Chi vuol essere milionario, l’inutile agonia di un game show ormai morto

 Hanno tentato di tutto per riavvivare un game show pronto per una meritata pensione. Prima l’aggiunta del quarto aiutino, poi la versione flash senza suggerimenti e tempo limitato, adesso si punta sull’introduzione di una zona safe a discrezione del concorrente, senza alcun particolare risvolto sul meccanismo del gioco.

La macchina di Chi vuol essere milionario sembra piuttosto arrugginita ed ha bisogno di un’oliata piuttosto incisiva nel tentativo di ricreare la suspence (che dura il tempo della scelta del traguardo) e partecipazione attiva dei telespettatori come nelle prime edizioni. Non basta la verve e simpatia contagiosa di Gerry Scotti ed il clima familiare percepito oltre gli schermi, a rinnovare un format che, sinceramente, ha stancato e perso di imprevedibilità (merito anche degli eccessivi break pubblicitari).

Pomeriggio Cinque, Barbara D’Urso rispolvera il trash di successo

 Dopo l’infelice parentesi estiva di A Grande Richiesta (chiusa per emorragia di spettatori), Barbara D’Urso torna al suo primo amore: l’angoscioso trash d’autore, che tanto l’ha premiata nelle ultime due edizioni. A Pomeriggio Cinque, la bislacca conduttrice sfoggia il meglio del suo repertorio e qualche piccola novità. La rubrica Cara Barbara raccoglie le storie della gente comune, che non si sottrae alle telecamere pur di un attimo di malsana visibilità. Pronta per una nuova lunga avventura, la D’Urso affila le unghie e si prepara a vincere la guerra degli ascolti contro la corazzata Sposini – Venier, in forza a La vita in diretta.

Si passa, con disinvoltura, da fatti di cronaca nera (la rapina in banca di una mamma e il litigio in sala parto tra due medici) a gossip esclusivi (l’investitura ufficiale di Elena Santarelli nella contrada del bruco, a cui appartiene il compagno Bernando Corradi e la storia d’amore tra Francesco Facchinetti e Alessia Marcuzzi) con le immancabili faccine che tanto spopolano sul web.

CriticoTv: piange… il telefono

I nostri lettori spero ci perdoneranno d’aver utilizzato il titolo di un noto successo del 1975 cantato da Domenico Modugno assieme ad una giovanissima Francesca Guadagno, per intitolare il post di questa settimana nella rubrica CriticoTv.

Non per mancare di rispetto al grande e indimenticabile Mimmo, ma un titolo così, per quanto già abusato, ci appariva fin troppo calzante per uno degli argomenti che maggiormente sta attirando l’attenzione dell’opinione pubblica, quello relativo alle intercettazioni telefoniche diffuse da un importante settimanale e di ricasco da numerosi quotidiani.

Osserviamo come non sia la prima volta che certe circostanze nel nostro Paese, come crediamo anche all’estero, si vengano a creare solo in determinati momenti della vita politica, con il chiaro intento di mandare un messaggio di disapprovazione verso questo o quel personaggio e comunque non si può impedire a chicchessia, in uno stato che si dichiara democratico, di venire meno al diritto di cronaca che è alla base del vero e sano giornalismo.

CriticoTv: il doppiatore, questo sconosciuto

Singolare destino quello del doppiatore, dover convivere con l’ombra di se stesso, rappresentata dall’immagine dell’attore a cui presta la voce. Lo stesso personaggio meritevole del successo nella misura in cui si esprime, si porge al telespettatore, insomma a condizione che chi lo doppia sia all’altezza nel rendere sentimenti ed emozioni di colui che appare in video, però alla fine chi viene premiato è l’attore, non la sua voce: quanto basta per sentirsi frustrati.

Come se non bastasse nei titoli di coda delle varie produzioni televisive (al cinema va meglio), i nomi dei maestri della voce compaiono a malapena e comunque nella frazione di un istante, tale da non avere il tempo di poterli leggere. Pensare che quello del doppiatore è uno dei mestieri più affascinanti, tanto che le varie scuole di doppiaggio sono sempre piene di aspiranti a una carriera di difficile conseguimento e che comunque a livello di media, ottiene un riscontro davvero misero.

Per fortuna che ogni tanto qualcuno si ricorda di loro, Cinetivù ad esempio con la storia del doppiaggio curata dal nostro Diego Odello. Questa settimana anche Tv Sorrisi e Canzoni, ha dedicato un servizio ad alcuni importanti nomi del doppiaggio nostrano, il migliore in assoluto, anche se spesso a girare sono i soliti noti in rappresentanza di una schiera ben più nutrita.

