Cinetivu intervista Carlo Panzeri, vicedirettore di Rete 4 (seconda parte): Bones, le serie tv, il daytime

Prosegue la nostra intervista con Carlo Panzeri: dopo averci descritto i palinsesti della rete dell’autunno 2010 e aver disquisito di cinema, oggi il vicedirettore di rete 4 ci parla di Bones, di serialità americana e del daytime. (QUI TROVATE LA PRIMA PARTE)

Parlando di serie televisive: lei citava Pater Castell, ma c’è già un fenomeno su Rete 4 che è Bones. Non conviene sfruttare di più la serialità americana inedita e magari posizionarla in giorni differenti (sabato è dura per una serie sfondare, anche se poi Bones è risultata la miglior serie televisiva dell’anno per i telespettatori)?

Da un certo punto di vista sfonda una porta aperta, perché sono appassionato di serialità americana. Partiamo proprio da Bones: noi abbiamo provato ad usarlo anche in serate che non fossero il sabato, se non sbaglio il lunedì. Mi ricordo che la prima settimana il prodotto funzionò bene anche per la particolari condizioni di contro programmazione; ma già nella settimana successiva con una Rai2 più forte (NCIS) il dato di Bones era calato significativamente.

L’inedito funziona teoricamente …

Teoricamente. Io faccio un discorso di tipologia di prodotto e di equilibrio del palinsesto: credo che Bones sia un ottimo prodotto, che ha delle peculiarità. Anzitutto non è un genere specifico, se guardo una puntata di Criminal Minds capisco che è un thriller. Bones ha tante tracce: è un crime, un thriller, addirittura tra la terza e la quarta stagione a causa dello sciopero degli sceneggiatori, essendo stato rimaneggiato da diversi gruppi creativi ha avuto delle derive quasi horror quasi splatter. E’ anche soap opera nel rapporto tra i due. Soprattutto, sul piano linguistico, usa una ironia, un gioco intellettuale, che molto spesso non è così semplice e immediato: ci si può arrivare o fermarsi soltanto ad un livello. Bones è un investimento: se ci ha fatto caso negli ultimi due/tre anni abbiamo avuto due soli prodotti seriali americani, prima Law & Order che a causa di episodi violenti abbiamo dovuto mettere in seconda serata, poi Criminal Intent, e Bones. Noi dobbiamo cercare di costruire dei ponti tra prodotti come Criminal, molto bello e di una classicità estrema, e un prodotto come Bones così innovativo, cioè dobbiamo cercare dei prodotti capaci di fare da ponte legame, cioè che conducano man mano lo spettatore ad apprezzare un prodotto molto bello come Bones o altri che speriamo di avere. Ovviamente non è un lavoro che possiamo fare noi da soli. Sono stato negli ultimi anni agli screening e ho visto serie molto belle e le ho segnalate. Vediamo cosa succede man mano e non escludo che col tempo, oltre al prodotto del sabato, riusciamo ad avere un prodotto americano anche nel resto della settimana. Se avessimo delle serie come Without a trace o Cold Case, così non parliamo solo dell’universo Mediaset, sono sicuro che avremmo delle serie di profilo largo, adulto. Anche Criminal Minds è molto buono. Comunque diciamo che alcuni prodotti li abbiamo individuati e speriamo di poterli avere.

Cinetivu intervista Carlo Panzeri, vicedirettore di Rete 4 (prima parte): i palinsesti autunnali e il cinema

A dieci giorni di distanza dalla presentazione ufficiale dei palinsesti autunnali 2010 di Mediaset, Cinetivu ha contattato il dottor Carlo Panzeri, vicedirettore di Rete 4, per parlare della terza rete del biscione, dei programmi nuovi, di quelli futuri e di quelli vecchi e logori.

