Nel nuovo piano di ridefinizione dei palinsesti Rai studiato da Mauro Masi (che tiene conto dei costi produttivi e dei compensi per ogni singolo programma), Raitre rischia di essere completamente schiacciata da logiche aziendali che non tengono conto del parere dei telespettatori. Programmi di punta della rete come Ballarò, Che tempo che fa e Report temono di andare incontro ad un destino infausto in base ai tagli per la nuova stagione tv. Analizziamo i singoli casi, rifacendoci alle cifre riportate da Il Giornale:
Ballarò: “la clausola paracadute” stabilita da Giovanni Floris (che guadagna 550mila euro annui) come collaboratore esterno Rai, prevede che in caso di chiusura della sua trasmissione, il giornalista venga assunto come caporedattore. L’approfondimento politico del martedì sera costa quasi 100mila euro a puntata per una spesa complessiva 4,1 milioni di euro per un’intera stagione (43 appuntamenti).
Insieme al reality è certamente il genere televisivo più abusato, ibridato e discusso del piccolo schermo. La televisione italiana da anni pullula di talk show, spettacoli di parole dove politici, giornalisti, esperti e tuttologi si confrontano su uno o più temi, quasi sempre dando vita a discussioni che si trasformano in risse dialettiche. Il limite, il più evidente, del talk politico resta comunque l’impossibilità di superare le conseguenze televisive imposte dalla par condicio e più in generale dall’ingerenza del Palazzo. Un politico di sinistra contro uno di destra, un giornalista schierato contro un altro giornalista schierato, un opinionista contro un altro. Tutto prevedibile, tutto già sentito e vissuto. Ma pur nella volgarità e bassezza di alcuni casi, talvolta resta lo spazio per spassose e irresistibili scenette da commedia all’italiana.
Ballarò, insieme a L’ultima parola, è l’esempio più classico di talk politico dove la rissa verbale è più facilmente ottenibile. I politici che ogni settimana s’alternano nel programma di approfondimento di Raitre sono puntualmente accompagnati dai loro portaborse a mo’ di claque tra il pubblico con la funzione di “chiamare l’applauso”, come si dice nel gergo televisivo.
Ieri pomeriggio la Rai e il Ministero delle Comunicazioni hanno firmato il nuovo Contratto di servizio: il nuovo testo, che lega lo stato alla televisione pubblica, definendo i perimetri del servizio radiotelevisivo cui l’azienda deve attenersi e che deve garantire, varrà fino alla fine del 2012.
In una nota del MSE si legge che il tema della qualità dell’informazione rappresenta uno degli aspetti qualificanti del nuovo testo, che prevede specifiche e puntuali disposizioni che consentono agli organismi incaricati della vigilanza e del controllo sull’attuazione del contratto maggiori e più incisivi poteri di intervento. Il contratto prevede la concreta attuazione dei princìpi, criteri e regole di condotta contenuti nel Codice etico e nella Carta dei doveri degli operatori del servizio pubblico, recependo, tra gli altri, anche il Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie. Il nuovo testo assicura dunque il rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio di libertà con quello di responsabilità nel rispetto della dignità della persona.
Sono state rinviate alla prossima settimana le nomine del nuovo direttore del Tg2 e dei vicedirettori del Tg1. Il Cda ieri mattina ha deciso di prendersi sette giorni di tempo per approfondire le proposte, in particolare quella del direttore generale della Rai Mauro Masi, che aveva proposto in un pacchetto di nomine quella di Susanna Petruni alla guida del telegiornale di Raidue.
Nel frattempo la direzione del Tg2 continua a essere affidata ad interim al vicedirettore Mario De Scalzi (proposta approvata con sei voti a favore e tre contrari).