CriticoTv: Rai di tutto, di più, ma non in estate

Si fa un gran parlare in questi giorni dei nuovi palinsesti autunnali di Rai e Mediaset, per dell’Azienda di Stato il “d day” sarà il prossimo 16 giugno a Saint Moritz, mentre la società del Biscione illustrerà i propri progetti da quel di Cologno Monzese il 2 luglio.

I giochi sono fatti e i pezzi di un elaborato puzzle si incastrano lentamente in maniera compiuta, mostrando un quadro in cui da una parte un gruppo televisivo forte dell’esperienza di anni, ma impanato nelle oscure acque della lottizzazione cerca finalmente di rinnovare la propria immagine in virtù di un ambizioso piano editoriale, dall’altro un’agile Azienda commerciale risponde colpo su colpo, alzando i toni di una sana e intrigante competizione.

Se si dà una mossa la Rai diventa subito un grande concorrente. Quando vogliono fare le cose per bene, con i mezzi che hanno, diventano subito grandi“. Ha affermato il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, fiducioso del fatto che le due strutture avranno in un futuro non troppo lontano, due ruoli ben distinti, com’è nella logica di chi al momento ha in mano tutto il patrimonio televisivo italiano.

CriticoTv: Bonolis a Sanremo, molto rumore per nulla

Da qualche giorno stiamo seguendo la querelle che vede come protagonista Paolo Bonolis nelle vesti di prossimo mattatore del Festival di Sanremo, una sorta di ultima spiaggia per la manifestazione canora che dopo il flop di quest’anno, vede nel presentatore l’uomo del rilancio poiché proprio lui è stato artefice dell’ultima edizione di un certo successo, quella del 2005, condotta assieme alla coppia Antonella Clerici e Federica Felini.

Niente di male che si cerchi di rivitalizzare in qualche modo un prodotto ormai vetusto e in pieno rigor mortis, quello che ci ha lasciati allibiti è il botta e risposta Rai– Mediaset seguito alla notizia del ritorno di Bonolis in quel di viale Mazzini. Per darvi l’idea degli scambi di battute degni di una soap opera scadente, la cui colonna sonora potrebbe essere la celebre Vengo Anch’io No Tu No di Enzo Jannacci, vi proponiamo un breve resoconto di quello che è avvenuto nelle ultime ore.

Notizia: Bonolis torna a Sanremo!

Piersilvio Berlusconi (vicepresidente Mediaset):”Paolo ha chiesto a me personalmente un anno sabbatico per condurre Sanremo, la cosa non ci dà fastidio e quindi ho detto sì.

CriticoTv: Boris esclusa dalla tv generalista, perche?

Ogni lunedi sera alle 23 mi sintonizzo sul canale Fox, per seguire una nuova puntata di Boris2, la fuoriserie italiana, come è stata definita. E’ uno di quegli appuntamenti fissi a cui non si può mancare, un po’ per l’originalità del prodotto, un po’ per l’irresistibile comicità che lo contraddistingue al punto che ci si chiede come mai il vasto pubblico televisivo non abbia ancora potuto apprezzarne la bontà.

Di fatto Boris, giunta alla sua seconda stagione, pur essendo divenuta in breve tempo un vero cult, è stata del tutto trascurata dalla tv generalista, cosicché coloro che non posseggono l’abbonamento a Sky, l’hanno solo sentita nominare e incuriositi vorrebbero conoscerne i personaggi e le relative storie. Da qualche settimana è disponibile il cofanetto della prima stagione in dvd, ma come si può pensare che un’acquirente possa approfittarne a scatola chiusa, visto che c’è sempre il rischio che possa non piacere? Così nonostante gli scontati passaggi tra amici di dvd duplicati o episodi scaricati dalla rete e il passaparola che spesso si rivela il miglior canale pubblicitario, Boris rimane un prodotto di nicchia, per quale motivo?

Perché secondo voi la tv tradizionale, definiamola così, afflitta dalla fuga di massa dei suoi telespettatori e incapace di produrre trasmissioni davvero originali, di fronte a un prodotto ben fatto e soprattutto già confezionato come Boris, si è tirata indietro?

CriticoTv: Cambio vita…mi trasformo?

Specchio dei tempi: in un’ epoca in cui a malapena lo sguardo si incrocia con quello del vicino, in autobus o in metropolitana, di proposito o mossi da un malcelato, istintivo senso di timidezza, evitiamo di intercettare le occhiate dei nostri dirimpettai, alla fine quello che conta è l’aspetto fisico, non sfigurare al cospetto di quel prossimo da cui troppo spesso cerchiamo di nasconderci.