Dottor Panzeri, vorrei approfittare della sua disponibilità per ragionare con lei dei palinsesti autunnali 2010 di Rete 4:

C’è una situazione che si è determinata e che se esaminiamo da un punto di vista dinamico secondo me rende meglio l’idea: noi abbiamo fatto quasi l’intera primavera del 2010 con cinque film a settimana, che sono veramente tantissimi, troppi. Questo per cause di forza maggiore. Quello che si sta cercando di fare come progetto è di aumentare la quantità di prodotto televisivo nostro: quindi l’idea di Quarto grado, in collaborazione con Videonews, che è partito lo scorso anno ottenendo buoni risultati e che è stato confermato; e poi l’idea di proseguire e ampliare la collaborazione con questa struttura, producendo con loro Vite straordinarie e farne quattro o cinque episodi; e, ancora, il progetto, in collaborazione con la direzione intrattenimento, di ampliare lo spazio e il marchio Viaggio a… facendone quattro o cinque serate; in più stiamo studiando un paio di piloti fatti sempre in collaborazione con le nostre strutture di intrattenimento. A partire da questo autunno il palinsesto assume una forma differente: due sere a settimana dedicate alla nostra produzione, una cosa che mi è capitata solo nel 2008 quando avevamo fatto oltre a Stranamore anche Attenti al lupo e Vieni Avanti cretino, una serata con serie americana, una serata con serie europea e tre serate di film. In questo modo abbiamo una struttura anzitutto più varia, più variegata nei generi e più da televisione generalista e si comincia ad introdurre una buona quantità di auto prodotto, cioè di prodotto esclusivo. Credo che in un mondo sempre più multi channel un modo per mantenere la nostra posizione e magari migliorarla sia quella di proporre sempre più prodotti esclsusivi: o li vedi su Rete 4 o non li vedi da nessun’altra parte.

E poi?

Altre novità ci sono: potrei citare il telefilm tedesco Pater Castell. Sono cinque episodi per cinquanta minuti a stagione. Per fare magazzino ci servono serie lunghe. Adesso era sul mercato, ci convinceva e l’abbiamo presa: ne abbiamo due stagioni, dieci episodi e ci arrangeremo. L’ideale però sarebbe stato quello di partire con una ventina di episodi in magazzino, in modo tale da fare una serie di dieci serate che sono una stagione. Poi c’è qualche altra piccola novità a livello di daytime, come la nuova stagione di Hamburg Distretto 21, che se vuole può avere una importanza minore. In passato però Rete 4 aveva il problema di come gestire il dopo Forum, la fascia tra le 15.00 e le 16.00 e con serie come questa riusciamo a fare il 9%- 10%. Siamo in un periodo di cambiamento e stiamo cercando di cambiare anche noi e se possibile anche di anticipare.

Davide Minnella a Cinetivu: “Non è facile essere giovani in Italia”

Per comprendere meglio la realtà della televisione italiana e le figure che ruotano attorno ad un programma, Cinetivu ha contattato Davide Minnella, giovane autore televisivo e regista cinematografico.

Davide, la tua duttilità nel mondo della televisione ci può essere utile per spiegare ai lettori i ruoli delle persone che confezionano un programma: tu sei stato nel 2005 collaboratore ai testi per il programma di Raitre Amori, poi autore di alcuni reality come la quinta edizione de L’isola dei famosi, La terza de La Talpa, e di programmi come Il Momento della Verità, Grazie al cielo sei qui, I Raccomandati e Cuore di Mamma. Che differenza c’è tra un collaboratore ai testi e un autore?

Ogni gruppo autoriale di un programma televisivo è costituito da 3 differenti tipi di figure professionali: il capo-progetto, l’autore e il collaboratore ai testi. Il capo progetto o capo autori è, il più delle volte, colui che è stato coinvolto sin dall’inizio o dalla rete o dalla casa di produzione all’adattamento del format. E’ il responsabile editoriale dei contenuti di un programma e si relaziona con la direzione di rete e con i vertici della società di produzione durante la realizzazione del programma stesso. E’ a capo quindi di tutta la filiera produttiva relativa ai contenuti e stabilisce le aree di intervento per i singoli autori impegnati alla realizzazione del programma. L’autore è l’ideatore ed il responsabile dei contenuti veicolati attraverso il programma, il collaboratore ai testi, invece, è un creativo a cui è affidata la redazione dei contenuti stabiliti precedentemente dagli autori del programma.

A cosa servono gli autori nei reality? I concorrenti non dovrebbero essere spontanei? Sinceramente: quanto un autore influenza sulla realtà del programma?