Il consigliere Rodolfo De Laurentiis (UDC) non ha gradito la nomina di De Scalzi ad Interim:
Il ministero della Difesa ha ingaggiato per una collaborazione coordinata e continuativa nazionale (a partire dal 10 marzo 2011, importo annuo lordo 16.120,00 euro) Hoara Borselli come conduttrice e co-organizzatrice degli eventi della Difesa per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Andra Sarubbi, deputato del Pd, ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla faccenda insieme ai colleghi Rugghia, Mariani, Braga, Colombo, Mogherini, Rosato, Bratti, Realacci:
Dal 10 marzo di quest’anno la soubrette Hoara Borselli è stata assunta nella segreteria del ministro della Difesa La Russa come collaboratrice per i grandi eventi, con particolare riferimento alle manifestazioni del 150/o anniversario dell’Unità nazionale. Certo, sembra un affare: lo stipendio – 16.120 euro annui – non è degno del lungo curriculum della signora che annovera prestigiosi riconoscimenti, che iniziano con il premio Miss Malizia del ’92, passano per varie comparsate nel cinema – Panarea, Per favore: strozzate la cicogna – ma soprattutto nel piccolo schermo con la partecipazione a CentoVetrine e Bagaglino, fino alla vittoria di Ballando con le Stelle. Qualche domanda, tuttavia, è lecito porsela. Sorvolando sul fatto che il ministero della Difesa già possiede al suo interno eccellenti professionalità nel settore della comunicazione, vale la pena ricordare che il compenso della signora Borselli equivale alla paga annuale di due soldati in ferma prefissata annuale destinati anche ad operare in missioni internazionali. Credo sia importante che il ministro La Russa, uomo tutto d’un pezzo, spieghi agli italiani quali siano i criteri per l’assunzione nonché le mansioni attribuite alla signora Borselli, tali tra l’altro da consentirle in una sola settimana – dal 10 marzo, giorno dell’assunzione, al 17, giorno delle celebrazioni – di occuparsi del 150esimo dell’Unità d’Italia.
Politica e informazione televisiva si incrociano per l’ennesima volta in questi giorni. A tenere banco sono le decisioni dell’Agcom e la corsa alla poltrona del Tg2.
Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabro, ha assunto oggi alcune deliberazioni in materia di pluralismo televisivo. Il Consiglio, a maggioranza, ha adottato un ordine a TG1, TG4 e a Studio Aperto di riequilibrio immediato tra tempo dedicato alla maggioranza e all’opposizione, evitando altresì la sproporzione della presenza del Governo, specie in relazione alla campagna elettorale d’imminente inizio.
La produzione seconda stagione di Agrodolce, la soap siciliana di Raitre, prodotta da Rai Fiction, in collaborazione con Rai Educational e con la Regione Sicilia (Dipartimento per i beni culturali), è di nuovo ferma: la Einstein Fiction che realizza le puntate dal 14 marzo ha bloccato le riprese. I lavori non riprenderanno per almeno un mese.
Una settimana fa i lavoratori della fiction hanno manifestato davanti alla Prefettura di Palermo per chiedere la ripresa dei lavori nonché i pagamenti arretrati. La stessa società di produzione, si legge su a.marsala.it, pare che avanzi somme arretrate e per questo non paghi attori e maestranze.
Il sindaco di Termini Imerese (località dove si gira Agrodolce) Totò Burrafato ha commentato: (fonte Palermo.Blogsicilia.it):
Ieri è stata ufficialmente conclusa la maratona radio e tv dell’ottava campagna benefica organizzata da Mediafriends Onlus, La Fabbrica del Sorriso.
Le sottoscrizioni ottenute saranno devolute a favore di quattro progetti dediti alla nutrizione dei bambini in Italia e nel mondo e per aiutare i tanti orfani provocati dal terremoto e tsunami in Giappone.
Per una settimana, la raccolta fondi ha coinvolto tutto il palinsesto Mediaset, canali tematici Mediaset del digitale terrestre e di R101, raggiungendo la cifra di 3.200.000 euro.
In vista delle elezioni amministrative del 15 e del 16 maggio prossimi, è stato proposto dalla maggioranza, Pdl, Lega e Responsabili, un emendamento che preveda che nel regolamento sulla par condicio si estendano i principi della disciplina delle tribune politiche a quelli dei talk show, con l’intento di garantire un’applicazione stringente della par condicio ai talk show, in campagna elettorale. Traduzione: se passasse la proposta, come è già successo lo scorso anno in occasione delle elezioni regionali, Annozero, Ballarò, Porta a porta e L’ultima parola dovrebbero ospitare tutti i rappresentanti delle forze politiche oppure fermarsi/chiudere per lasciar spazio alle tribune elettorali.
Davide Caparini, capogruppo della Lega Nord in commissione di Vigilanza Rai, ha spiegato:
I tre emendamenti depositati sono l’applicazione della legge sulla par condicio nello spirito di dare l’accesso a tutte le forze politiche che concorrono alle prossime elezioni, forze politiche che abbiano una dimensione consistente e come previsto dalla legge.
