A pochi giorni dalla chiusura definitiva di Centocinquanta, il varietà di Raiuno che ha celebrato i 150 anni dell’Unità d’Italia, Bruno Vespa getta acqua sul fuoco a proposito del litigio, a fine puntata, con Pippo Baudo in seguito all’inserimento di Michele Santoro (e l’esclusione di altri come Sergio Zavoli, Piero Angela, Tito Stagno, Paolo Frajese) tra i grandi nomi del giornalismo italiano. Un episodio mal digerito dal conduttore, che avrebbe addirittura sputato ad un autore del giornalista. In una nota, Vespa si è apprestato a smentire ogni fantasiosa ipotesi su una brutta pagina di televisione:
Non ero stato informato dei volti storici della Rai che sarebbero stati proiettati alla fine del programma e trattandosi di casa nostra la scelta era ovviamente delicata. Quando ho visto che la storia del giornalismo Rai era incarnata dal solo Michele Santoro l’ho considerato un gravissimo errore prima che una stupida provocazione, non nei miei confronti, visto che ero in studio, quanto degli assenti e della stessa Rai. Non ho mai lesinato a Santoro complimenti professionali pur dissentendo radicalmente da tante sue scelte, ma la storia del giornalismo in Rai è fatta anche – per fare solo qualche esempio – da Sergio Zavoli, Piero Angela, Tito Stagno, Paolo Frajese. Se Santoro fosse stato inserito in quel gruppo, non avrei avuto nulla da obiettare. Per questo mi sono infuriato. E poiché avevamo già largamente sforato e trovavo ridicolo che dopo la conclusione prevista con la banda del Carabinieri fosse stato inserito a mia insaputa un altro pezzo dell’ottimo Edoardo Bennato, ho deciso di chiudere la trasmissione. Nessun abbandono del programma, dunque ma solo un tardivo ritorno alle regole.