Un paradosso se volete, ma come dicevamo nell’incipit uno spaccato della nostra società, dove la contraddizione la fa da padrona. Ecco quindi spuntare trasmissioni come Cambio vita ..mi trasformo, a cui abbiamo aggiunto nel titolo un ironico punto di domanda. Il programma ha preso il via ieri sera alle 21 su Sky Vivo (canale 109) condotto dalla bella Natasha Stefanenko, una che non ha certo bisogno di modifiche estetiche ma che di fatto ricopre il ruolo paladina di coloro che poco apprezzano il proprio corpo e desiderano con l’aiuto del bisturi dare una migliore immagine di se.

La conduttrice incontra la protagonista di turno, nella fattispecie Chiara, affatto soddisfatta del proprio aspetto femminile, con un ragazzo dal quale ha difficoltà a farsi guardare, di fatto una complessata: poche curve, cicciotella, a scuola zimbello della classe per la sua eccessiva rotondità. Che fare? Mettersi nelle mani degli specialisti del settore che la rimetteranno a nuovo restituendogli una nuova voglia di vivere, che c’è di male in fin dei conti?

CriticoTv: Vieni avanti cretino

Far ridere, una delle componenti più difficili nel lavoro di un attore. La comicità è una arte, che si acquisisce con un duro lavoro su se stessi, fatto di tempi giusti e buone battute proposte con una tecnica di esposizione che deve dare al risultato finale: le risate del pubblico, il massimo della ridondanza, perché se una battuta geniale, non viene proposta nel giusto modo rischia d’essere bruciata e procurare solo sorrisi superficiali a chi le ascolta, come quelli causati da un leggero solletico.

Robero Ciufoli e Pino Insegno, ci hanno proposto ieri su Retequattro, la prima delle quattro puntate di Vieni Avanti Cretino, un programma che si propone di rispolverare gli antichi fasti dell’avanspettacolo. Riportare alla memoria, in un Paese in cui ci dimentichiamo troppo presto di promesse non mantenute e di personaggi che invece andrebbero ricordati ogni giorno, può essere motivo d’elogio se consideriamo che l’avanspettacolo ha dato il la a fior di comici divenuti poi fiore all’occhiello di una certa tradizione tutta italiana.

Peccato che il programma visto ieri sera sia più che altro autoreferenziale, con il conseguente risultato di una comicità sterile e manieristica, quella vera dei tempi che furono ci è apparsa lontana anni luce. In più di un momento ci è sembrato di seguire un’esibizione de Il Bagaglino, con cui guarda caso, il programma spartisce lo stesso autore, Pier Francesco Pingitore: stessa cornice, con un pubblico in primo piano pronto a sorridere alla minima scemenza , eguale comicità pecoreccia dove le battute autenticamente divertenti si contano sulle dita di una mano.

CriticoTv: Ridateci lo Scrondo!

Nel 1988 Antonio Ricci, con la partecipazione della premiata ditta Disegni e Caviglia, realizzò per Italia 1 il programma Matrioska, esperimento televisivo destinato a lasciare il segno nella storia del piccolo schermo.

Fra i vari personaggi che popolavano la trasmissione tra cui una Moana Pozzi in grande spolvero, che deliziava il pubblico nell’abbigliamento più consono al suo ruolo ovvero senza veli, c’era lo Scrondo, animaletto dissacrante e malefico il cui scopo era quello di criticare con atteggiamenti scurrili i personaggi tv più in voga del momento fra cui Pippo Baudo, il corvo Rockfeller, nonchè l’Ape Maia, sodomizzata in maniera sistematica da questo sgorbio verde e deforme.

La trasmissione venne quasi subito interrotta per i suoi contenuti giudicati volgari dall’editore (Silvio Berlusconi) e solo per la minaccia di dimissioni da parte di Ricci fu ripresa poco dopo con il titolo di Araba Fenice: nel cast ancora Moana in versione piu’ soft e uno Scrondo meno intemperante.

CriticoTv: La7, addio alla tv di qualità?

Come avrete capito dal titolo, Critico Tv, complice il fine settimana festivo, questa volta più che lamentarsi di qualche magagna televisiva, lancia un grido accorato a favore di uno dei canali, tra i pochi degni di nota nell’uniforme panorama analogico italiano, del quale più di una volta proprio dalle pagine di questo sito abbiamo tessuto le lodi: La7.

Si cari amici, perché proprio a causa delle ultime vicende che hanno visto protagonisti, i vertici del famoso marchio, temiamo fortemente non tanto per il futuro del canale stesso, quanto per i contenuti, che nei prossimi mesi potrebbero venire stravolti in nome dei soliti, scontati, motivi di cassetta. Un timore neanche troppo velato, del quale si è fatto portavoce fra i tanti anche il famoso critico televisivo Aldo Grasso dalle pagine del Corriere Della Sera.