In occasione dei suoi dieci anni di attività La7 ha rinnovato la propria veste grafica: l’evoluzione, sviluppata dalla società di comunicazione inglese RedeeMedia, prevede coloro intensi, con il giallo predominante e uno stile caldo e solare e un logo riadattato al nuovo layout, più grande e ancora più al centro del brand della rete.
I nuovi Ident e Promo, realizzati in varie location e piazze d’Italia, con la partecipazione e il coinvolgimento della gente comune, saranno caratterizzati da una musica esclusiva firmata dal compositore Joe Glasman, autore delle colonne sonore di famosi spot pubblicitari e vincitore di numerosi premi in carriera.
Come raccontato minuziosamente da Il Fatto Quotidiano, venerdì 25 marzo, è andato in onda l’ultimo capitolo di una delle storie verosimili di Forum. Rita Dalla Chiesa introduce la causa della signora Marina, sedicente aquilana, rivoltasi al tribunale di Canale 5 per ottenere dal marito, un assegno una tantum, e far ripartire la sua attività di abiti da sposa. Durante il dibattimento in studio, la donna esalta i grandi passi in avanti da parte del Governo per combattere l’emergenza del terremoto del 6 aprile 2010 (“Hanno riaperto tutte le attività, manca solo la mia. Stanno pure ricostruendo. Anzi, dobbiamo ringraziare qualcuno che non ci ha fatto mancare niente. Tutti hanno le case, coi giardini, coi garage, nessuno sta in mezzo alla strada, le attività stanno riaprendo, voglio riaprire anche la mia”).
Una ricostruzione de L’Aquila non proprio veriteria come sottolineato dall’Assessore alla Ricostruzione, Stefania Pezzopane che si è affrettato a smentire le dichiarazioni dell’esuberante contendente (“Della sartoria della signora a L’Aquila non c’è mai stata ombra. Se avessero voluto raccontare storie vere, qui ne abbiamo tante. Il fatto che si sia voluto rappresentare un dramma con una storia finta la dice lunga sulle intenzioni di certi mezzi di informazione che hanno oscurato L’Aquila per mesi e ora, alla vigilia del secondo anno, quando sono attesi mezzi di informazione da tutta Europa in città, cercano di “ridimensionare” un presente che non è quello raccontato”).
La prima puntata de Il senso della vitaè stata seguita da 3,7 milioni di spettatori (16,56% di share), eppure il direttore di Canale 5 Massimo Donelli parla di sfida vinta con tale enfasi che quasi sembra di leggere un commento per un programma da evento dell’anno:
Missione compiuta. Lo sbarco in prima serata de “Il senso della vita” ha fatto registrare un risultato che va al di là delle nostre aspettative e che premia non solo la qualità editoriale del programma, ma anche il gusto per la sfida di Paolo Bonolis. Ci vuole coraggio a proporre in prime time, soprattutto la domenica sera dove ci sono abitudini d’ascolto consolidate da decenni, una trasmissione che si interroga sull’esistenza in modo curioso e innovativo. Eppure “Il Senso della vita” ha centrato l’obiettivo al primo colpo, garantendo il raggiungimento di quel target commerciale su cui sono fondati gli obiettivi della rete. Una volta di più, infatti, i telespettatori hanno confermato affetto e stima per Paolo Bonolis apprezzando il valore di un programma che in prima serata rappresenta una proposta assolutamente unica nel panorama televisivo italiano.
Mauro Masi martedì lascerà con un anno d’anticipo il suo ruolo di direttore generale della RAI. A rivelarlo è La Repubblica. Il quotidiano spiega che per il dirigente, che avrebbe fallito la sua missione, quella di mettere dei freni a Michele Santoro, Milena Gabanelli, Fabio Fazio, Giovanni Floris e Serena Dandini, ci sarebbe pronta una poltrona di prestigio, quella di amministratore delegato della Snam Rete Gas.
Per la successione si fanno due nomi, quello di Lorenza Lei e di Antonio Verro. Come terzo incomodo nella corsa alla poltrona ci sarebbe Guido Paglia.
Si è tenuta questa mattina a Milano la conferenza stampa di metà anno di Striscia la notizia, dedicata al cambio di conduzione che, per la settima volta consecutiva, vedrà alternarsi Ezio Greggio e Michelle Hunziker con Salvatore Ficarra e Valentino Picone.
All’incontro con fotografi e giornalisti erano presenti i due conduttori, il padre del programma,Antonio Ricci, e le due Veline Costanza Caracciolo e Federica Nargi. Dopo il salto potete vedere le foto e leggere le dichiarazioni dei protagonisti.
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