Sanremo 2011 seconda serata soporifera: Andy Garcia ingrombante, Luca e Paolo castigati, Belen e la Canalis spumeggianti

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Dopo appena due serate, il Festival di Sanremo di Gianni Morandi sembra già vecchio, e lontano anni luce, dai fasti dei suoi predecessori (Bonolis e Clerici solo per citarne alcuni). Il ritmo incalzante, auspicato da molti detrattori e gli stessi addetti ai lavori, stenta a trovare una direzione concreta e convincente.

CONDUZIONE: Gianni Morandi non è un conduttore puro (e nemmeno ha la presunzione di passare per tale), ma fatica a recuperare un suo spazio da timoniere di tutta la carovana festivaliera. Eccede in naturalezza, non offre gli assist vincenti per le battute di Luca e Paolo, si limita allo stretto necessario. Ma a questo punto, ci si chiede… a cosa sono serviti sei mesi di preparazione autorale per un risultato piuttosto scarso in termini di testo? Ritrova serenità e consapevolezza solamente quando viene coinvolto dalle due improbabili spalle in un remix comico dei suoi maggiori successi. Ora sì che è più chiaro il tormentone ‘Siamo tutti uniti, siamo una squadra’. Le due primedonne dello show, Belen Rodriguez e Elisabetta Canalis, sono uscite fuori dal guscio e come due collegiali impertinenti, si sono guadagnate il palco a colpi di balletti ed esibizioni canore (sublime l’interpretazione di Malo da parte della showgirl argentina).

Sanremo 2011 prima serata: Luca e Paolo fenomenali, Antonella Clerici penosa e tutto il resto è noia!

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Se il buongiorno si vede dal mattino, per la corazzata capitanata da Gianni Morandi si prospettano altri quattro giorni di tempesta fuoribonda. La sessantunesima edizione del Festival di Sanremo fa acqua da tutte le parti (nessuno è immune da oggettive responsabilità). E se si arriveranno a sfiorare i 10/12 milioni di spettatori è già grasso che cola.

CONDUZIONE: Improvvisata, quasi assente il copione (per il dispiacere degli autori), naturale (forse anche troppo) e senza un minimo di ritualità. E’ lo stesso padrone di casa a ribadire che nasce come cantante (per fortuna) e che difficilmente si adatta ai ritmi della tv. Le quattro spalle non sono all’altezza della situazione, fortemente rigidi e inadatti al ruolo. Pian piano, si scade nella routine più assoluta, costringendoci ad una lunga dormita rigenerante.

CAPITOLO BELEN RODRIGUEZELISABETTA CANALIS La lunga assenza iniziale delle due attesissime superdive da rotocalco, aumenta le aspettative (deluse nel giro di pochi minuti). Ha giocato molto l’emozione, ma si nota, da subito, che le due showgirl, hanno poca dimestichezza con una platea così prestigiosa. Così, la loro presenza sul palco si riduce a sporadici siparietti mal preparati, a canoniche introduzioni di pezzi e balletti di indubbia qualità artistica. Riusciremo mai a scoprire il reale motivo del loro ingaggio sanremese?

Kalispera: Canale 5 ha trovato in Alfonso Signorini la risposta gay friendly al Porta a Porta di Vespa?

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Buon debutto (anzi ottimo) per Kalyspera, il programma in seconda serata condotto da Alfonso Signorini, visto da 2.041.000 telespettatori, share 19,35%. Dalla prima puntata si direbbe che Canale 5 abbia trovato una valida alternativa al Chiambretti Night e a Matrix di Alessio Vinci. Nulla di particolarmente originale ma come in questi casi è il padrone di casa a fare la differenza. Familiare, pungente, irriverente e sarcastico quanto basta, il direttore di Chi e Tv Sorrisi & Canzoni è riuscito nell’impresa non facile di portare a casa un prodotto gradevole, ricco di sfumature, figlio di quella tv della serenità e dai toni pacati che il pubblico acclama a gran voce.

Tocca a Simona Ventura, sempre più in odore di un suo ritorno a Mediaset, inaugurare la prima edizione della trasmissione che ammicca tantissimo alla concorrenza. Il cane mascotte guarda caso si chiama Vespa, Signorini si cimenta in intervista cuore a cuore sulla falsa riga di Barbara D’Urso, Gabriele Parpiglia (autore del format assieme a Irene Ghergo e Chicco Sfondrini) e Ana Laura Ribas imbucati doc nelle feste più glamour del momento come gli inviati di Lucignolo. Elena Santarelli è stata, invece, la vera rivelazione della trasmissione: il suo rientro in tv è tutt’altro che passato inosservato: la signora Corradi dimostra di avere le carte in regola per stare nel piccolo schermo… sa ballare, improvvisare, tenere un palco e conquistarsi la telecamera non solo col corpo ma anche (e soprattutto) con l’uso della parola.

