?

Il passaggio del sistema televisivo italiano dall’analogico al digitale, si arricchisce di una nuova e importante fase. L’Agcom sta infatti avviando le procedure per l’assegnazione delle frequenze del cosiddetto dividendo digitale esterno, ovvero quelle che si sono liberate proprio a seguito della trasmigrazione delle emittenti tv sul Dtt. Nel computo dovrebbero essere comprese anche quelle utilizzate dal ministero della Difesa. La gara, come già sostenuto in passato dal presidente Corrado Calabrò sarà:“in linea con quanto avviene in tutta Europa, la procedura pubblica sarà del tipo beauty contest” attraverso un’asta e relativa acquisizione da parte del miglior offerente. Per l’occasione il Governo prevede di incamerare qualcosa come 2,4 miliardi di euro, per questo motivo l’Autorità ha proposto che venga creato un Comitato di ministri con il compito di disciplinare la gara. Da considerare che mentre all’estero il passaggio al digitale terrestre è servito ai Governi per incamerare fior di quattrini dalla vendita delle frequenze, negli Stati Uniti 19 miliardi, in Germania 8, in Italia si è deciso di ricevere appena l’1% sul fatturato annuale contro il 4-5% di altri Paesi, proprio in un momento in cui la congiuntura economica suggerirebbe di sfruttare al massimo ogni fonte possibile di introito.

La messa all’incanto delle frequenze analogiche verrà gestita dal ministero dello Sviluppo economico, ma secondo la Legge di stabilità dello scorso dicembre entro 15 giorni dall’entrata in vigore l’Agcom deve avviare “le procedure per l’assegnazione di diritti d’uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda” e di “altre risorse eventualmente disponibili” quelle del ministero della Difesa appunto con “l’obiettivo di garantire ancora maggiore innovazione e concorrenza al settore delle comunicazioni elettroniche”. C’è da dire inoltre che l’Autorità sembra intenzionata a non garantire a tutti la possibilità di partecipare all’asta, all’art 6 del documento di consultazione pubblica che stabilisce le modalità di assegnazione del dividendo si parla chiaramente di soggetti “in possesso dell’autorizzazione generale di operatore di rete televisivo”, limitando di fatto il numero dei partecipanti ai soliti noti e non a qualche nuova “entità” intenzionata all’acquisto.

Dahlia Tv: cronaca di una fine annunciata?

Canali che vengono canali che vanno, è ancora fresca la notizia del cessate trasmissioni di Jimmy, storico canale della piattaforma Sky, che in queste ore bisogna registrare un’altra illustre nonchè imminente defezione nella scala di marchi presenti sul digitale terrestre: il progetto Dahlia alza la bandiera bianca. Nata il 7 marzo del 2009, Dahlia Tv di proprietà della famiglia Wallemberg, la più ricca di Svezia ci dicono, attraverso il Gruppo Airplus e di Telecom Italia Media che detiene il 10,1% del capitale, era partita con una offerta consistente: una serie di canali sportivi che vedevano nel calcio la punta di diamante con la messa in onda di partite di A e B, a cui andava ad aggiungersi la cospicua offerta destinata ad un pubblico adulto. Probabilmente in pochi pensavano che il progetto così pretenzioso fosse destinato a un lasso di vita tanto esiguo, dopo poco le partite di Fiorentina, Palermo e Bologna migravano verso Mediaset Premium a causa delle nuove regole sulla cessione collettiva dei diritti tv, con esse le tifoserie e relative, numerose card La7 Cartapiù di cui Dhalia aveva contribuito ad ampliare l’offerta. Ora che il marchio è in liquidazione può comunque contare ancora su oltre 800mila abbonati di cui 250mila attivi.

Le conseguenze della crisi non si faranno certo attendere: che fine faranno i 150 lavoratori della Filmaster, società che cura la produzione di Dahlia Tv? Dopo l’annuncio a dicembre, foriero di cattive notizie, che i servizi sarebbero andati in versione ridotta e il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato scaduti il 31 dicembre, a cose fatte gli stessi dipendenti in una assemblea tenutasi lo scorso 10 gennaio hanno chiesto d’essere ricevuti quanto prima dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani nel tentativo di tutelare i posti di lavoro, in che modo non è dato di saperlo.