Non bisogna mai dimenticarsi che i reality show sono prima di tutto delle trasmissioni televisive e gli autori sono coloro che costruiscono la struttura narrativa di quel racconto. Mi spiego meglio. E’ come se io ti chiedessi: “A cosa servono gli sceneggiatori quando si decide di realizzare un film tratto da una storia vera?”, mi vengono in mente film quali “The Aviator” di Scorsese, “Milk” di Gus Van Sant, “Truman Capote” di Bennett Miller, “Frost vs Nixon” di Ron Howard o “The Queen” di Stephen Frears. Partiamo proprio da quest’ultimo. Tutti eravamo a conoscenza del tragico incidente in cui si trovò coinvolta la Principessa Diana e tutti i giornali in quei giorni non facevano altro che mettere in risalto il rifiuto della Regina Elisabetta II di dichiarare pubblicamente il proprio cordoglio per la morte della principessa. Non ricordo bene adesso quanti giorni trascorsero dall’incidente al funerale della Principessa, però insomma tutto quanto durò intere giornate e non certo 90 minuti. Bene. Gli sceneggiatori di quel film han fatto esattamente ciò che fanno gli autori di un reality show. Han scelto gli episodi su cui era giusto prestare maggiore attenzione e intorno a quegli episodi han costruito una struttura narrativa che avesse un inizio, uno sviluppo, dei colpi di scena ed un finale. Con le giuste proporzioni ti assicuro che accade la stessa e identica cosa quando si tratta di mettere a punto la scaletta e successivamente il copione di una puntata di un reality.
La realtà catturata dall’occhio delle telecamere viene, in altre parole, accuratamente selezionata, suddivisa in macrosequenze e “pettinata”, come direbbe Freccero, e poi mostrata al pubblico. Poi, se tu mi chiedi se un autore influenza o meno la realtà del programma non posso fare a meno che risponderti di si come è giusto che sia. Se tu adesso mi raccontassi un episodio di cui sei stato spettatore lo faresti in un certo modo, altri spettatori, però, me lo racconterebbero in un altro, ponendo l’accento su alcuni dettagli che tu hai volutamente tralasciato o mettendone in risalto solo alcune parti.
Ecco, avviene la stessa cosa quando un autore si trova in sala montaggio per confezionare o una puntata della striscia quotidiana di un reality o una clip per il prime time. Uno stesso episodio può essere raccontato in tantissimi modi. Si può scegliere un determinato genere musicale per sottolineare alcune parole pronunciate dai concorrenti, si può decidere di soffermarsi sul piano d’ascolto di un concorrente piuttosto che su quello di un altro e via di seguito…

Vincenzo Venuto a Cinetivù: “Missione Natura racconta una storia facendo vivere delle emozioni”

Ogni domenica su La7 va in onda Missione Natura, un programma che accompagna lo spettatore in un viaggio alla scoperta delle meraviglie del mondo naturale. Cinetivu ha contattato la guida della trasmissione, il biologo Vincenzo Venuto, per porgli qualche domanda.

Cosa ci insegnano programmi come Missione natura che tu conduci su La7?

Non vogliono insegnare nulla di particolare. Raccontano una storia facendo vivere delle emozioni. Le storie sono storie di viaggi, avventure e naturalmente di animali. Se qualcuno poi ci si appassiona a queste storie, magari impara ad amare la natura a proteggerla e perché no, impara anche qualcosa sulle abitudini e sulla biologia delle creature che incontro.

Il pubblico televisivo di fronte ai documentari sulla natura si spezza in due: ad alcuni piacciono tantissimo ad altri risultano pesanti e di una noia pazzesca. Cosa hanno capito i primi, che invece i secondi non riescono a cogliere?

Io faccio parte dei primi, mia moglie dei secondi! E’ un pubblico televisivo diverso che si appassiona di più allo sport , ai reality o ai telefilm. Ho però un sogno: quello di trovare la giusta “formula” televisiva per catturare mia moglie (e quelli come lei). Forse un giorno ci riuscirò.