Cosa è successo a La7 vi chiederete? E’ presto detto: lo scorso autunno Antonio Campo Dall’Orto, in qualità di amministratore delegato di Telecom Italia Media, la società che di fatto controlla La7 e la consorella Mtv, assume la direzione di entrambi i canali (lo era già di Mtv), con il chiaro intento di risollevare le sorti proprio de La7 , la cui audience anemica in questi anni di gestione Telecom non è mai riuscita a superare la barriera del 3%.

CriticoTv: palinsesti alla deriva, dov’è il rispetto per il pubblico?

Ci capita spesso di considerare la programmazione dei vari canali tv come delle ampie autostrade, dove le trasmissioni, simili a automobili, corrono veloci, il cui profilo a mala pena visibile sparisce rapidamente all’orizzonte, giusto il tempo di dare un’occhiata e già non ci sono più per lasciare posto ad altre nelle intenzioni dei costruttori più belle, più potenti, (fosse vero!).

Ce li immaginiamo i direttori dei canali televisivi, davanti una scacchiera, impegnati a muovere le pedine, nella fattispecie i programmi, con l’evidente intento di mettere in scacco l’avversario, tutto questo però senza tenere conto di un fattore fondamentale, privato del quale la stessa tv non avrebbe motivo d’esistere: il pubblico.

Siamo un po’ stanchi di vedere programmi che spariscono, slittano d’orario, cambiano data di programmazione, di settimana in settimana, se non di giorno in giorno, tutto questo perché qualcuno in nome del solito Dio, l’Audience, ha deciso che quel determinato prodotto televisivo non va più bene anche dopo la messa in onda di una singola puntata.

CriticoTv: Abbiamo davvero toccato il fondo!

Il trash televisivo non molla la presa, morde ai calcagni e la vittima predestinata alla fine si arrende al suo aguzzino. Una visione macabra direte voi, ma a rigor del vero non saprei proprio in quale altro modo definire ciò che da qualche settimana sta accadendo in quel del Grande Fratello, del quale forse troppo presto avevamo cominciato a recitare un mite de profundis.

Il padre di tutti i reality, in affanno nella sua ultima edizione, anemico negli ascolti ancor meno nelle idee, cala un’improbabile asso, alla fine rivelatosi la sua unica e purtroppo vincente carta. La personalità che più di tutte, nel qualunquismo più bécero in cui è ormai da tempo sprofondato il programma, incarna l’anima del vero opportunista, del puro arrivista a tutti i costi, colui che nella realtà forse sfuggiremmo ma che, dati auditel alla mano, attraverso lo schermo televisivo, emana un fascino sottile al punto da far lievitare l’audience.

Fin dal primo giorno nella casa Roberto Mercandalli detto il “cummenda”, si era distinto per i suo fare da gran fighetto, un accento meneghino al limite della caricatura e i modi di chi vorrebbe apparire come colui che si è fatto da se. L’abbigliamento curato e griffato, talvolta singolare come i calzini “incorporati” nelle ciabatte, danno l’idea di un personaggio quanto meno caratteristico, su cui di fatto comincia a ruotare il gran baraccone del reality televisivo.

CriticoTv: il Paese delle veline

In questa Italia mortificata e bistrattata da un certo malcostume, dove le famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese e con una tv che inneggia al benessere sfrenato, è ormai insita nella gente la cultura dell’arrivismo facile o se volete la voglia di protagonismo spicciolo, che porta molte ragazze ad avere come massima aspirazione quella di diventare velina.

Eccole in fila quindi, rigorosamente accompagnate dai genitori, come accade in questi giorni davanti agli studi Mediaset di Cologno Monzese, per farsi notare, alla ricerca di un attimo di gloria che potrebbe valere una vita. L’opportunità di dare una svolta alle proprie aspirazioni è troppo ghiotta per potervi rinunciare e se un tempo un padre o una madre avrebbero opposto un netto diniego di fronte a una prospettiva simile, ora invece danno la loro benedizione, incoraggiandola.

In fin dei conti che c’è di male a diventare velina? Le due fortunate avranno soldi e gloria, probabilmente si fidanzeranno con un calciatore, per poi ottenere, una volta terminata l’esperienza nel tg satirico di Antonio Ricci, un’importante credenziale per il mondo dello spettacolo, che le vedrà diventare attrici, presentatrici o quant’altro, come dimostrato dalle illustri colleghe Maddalena Corvaglia e Elisabetta Canalis, tanto per citarne un paio.