Il pubblico da casa: format gradevole ma non da prima serata

 Che Il pubblico da casa fosse un flop annunciato (appena 2.341.539 spettatori ed uno share pari al 9,52%) era tangibile già dai primi istanti della diretta. E’ palese che Raiuno stia giocando ampiamente la carta dell’amarcord nostalgico per fidelizzare un pubblico sempre più vasto (basti pensare a I Migliori anni o ai bambini di Ti lascio una canzone alle prese con motivetti del dopoguerra passando per DaDaDa).

Per dare vitalità ad una prima serata ormai morta (e priva di contenuti nuovi), l’azienda di Viale Mazzini ha deciso (toppando clamorosamente) di puntare su una costola di DaDaDa in versione interrativa. Metti una voce fuori campo (Max Giusti in versione Lucignolo), aggiungi un televoto gratuito (solitamente appannaggio di un pubblico giovane), mescola il tutto con sfide tra due temperamenti nettamente contrapposti (i ruvidi ed i teneri) con relative immagini di repertorio per ottenere un mix gradevole ma troppo lungo e ripetitvo per occupare l’intero slot prima del Porta a Porta di Vespa.

The Call: l’insuccesso di Teo Mammucari passa per la brutta copia di Libero

 Un pò one man show, tanto game: il ritorno di Teo Mammucari in tv non brilla per ascolti (appena 1.743.000 spettatori, share 8,14%). Sicuramente, The Call, l’irriverente quiz di Italia 1 ha patito una concorrenza spietata: i Migliori Anni di Carlo Conti, le serie tv polizesche di Raidue, gli ultimi aggiornamenti sul caso Sarah Scazzi a Quarto Grado.

E’ inequivocabile che il programma somigli ad una delle punte di diamante di Mammucari, Libero: scherzi telefonici a raffica ed ignari vittime alle prese con le più disparate storie, un gruppo di sgallettate “raccomandate di lusso” con tanto di riferimento ai politici italiani, una valletta muta, Marysthell, ex Pupa, qualche ospite di spessore come Giampiero Mughini, Maddalena Corvaglia e Massimo Boldi ed un nuovo tormentone (“La parola fatata è la patata”) non rievochano i fasti dei vecchi tempi.

Filumena Marturano: il riscatto del teatro in prima serata passa per Raiuno?

 Il direttore di Raiuno, Mauro Mazza starà gongolando come un bambino in fasce per gli ottimi risultati di Filumena Marturano, che ieri sera, ha battuto nettamente la concorrenza degli offuscati Cesaroni 4, con 5.714.000 spettatori, ed uno share pari al 20,43%. Lo spettacolo teatrale arricchito da un superbo Massimo Ranieri e una spaesata (seppur brava) Mariangela Melato ha avuto l’unico riconosciuto pregio di rispolverare e tradurre in italiano uno dei testi più difficili ed impegnati del grande Eduardo De Filippo.

Attingendo dalla storia originale, i protagonisti hanno dato vita ad un intreccio moderno (la paternità non riconosciuta) fondendo la giusta teatralità dei grandi attori ed un pizzico di raffinata ironia che il pubblico avrà sicuramente colto nelle espressioni marcate del viso di Ranieri e dalla voce dominante della Melato. Non dimentichiamo che ci troviamo di fronte ad una pièce pensata per il piccolo schermo: la regia, l’ambientazione, il tipo di recitazione… tutto è adattato indubbiamente ai tempi (e alle esigenze) del telespettatore medio di Raiuno.

Trasformat: Enrico Papi alla ricerca disperata di un format che convinca il pubblico di Italia 1

 Enrico Papi ha inaugurato, stasera, il nuovo access prime time di Italia 1 proponendo un innovativo format basato sul gioco delle trasformazioni. Il quiz, che porta per titolo Trasformat, rivela alcune lacune tangibili sin dai primi minuti di messa in onda: l’idea di fondo del programma (più o meno carina) è quella di indovinare le facce modificate delle celebrities di mezzo mondo attraverso indizi di varia natura. Peccato che, dopo un pò, il meccanismo risulti alquanto noioso e troppo scontato.