Dahlia Tv in liquidazione

 Dopo l’abbandono di Fiorentina, Palermo e Bologna per Mediaset Premium (il contratto di esclusiva per la trasmissione delle partite di campionato è scaduto lo scorso 31 dicembre), Dahlia Tv è in liquidazione come si legge nel comunicato stampa diramato dalla società:

A seguito del mutato scenario di mercato che ha reso insostenibile lo sviluppo del proprio business, gli Azionisti di Dahlia Tv hanno deciso di mettere in liquidazione la Società. Non sono ancora state assunte decisioni in merito alla prosecuzione delle trasmissioni, che per il momento seguiranno la normale programmazione.

Telecom Italia, azionista di Dahlia con il 10,1%, ha emesso, a sua volta, una nota:

La tv del futuro tra il 3D e la novità Kinect

Le novità provenienti dal Consumer Electronic Show conclusosi di recente a Las Vegas, prefigurano un futuro per gli apparecchi tv sempre più all’insegna del 3D, con particolare cura nel migliorare la qualità degli occhiali necessari alla visione e innovazioni non indifferenti nel campo dei remote control destinati di fatto a sparire. Quella dei supporti visivi, ingombranti e costosi resta una spina nel fianco per gli appassionati delle tre dimensioni, a cui i principali marchi stanno lavorando alacremente nel tentativo di eliminarli quanto prima. Al momento sono già disponibili grazie a Toshiba televisori 3D di grandi dimensioni (fino a 40 pollici) che non necessitano dell’uso di occhialini, ma i costi sono ancora proibitivi e la qualità d’immagine deludente, Per ora si preferisce ancora l’uso degli occhialini passivi migliorandone la qualità e contenendone il prezzo. A primavera Lg lancerà sul mercato modelli con occhiali dal costo massimo di 20 dollari a fronte dei 100 attuali.

Della possibilità di connessione con il web, ne abbiamo già parlato ma l’innovazione si spinge fino alla totale sparizione dei comodi ma troppo numerosi telecomandi che spesso ci ritroviamo in casa accatastati in ogni dove, con la necessità di identificare di volta in volta quello necessario all’utilizzo dell’apparecchio abbinato. Per l’occasione la parola magica è Kinect, la tecnologia di casa Microsoft collegata alla console Xbox 360. Trattasi di un dispositivo che consente di tracciare i movimenti del corpo attraverso una webcam munita di un sensore a infrarossi consentendo di “sfogliare ” letteralmente i palinsesti tv con l’uso delle mani e di selezionare il programma preferito con un comando vocale.

Tg1, l’offensiva di Minzolini: “Da gennaio monitorerò le cantonate dei colleghi”

Chi la fa l’aspetti, pare dire il direttore del Tg1 Augusto Minzolini che in un’intervista pubblicata oggi su Panorama dichiara: “Sulle mie note spese non c’è alcuna inchiesta interna e comunque sono disposto a dimostrare che le mie spese sono sempre state in ordine. E contrattaccherò anche sugli altri fronti. A Minzoparade (rubrica del Fatto quotidiano in cui si critica il direttore del Tg1) e attacchi vari risponderemo con Media, una rubrica di un minuto che da metà gennaio, all’interno del tg, monitorerà cantonate e faziosità dei colleghi”. Insomma Minzolini sta preparando una controffensiva a tutti gli effetti, dopo le innumerevoli critiche piovute da ogni dove a lui e al suo Tg, accusato di faziosità e di visione parziale degli accadimenti soprattutto politici, oltre ad aver infarcito il contenitore delle 20 con tutta una serie di servizi su argomenti spesso risibili.