Mitici ’80, Sabrina Salerno a Cinetivù: “Siamo un team formidabile”

 In attesa dell’ 8 luglio giorno in cui esordirà su Italia 1 Mitici ’80, trasmissione di cui parleremo nei prossimi giorni, Cinetivù ha incontrato la conduttrice Sabrina Salerno vera icona musicale di quel periodo. Alle spalle successi come Boys, Allo of Me, My Chico, Siamo Donne assieme a Jo Squillo ma anche numerose esperienze televisive: Ricomincio da Due (Raidue) con Raffaella Carrà, Bellezze sulla Neve (Canale 5), Il Grande Gioco del Mercante in Fiera (Tmc) con Jocelyn, Cocco di Mamma (Raiuno) condotto assieme a Carlo Conti, Matricole e Meteore (Italia 1), che alterna ad esperienze teatrali e cinematografiche. Nel 2008 dopo nove anni di assenza pubblica il nuovo successo già dei Cardigans Erase & Rewind, mentre è di questi giorni il connubio con un’altra stella degli anni ’80 Samantha Fox, per il singolo Call Me già portato in cima alle classifiche dai Blondie.

Sabrina puoi parlarci di questa nuova “creatura” di Italia 1 Mitici ’80?

Il programma fa capo a Studio Aperto il Tg di Italia1 diretto da Giovanni Toti e News Mediaset diretta da Mario Giordano. Sarà un parallelo tra moda e miti degli anni ’80 e del 2010.

Possiamo dire che nella tua lunga carriera artistica sia il primo programma tv che ti vede da sola in conduzione, qual è il tuo stato d’animo?

Sono serena perché circondata da un team di lavoro veramente forte.

Lucio Giordano a Cinetivu spiega i problemi dell’informazione in Italia

Ddl intercettazioni (anche conosciuto come Legge Bavaglio), Tg che commettono errori, scontri tra giornalisti e direttori dei telegiornali, programmi d’approfondimento faziosi: in Italia esiste veramente un problema legato alla libertà di stampa? Per cercare di fare un po’ di chiarezza a riguardo, abbiamo contattato Lucio Giordano, giornalista professionista che da quasi trent’anni lavora per televisioni, radio, quotidiani e settimanali.

C’è veramente un problema di informazione in Italia?

Si, il problema informazione esiste, perchè esiste il conflitto d’interessi che il centro sinistra non ha risolto, o voluto risolvere, nelle passate legislature. Non è infatti concepibile in nessun Paese democratico che il presidente del consiglio sia proprietario di tre reti televisive, un colosso dell’editoria come la mondadori e un quotidiano apertamente schierato come Il giornale e che dal 2008 in poi metta costantemente becco su un’azienda che dovrebbe essere sua concorrente: la Rai. Una grande azienda mortificata negli uomini, nei mezzi e nelle scelte aziendali, sia ben chiaro. è assurdo ad esempio che alcuni programmi Rai vengano oscurati su Sky mentre quelli mediaset continuano ad esserci. Non è ricevibile un piano industriale come quello della Rai che taglia e smembra favorendo la concorrenza, ma ormai il conflitto d’interessi esisterà fino a quando esisterà politicamente Berlusconi. anche se a poco a poco anche lui si sta rendendo conto che la musica è finita. Gli amici se ne vanno e per amici intendo i telespettatori: sotto i 60 anni la gente esce o si collega al web, sopra i 60 la gente è stanca di tv, perchè non è vero che i telespettatori hanno l’intelligenza di un dodicenne, sono molto, molto più svegli di grandi fratelli, pupe e secchioni e compagnia cantante.

Puoi spiegare brevemente perché si parla di Legge Bavaglio?