Il game di Papi manca di brio (per fortuna supplisce con una sana dose di divertimento che non guasta per digerire la cena) e coinvolgimento emotivo. Ad arricchire il gioco, direttamente da Zelig, Katia Follesa che, ispirata più che mai, improvvisa simpatiche gag sui volti svelati: una voce fuori dal coro più che una presenza comica nel senso puro del termine. E’ briosa, impertinente, giocherellona, spigliata anche quando deve continuamente aggiustarsi il vestito gessatissimo per evitare fuoriuscite biricchine.

Victor Victoria, La7 pronta per l’assalto alla seconda serata Rai e Mediaset

 Tra le tante novità più o meno riuscite, La7 ripropone i suoi prodotti migliori per rubacchiare qualche punticino di share a Rai e Mediaset. Ieri sera, Victoria Cabello ha inaugurato la nuova stagione del suo Victor Victoria con un lusinghiero share del 2,61% (192.000 spettatori) in netta contrapposizione al finale di X Factor, Parla con me su Raitre e Chiambretti Night su Canale 5.

Da impertinente padrona di casa, non le manda a dire a nessuno: chi è ospite nel suo programma non sa mai cosa gli aspetta: la conduttrice gioca con i tempi televisivi: sa quando scherzare, scatenarsi e prende bonariamente in giro il principe Emanuele Filiberto. Geppy Cucciari si conferma ottima spalla, un’autentica mattatrice dalla battuta pronta e pungente. I suoi sondaggi, sempre esilaranti, quest’anno sono supportati da una grafica completamente rinnovata e tridimensionale.

Tremate tremate Le Iene (più cattive che mai) son tornate!

 Tra i baby talenti di Ti lascio una canzone 4 ed i drammi di Il peccato e la vergogna, sono tornate a grande richiesta Le Iene. La lunga pausa estiva avrà sicuramente giovato al gruppo di lavoro capitanato da Davide Parenti. Gli impertinenti inviati del programma di Italia 1 si sono mostrati più agguerriti che mai e sempre più desiderosi di combattere le ingiustizie della nostra società. Pochissime le novità e tante conferme. A partire dai conduttori, Ilary Blasi, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, affiatatissimi e di una comicità disarmante, spontanea, fuori da ogni copione.

Per inaugurare la nuova stagione, gli autori calano gli assi migliori: l’irruzione a Miss Italia per dei pagamenti non effettuati dall’organizzazione della manifestazione a favore degli albergatori di Salsomaggiore e la sfuriata di Bruno Vespa, reo di aver fatto apprezzamenti troppo espliciti al decollété di Silvia Avallone durante il Premio Campiello. Non mancano nemmeno le inchieste che, negli anni passati, hanno scosso l’opinione pubblica: allettanti proposte lavorative in cambio di sesso, furto facile negli appartamenti e la vita dei soldati americani in Iraq.

Se…a casa di Paola, la Perego convince ma non stupisce

 All’annuncio dell’arrivo di Paola Perego nel pomeriggio di Raiuno, al posto della Balivo, mi ero chiesto se fosse stato necessario mandare in pensione Festa Italiana per un nuovo contenitore. Guardando il debutto di Se…a casa di Paola, ho trovato giusta risposta al mio interrogativo. La struttura del programma è praticamente la stessa. Di nuovo c’è ben poco. La classica intervista su una panchina (protagonista è la giovane Georgia Luzi) si alterna al momento amarcord in cui si rivangano i fatti più importanti degli anni 70.

Se le idee scarseggiano (ma siamo solo alle prime puntate), la Perego riesce fortunatamente ad imporre il proprio stile di conduzione. E’ garbata, sorridente, attenta osservatrice, sa mettere a proprio agio gli ospiti in studio come una perfetta padrona di casa. Lo scontro con Maria De Filippi si giocherà su un terreno comune: le storie vere della gente semplice, i drammi del passato con un occhio strettissimo all’attualità.

La vita in diretta: Mara Venier e Lamberto Sposini, una coppia esplosiva!

 Alla vigilia del debutto della diciottesima edizione de La Vita in diretta, i telespettatori (ed i critici più pungenti) nutrivano seri dubbi sul feeling tra la new entry Mara Venier e Lamberto Sposini, alla terza conduzione nel contenitore pomeridiano di Raiuno. Davanti a sorrisi prolungati, gag da caserma e siparietti di pura comicità, la neo coppia ha messo a tacere tutti i detrattori. Nonostante una piccola gaffe iniziale (la Venier è convinta di condurre ancora Domenica In) ed un’intervista doppia che emula spudoratamente le Iene, gli ingredienti sono più che incoraggianti ed insaporiti da un giusto mix di argomenti.