Sul groppone del giornalista anche la questione Tiziana Ferrario reintegrata al servizio dal giudice del lavoro, dopo essere stata “rimossa” dallo stesso Minzolini con una decisione motivata dall’esigenza di voler “svecchiare” la redazione: “‘La sentenza è il frutto di un intreccio perverso fra politica, magistratura e baronati tv”, afferma Minzolini, “Susanna Petruni e Francesco Giorgino, rimossi dalla conduzione da Giulio Borrelli e Clemente Mimun, non andarono dall’avvocato. Con questa logica un editorialista del Corriere della Sera che non convince più il direttore potrebbe imporre la sua firma in prima pagina rivolgendosi alla magistratura”. Aggiungendo poi:”Sulla vicenda di Tiziana Ferrario ovviamente faremo ricorso“.

Lotteria Italia: l’estrazione dei biglietti vincenti nell’ultima puntata de I migliori anni

UPDATE: I Biglietti vincenti:

Prima categoria
5.000.000 di euro – M 126172 venduto a Genova.
2.000.000 di euro – A 154247 venduto a Ceglie Messapica (Brindisi)
1.500.000 di euro – E 744303 venduto ad Ascoli Piceno
1.200.000 di euro – I 918769 venduto a Gallicano nel Lazio (Roma)
1.000.000 di euro – L 486838 venduto a Roma
750.000 euro – C 958353 venduto a Napoli
500.000 euro – C 894871 venduto a Frascati (Roma)

Questa sera, in diretta su Raiuno, durante I migliori anni, verranno assegnate le vincite milionarie della Lotteria Italia. I sette premi principali (il primo da 5 milioni di euro) saranno abbinati ai Magnifici 7 Noi che, attraverso il televoto del pubblico a casa che stilerà la classifica finale.

La Lotteria, però, è andata male: per la prima volta le vendite dei biglietti sono scese sotto il livello minimo di 10 milioni (9,6 milioni), due milioni in meno rispetto allo scorso anno (-13,8%). Il calo della vendita dei biglietti ha portato a un incasso che si aggira intorno ai 50 milioni di euro, cioè 8 milioni di euro in meno rispetto alla precedente edizione.

Questa volta la colpa non è stata data al programma, dato che I migliori anni ha fatto buoni ascolti (tali da contenere le perdite in biglietti venduti), ma all’aumento dei giochi online e dei giochi istantanei. Fabio Felici, direttore dell’agenzia Agicosper, spiega:

Rai, Sergio Zavoli: “Nuova normativa per il pluralismo” solo parole?

Tanti buoni propositi quelli espressi dal presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli in una recente intervista all’Ansa in cui ha dichiarato:“Un atto di indirizzo alla Rai su informazione e pluralismo è il primo impegno della Commissione Bicamerale”. Zavoli ha poi proseguito: “È una grande questione che investe la nostra democrazia e che esige un profondo aggiornamento normativo e regolamentare, insieme con la presa di coscienza di una nuova azienda cui spetta di rivitalizzare la sua funzione di servizio pubblico. In questo impegno, ha poi concluso, ci guida il convincimento che il servizio pubblico debba darsi criteri e norme ben definiti per corrispondere al dovere di rappresentare, con la completezza e la trasparenza dovute, tutte le opinioni chiamate in causa attraverso l’ineludibile garanzia del pluralismo. Ciò andrà realizzato con l’assoluta certezza dei principi cui saranno ispirati gli indirizzi, nella convenuta inderogabilità che alla loro osservanza siano consapevolmente dedicate le energie aziendali”.

Servizio pubblico, una definizione che alla Rai calza sempre più stretta, stritolata com’è dalle logiche commerciali e da una lottizzazione asfissiante che la allontanano, come spesso accade nei telegiornali ma non solo, dai più comuni canoni di imparzialità, quanto al pluralismo citato da Zavoli lascia un po’ il tempo che trova in quel di viale Mazzini. Diciamolo subito le cose per la Rai non sono andate affatto male nel 2010, dove si è confermata leader negli ascolti sia nel prime time con il 43,7% di share medio (+0,9% rispetto all’anno 2009), sia nell’’intera giornata con una media del 41,3% di share (+0,7% vs. 2009). Il vantaggio di Rai su Mediaset è salito a +6,2% nella fascia di prima serata e a +3,7% nell’intera giornata. L’offerta che grazie al digitale terrestre è passata da tre a quattordici canali è divenuta il “il più ricco bouquet di canali free europeo” come riferisce un recente comunicato aziendale.