Perchè mette il bavaglio all’informazione, insieme con la magistratura i due veri nemici di Berlusconi, veri controlli democratici. L’accanimento nei suoi confronti sarà pure eccessivo, ma giornalisti e giudici devono continuare a svolgere il loro ruolo per il bene della democrazia. Perché questo in fondo chiedono gli italiani. Siamo già passati da un regime, quello fascista, che aveva soppresso la libertà di stampa. Penso che pochi o addirittura nessuno voglia ripetere quella tragica esperienza. La legge bavaglio, che poi è la legge sulle intercettazioni telefoniche, non consentirebbe infatti più al cittadino di venire a conoscenza dei misfatti della politica, della criminalità organizzata e dell’imprenditoria italiana. Aspetto molto grave, attenzione: a fronte di poche migliaia di persone intercettate in Italia (e non di dieci milioni, come dice qualcuno) rinunceremmo ad un bene supremo come la libertà di informazione, legando le mani ai giudici. Ad essere intercettate, del resto, sarebbero persone non proprio oneste e non chi non ha nulla da nascondere. Mussolini divulgava solo notizie che facevano comodo al regime. Berlusconi che è un grande comunicatore e al quale non difettava la simpatia, almeno fino a quando ha iniziato a rabbuiarsi in volto e non è stato messo alle strette anche dalla sua stessa maggioranza relativa di governo, vorrebbe fare altrettanto. Vorrebbe insomma che nessuno venisse più a conoscenza di appalti truccati e di tanto altro ancora. Tutto ciò è incostituzionale e antidemocratico. Punto.

Quelli del doppiaggio: Emanuela D’Amico a Cinetivù:”Adoro Debra Morgan”

 Questa settimana Cinetivù torna ad occuparsi di doppiaggio con Emanuela D’Amico, la voce tra le tante di Jennifer Morrison la bella Allison Cameron di Dr House, ma anche di Jennifer Carpenter ovvero Debra Morgan della serie Dexter nonché di Rose McGowan la Paige Matthews di Streghe, alle spalle numerosi ruoli doppiati per il grande schermo a cui unisce l’attività di dialoghista, ovvero il riadattamento dei dialoghi dalla versione originale a quella italiana.

Emanuela come ti sei avvicinata al doppiaggio?

I miei genitori avevano uno stabilimento di doppiaggio, ma non mi interessava questo mondo. Poi, da grande, avendo l’occasione di frequentare la scuola che aveva sede nello stabilimento, è nata in me la passione, ma, essendo questo un lavoro che in genere si impara da piccoli, ho dovuto fare tutta la gavetta. Ho iniziato prima nel reparto tecnico, poi ho fatto per alcuni anni l’assistente al doppiaggio e poi finalmente ho avuto l’occasione di dire le prime battutine, tipo..”il pranzo è servito!”

Qual è il personaggio che finora ti è piaciuto di più doppiare?

Io amo follemente Debra Morgan… la mia valvola di sfogo. E chi segue la serie sa a cosa mi riferisco!!

E’ vero che a oggi con l’avvento del satellite e del digitale terrestre i doppiatori si ritrovano ad affrontare ritmi di lavoro molto intensi?

No, perché è direttamente proporzionale purtroppo alla quantità di scuole che sono sorte, quindi, a differenza di qualche anno fa, i doppiatori sono molti di più e c’è una gran concorrenza spesso a discapito della qualità. Non voglio dire che deve rimanere un ambiente chiuso, ma mi piacerebbe che non fosse in linea generale un ambiente così accessibile, della serie “sei disoccupato, non hai né arte né parte, ti hanno detto al telefono che hai una bella voce…. vieni a fare il doppiatore!”

Frank Matano a Cinetivù: “Sky Scherzando? Il viaggio nel mio mondo immaginario”

 Dopo essersi fatto apprezzare per i suoi numerosi scherzi telefonici su Youtube, Francesco “Frank” Matano, conosciuto dagli internauti con lo pseudonimo di lamentecontorta, è pronto a sbarcare dal 12 giugno su Sky Uno per condurre Sky Scherzando?, 20 minuti di esilaranti e dissacranti burle tutti i giorni dalle 19.35. Abbiamo incontrato il giovane talento italo americano a qualche giorno dal debutto. Dagli esordi sul web ai progetti per il futuro, passando per racconti di vita vera. Riuscirà Frank a sopravvivere al mio fuoco di domande?

Ciao Frank. Sei stato il precursore dei tanti fenomeni web avvicendatisi negli ultimi anni. Quanto ti senti responsabile per l’ascesa di personaggi come Laura Scimone e Gemma Del Sud?

Responsabile non saprei…ormai Youtube si sta allargando in modo incredibile anche in Italia. Tutti vanno su Youtube e moltissimi sentono il bisogno di mettere la propria faccia sul web. Io sono stato uno dei primi che in Italia ha fatto un bel po’ di iscritti e quindi è un grandissimo piacere che sono una sorta di esempio per tutti quelli che caricano quotidiamenti video proprio per il pubblico della rete e non solo per gli amici con cui sono stati in vacanza.