Si passa con parecchia disinvoltura dalla cronaca (il rapimento o fuga di Sara Scazzi) al gossip rosa (il matrimonio superblindatissimo di Serena Autieri e la vicenda di Alessia Mancini, aspirante Miss Italia, tacciata di essere trans) con professionalità, ironia senza prendersi troppo sul serio. L’ingaggio della Venier sembra aver portato una ventata di freschezza nel salotto di Raiuno. Sposini si lascia coinvolgere dal vulcanico temperamento della conduttrice, lanciandosi addirittura nell’intonazione del jingle della trasmissione e in doppi sensi piuttosto equivoci. E appare, anche più sorridente e meno ingessato. Esame superato brillantemente.

Pomeriggio sul 2: Infante – Balivo (con il terzo incomodo Lorena Bianchetti) nulla di nuovo in pentola

 Titolo nuovo, formula vecchia (anzi antiquata). Il Pomeriggio sul 2 di Caterina Balivo e Milo Infante rispolvera dalla soffitta i pezzi più pregiati dei suoi storici antenati. Una miscela collaudata (strettissima attualità, gossip, cronaca nera) che lancia la sfida ad Uomini e Donne di Maria De Filppi e Se…a casa di Paola di Paola Perego. La Balivo, ancora scottata dalla retrocessione a Raidue, mostra (almeno in video) di trovarsi a suo agio con il giornalista. E’ spigliata, dinamica, naturale, vive la diretta con spontaneità. Infante sta allo scherzo e si lascia trascinare dalla verve tutta napoletana della collega.

Il programma ricorda vagamente i talk show di Pomeriggio 5 (l’intervista senza peli sulla lingua a Cecilia Rodriguez e il dibattito sulla chirurgia estetica con ospiti Nora Amile e Alessandro Rostagno) e il salotto di Festa Italiana (un pò di tv del dolore è sicura garanzia d’ascolti. La guerra è spietata e in qualche modo bisogna pur sopravvivere: in questa puntata sono stati invitati i genitori della piccola Angela Celentano a sostegno della mamma di Sara Scazzi, scomparsa da quasi tre settimane). Gli interventi del pubblico, sull’argomento del giorno, sembrano tutt’altro che naturali.

La Prova del Cuoco: Antonella Clerici ritorna nel suo regno ed è subito festa

 Dopo quasi due anni di assenza dai fornelli di Raiuno, Antonella Clerici si ritrova col pubblico de La Prova del Cuoco, accolta da una parata di chef riservata alle grandi dive. Il fan club presente in studio, un saluto speciale a Rita Dalla Chiesa dirimpettaia, da tante stagioni, con il suo Forum e l’inevitabile commozione per un programma a cui hai dato anima e cuore, scandiscono i primi minuti di “smarrimento” all’interno della sua creatura tv.

Un ritorno in pompa magna, quindi, festeggiato con tutti i crismi. L’aspetto familiare e tradizionale della trasmissione (addolcito ulteriormente dall’immagine fresca da neo mamma della Clerici) soppianta, in pochi secondi, l’ombra di Elisa Isoardi, sostituta “scomoda” che non è riuscita mai ad integrarsi pienamente con lo spirito goliardico de La Prova.

Chi vuol essere milionario, l’inutile agonia di un game show ormai morto

 Hanno tentato di tutto per riavvivare un game show pronto per una meritata pensione. Prima l’aggiunta del quarto aiutino, poi la versione flash senza suggerimenti e tempo limitato, adesso si punta sull’introduzione di una zona safe a discrezione del concorrente, senza alcun particolare risvolto sul meccanismo del gioco.

La macchina di Chi vuol essere milionario sembra piuttosto arrugginita ed ha bisogno di un’oliata piuttosto incisiva nel tentativo di ricreare la suspence (che dura il tempo della scelta del traguardo) e partecipazione attiva dei telespettatori come nelle prime edizioni. Non basta la verve e simpatia contagiosa di Gerry Scotti ed il clima familiare percepito oltre gli schermi, a rinnovare un format che, sinceramente, ha stancato e perso di imprevedibilità (merito anche degli eccessivi break pubblicitari).