Pino Strabioli a Cinetivù:”Prima in autunno non ci sarà”

 Questa settimana Cinetivù ha incontrato Pino Strabioli (nella foto con Anna Proclemer) attore, autore, regista, conduttore televisivo, alle spalle una lunga carriera teatrale sotto la direzione di Patrick Rossi Gastaldi, poi l’esordio tv nel programma di Fabio Fazio T’Amo Tv (Tmc 1992). In seguito partecipa a varie edizioni di Uno Mattina (Raiuno) e di Aspettando Cominciamo Bene (Raitre). Da dieci anni conduce su Raitre tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 9.15 Cominciamo Bene Prima, dedicata al mondo del teatro, dello spettacolo e ai sui protagonisti, trasmissione che a quanto pare non comparirà nel palinsesto della prossima stagione, con grande rammarico di numerosi spettatori che in queste ore stanno facendo sentire il loro dissenso nel gruppo su Facebook: Salviamo Cominciamo Bene Prima. Ecco cosa ci ha detto il diretto interessato.

Pino a che punto è la situazione di Cominciamo Bene Prima?

A oggi quello che so è che nel palinsesto futuro di Raitre, Prima non ci sarà, perché le scelte editoriali del nuovo direttore Antonio Di Bella sono diverse. Sia chiaro, la rete non mi ha congedato, sto aspettando di sapere cosa si potrà fare a partire dal prossimo anno di tutto il bagaglio accumulato dal programma in dieci anni di esistenza in cui ha ospitato praticamente tutti gli attori del panorama artistico italiano. Spero che Raitre mi dia un altro spazio. Può darsi che Di Bella in autunno proponga nella stessa fascia oraria qualcosa di più bello e interessante.

Riflette un po’ lo stato del nostro Paese dove la cultura viene di questi tempi messa in secondo piano…

Indubbiamente il mondo dello spettacolo in Italia non sta vivendo uno dei suoi momenti più felici. La situazione è sotto gli occhi di tutti con i tagli che sono stati attuati al Fus (Fondo Unico per lo spettacolo) e la precaria condizione in cui riversano numerosi teatri. In questo panorama un po’ deprimente il mio era l’unico programma dedicato ai veri professionisti del settore, non quelli improvvisati, tanto per intenderci che imperversano in continuazione nella tv nostrana.

Enzo Prisciandaro a Cinetivu:”Oggi le produzioni non rischiano… Mediaset con La pupa e il secchione ha toccato il fondo”

Casting, truffe, programmazione televisiva, web tv e futuro della televisione: di tutto questo abbiamo voluto parlare con Enzo Prisciandaro, autore e produttore.

Enzo, puoi presentarti ai lettori di Cinetivu che ancora non ti conoscono: Chi sei stato, chi sei e chi sarai?

Mi sono avvicinato al mondo dello spettacolo diversi anni fa, diciamo quasi 18. Ho sempre avuto una passione sfrenata per la fotografia e per l’audiovisivo. Ho poi avuto la fortuna di conoscere molte persone che mi hanno aiutato ad assistere anche a casting e selezioni importanti, dove come una vera “spugna” cercavo di assorbire ogni cosa, ogni particolare, ogni stile e spesso piccoli segreti che, a distanza di anni, mi hanno permesso di lavorare anche in proprio e in alcuni casi di poter dire la mia. Ora ho un progetto da portare avanti il quale mi assorbe completamente, ma la passione per l’audiovisivo è forte e quindi se capitano buone opportunità, non me le lascio sfuggire: Ad esempio mi occupo della produzione video di un gruppo musicale, le Green Clouds che fanno musica celtica/irlandese, prodotte dal mio caro amico Francesco Marchetti, un Maestro, compositore, arrangiatore ed orchestratore molto noto nell’ambiente; Poi mi occupo della produzione video de L’Apocalisse – L’Opera, scritta sempre dal M° Francesco Marchetti e diretta dal mitico Jocelyn; Poi sto realizzando un docu-backstage per il Musical “Non abbiate paura” ispirato alla vita di Papa Giovanni Paolo II°; Ancora uno spot contro lo Stalking con l’Attrice Olga Pultrone. Insomma penso che l’audiovisivo di comunicazione sarà la mia occupazione, poter fare quel che amiamo è bellissimo.

Nella tua carriera ti sei occupato di casting: come è cambiata questa realtà da quando hai cominciato ad oggi?

Oggi il termine Casting si usa secondo me un po impropriamente. I casting in realtà non possono cambiare. C’è un selettore, un artista che si propone, una produzione o regista che cerca una determinata figura. Probabilmente è cambiato il fatto che, oggi, con l’avvento della banda larga in internet, le cose si sono semplificate, la scrematura iniziale può essere fatta più velocemente e con maggiore accuratezza, grazie anche agli showreel. Con Youtube e Facebook, magari scopri un volto interessante e lo scegli contattandolo direttamente… Certo che a mio avviso, visto che la stragrande maggioranza degli artisti, purtroppo, non si sa “vendere” ritengo la strada dell’agenzia di management, l’unica davvero valida per accedere ai casting selezionati, piuttosto che quelli che troviamo in vari siti internet, spesso scaduti, chiusi… e alcuni anche specchietti per le allodole che nascondono secondi fini…

Georgia Luzi a Cinetivù:”Pronta a condurre Uno Mattina Estate”

Il 2010 è già iniziato bene per Georgia Luzi, con il successo de I Raccomandati su Raiuno condotto accanto a Pupo, Emanuele Filiberto di Savoia e Valeria Marini, dal 31 maggio la vedremo presentare assieme a Pier Luigi Diaco la versione estiva di Uno Mattina, scelta voluta dal direttore della prima rete Rai Mauro Mazza che suona come una promozione per la bella e brava conduttrice con alle spalle numerosi anni di gavetta. Georgia Luzi è stata per molto tempo il volto della tv dei ragazzi sulla Rai (prima Raisatragazzi poi Raigulp), senza disdegnare esperienze come attrice in spot pubblicitari e fiction (Il bello delle donne, Don Matteo, Incantesimo, Giorni da leone) e conduzioni varie (Voyager Natura, Ragazzi c’è Voyager, Random su Raidue, Sabato e domenica estate su Raiuno, Carico e Scarico su All Music). Attualmente al seguito del Giro d’Italia, conduce con Paolo Belli su Radio1 Rai Tutti al giro fino al 30 maggio. Cinetivù l’ha incontrata alla vigilia del nuovo importante appuntamento televisivo.

Georgia come ti senti ora che il 31 maggio è vicino?

Fino a qualche giorno fa ero molto tranquilla, ora che il gran giorno si avvicina l’ansia cresce al punto che vado a dormire e mi alzo con quel pensiero, allo stesso tempo non vedo l’ora di cominciare, mi sento molto carica.

Quella ad Uno Mattina è una prova importante…

Si devo dire che il 2010 è iniziato bene e prosegue altrettanto, cosi come è andato il 2009, a quest’anno non chiedo altro che vada come lo scorso. Quella de I Raccomandati è stata una bellissima sfida vinta, che nessuno si aspettava, perché comunque il gruppo di conduttori era del tutto nuovo e chiamato ad una dura prova d’amalgama, poi invece il pubblico ha risposto benissimo, spero che avvenga lo stesso con Uno Mattina Estate.

Victor Victoria,Virginia Raffaele a Cinetivù:”Vorrei fare un musical!”

 Definita uno dei migliori talenti comici degli ultimi tempi, la romana Virginia Raffaele può vantare una solida esperienza teatrale alle spalle che l’ha vista all’opera accanto a Carlo Croccolo, Max Tortora, Lillo e Greg, con i quali ha condiviso anche il programma 610 Seiunozero di Radio 2 dove attualmente conduce nel week end Radio 2 Social Club assieme a Luca Barbarossa e Adolfo Margiotta, cimentandosi in diverse imitazioni. In tv ha recitato in numerose fiction tra cui L’Ispettore Giusti con Enrico Montesano, Compagni di Scuola con Massimo Lopez, Incantesimo, Carabinieri, Il Maresciallo Rocca. La partecipazione a trasmissioni come Quelli che il calcio, Mai Dire Grande Fratello e all’attuale Victor Victoria su La7 accanto a Victoria Cabello e Geppi Cucciari, l’ha definitivamente consacrata al successo di pubblico. Cinetivù ha voluto scoprire i segreti del suo talento,ecco cosa ci ha detto.

Virginia a che punto della tua vita hai deciso che “da grande” avresti fatto la comica?

Credo a due anni e mezzo. Vengo da una famiglia un po’ particolare, di giostrai, sono cresciuta caricando fucili giocattolo e dando da mangiare ai pesci rossi. Salire su un palco, fin da piccolina, mi è parso naturale, come una vocazione. Non credo di aver mai pensato di poter fare altro, nella vita.

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Sappiamo che hai studiato anche canto e ballo: possiamo definirti un’artista all’americana, a tutto tondo?

Questo è il mio obiettivo finale, è dove voglio arrivare, perché credo fermamente che un artista debba saper fare tutto e per questo cerco di curare tutti gli aspetti di questo lavoro. Un artista completo balla, canta, recita, ma si intende anche di testi, di luci, se lavora in teatro. Io ho sempre voluto allargare il ‘raggio d’azione’. Oggi mi piacerebbe cimentarmi in un musical proprio per questo motivo, mettermi alla prova sotto tanti aspetti differenti.

Fenomenal, Cesare Vodani a Cinetivù:”Aspettatevi tante sorprese”


Questa settimana Cinetivù ha incontrato Cesare Vodani, tra gli autori di Fenomenal, il programma di Italia 1 condotto da Teo Mammucari assieme a Juliana Moreira e il mago Forest all’esordio con successo giovedì scorso, in onda per ancora tre puntate. In passato Vodani ha firmato trasmissioni come Quelli che il calcio, L’Isola dei Famosi, Music Farm ed è capo progetto di Colorado, la kermesse comica di Italia 1 il cui ritorno è previsto anche per la prossima stagione televisiva.

Cesare, soddisfatto dell’esordio di Fenomal?

Sono soddisfattissimo, l’11,95% di share è un ottimo risultato per un programma che coniuga la divulgazione scientifica al puro intrattenimento.

Il programma ispirato ad un format francese, poi completamente stravolto per l’edizione italiana da Fatma Ruffini, è stato creato apposta per Mammucari o la scelta della sua conduzione è stata successiva?

Considera che Fenomenal è un programma del tutto nuovo, il format francese, aveva caratteristiche sostanzialmente diverse, mentre l’edizione italiana è stata cucita addosso, come un vestito su Mammucari, che ha infatti dimostrato con la sua conduzione dinamica d’essersi trovato subito a suo agio.

Alan Cappelli a Cinetivu: “Reciterò ne La famiglia Gambardella”

Vi ricordate Alan Cappelli, il giovane batterista della TBand (il gruppo celebre grazie alla famosa pubblicità della Tim in onda la scorsa estate)? Visto che alcuni di voi ci hanno chiesto notizie sul ragazzo abbiamo deciso di contattarlo per sapere qualcosa di più sul suo futuro e non solo.

Ti abbiamo conosciuto grazie alla pubblicità della Tim, ma chi sei nella vita di tutti i giorni?

Anzitutto sono nato in Belgio, cresciuto a Rimini e ho fatto il liceo della comunicazione, dove studiavo cinema e tv. Fatto questo mi sono buttato nel mondo dello spettacolo e mi sono trasferito a Roma con la scusa di studiare architettura. Quindi sono entrato al centro sperimentale di cinematografia che tutt’ora sto frequentando.

L’occasione di far parte della TBand come è arrivata?

E’ arrivata inaspettatamente. Facendo parte del centro sperimentale sono entrato con più facilità in un’agenzia di spettacolo. Il mio agente mi ha chiamato e mi ha detto che c’era un provino molto importante, anche se all’inizio non si sapeva chi era il committente. Ho fatto questo casting dove mi si chiedeva di improvvisare, di cantare e mi fecero suonare il pianoforte, la betteria e altre cose. Alla fine ho scoperto poco prima dell’inizio della campagna promozionale che si trattava della Tim quindi è stato divertente.