Sanremo 2011: cresce l’attesa per un festival che vuol divertire

Dodicesimo appuntamento stagonale con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla dell’attesa che si è creata attorno al Festival di Sanremo 2011.

Se i giovani si stanno allontanando ogni giorno di più dalla televisione, non si può dire certo lo stesso per il variopinto mondo musicale. Ragazzi di tutte le età convivono ormai tra telefonini, mp3, videogiochi e oggetti virtuali in tutti i passaggi della loro vita. Addirittura bambini di due anni già sanno armeggiare con la tecnologia più avanzata, figuriamoci cosa mai potrà accadere tra qualche anno. Sanno tutto, conoscono i dettagli, sembrano piccoli mostriciattoli già esperti della materia, come se lo avessero sempre fatto. La tecnologia avanza e le menti dei più piccoli sono subito pronte a recepire i nuovi messaggi, conoscono a perfezione come spingere un tasto o come sfiorare uno schermo, dove e come giocare con un’applicazione per Iphone o Ipod. La televisione sta a guardare, a cosa serve ai più piccoli guardare qualcosa che sta dentro uno schermo senza gestirla direttamente. Non si può scegliere, nessuno può parlare direttamente con il conduttore, con l’attore preferito, suggerire qualcosa, si può solo cambiare canale o spegnere la tivù. Il baby telespettatore ormai sta diventando un grande telespettatore, ha saltato la fase baby ed è già in fase avanzata. Se la tivù non attira, ecco che arrivano in sua difesa, cugini, nipoti e pronipoti, ovvero lettori mp3, smartphone, internet e la super innovazione telematica che ormai ha sbaragliato la Regina Tv. Almeno per quanto riguarda la fascia più giovane.

Quest’anno sembra quasi che anche un colosso musicale come Sanremo stia ripescando tutti i suoi Assi persi per strada nelle ultime edizioni, come nella favola di Pollicino, dileguati dietro briciole già mangiate, quasi quasi il sempre verde Gianni Morandi vuole riportare a casa il classico Festival della Canzone Italiana, laddove neanche Pippo Baudo è più riuscito. Fermi tutti perché quest’anno si fa sul serio, Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis aprono in questi giorni le danze delle interviste per la manifestazione Italiana più importante da sempre nel nostro panorama artistico. A seguirle ecco la coppia che scoppia, coloro che potranno veramente giocarsi un bel pezzo di carriera, i volti più simpatici di Italia 1 sono già carichi, Luca e Paolo prendono una pausa da Camera Cafè, si raffredda il ristretto e giungono nello sfarzoso Ariston di Sanremo. Un Festival divertente e rilassante, sembra quasi che l’idea di quest’anno possa essere, sorridiamo, svaghiamo la mente, gongoliamoci un po’ sul voler essere leggeri che di guai l’Italia ne sta passando già a quintali.

Addio Televisione, internet alla riscossa: gli adolescenti pensionano la tv che li dimentica

Undicesimo appuntamento di stagione con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla della del web che sorpassa la televisione nelle preferenze degli adolescenti.

Che vita da teenager. Proprio tutti rimpiangiamo il periodo più divertente della nostra vita e chi vive quell’età invece, cerca di divertirsi come meglio può cercando di sembrare sempre più grande. In fondo non ci sta mai bene niente, se siamo adolescenti vogliamo essere adulti, se siamo maturi vogliamo spassarcela come quando avevamo l’età scolastica. L’età delle superiori per intenderci, quella in cui tutti possono fare tutto, dove è permesso il gioco, distrazioni e momenti per lo svago. I teenager attuali sono forse un po’ meno ribelli rispetto a quelli di qualche anno fa, sanno il fatto loro, sono già dei piccoli grandi, credono di avere il mondo in mano. Si sentono adulti in miniatura e optano scelte ben mirate, quasi mai a caso, sanno cosa fare a scuola, nel tempo libero, con i genitori, con gli amici.

Una statistica di qualche giorno fa ci avvisa che i nuovi adolescenti del 2010 usano internet come acqua fresca, il web è diventato pane, vitale importanza detengono i rapporti sociali sulla rete, si “surfa” lontano dalla paura, si regalano numeri di cellulare senza troppa fatica, ci si incontra dopo un breve corteggiamento, si consuma un’eventuale incontro dopo poca attesa, non esiste più il sacrificio per aspettare qualcosa di veramente desiderato. Ogni ragazzino può possedere tutto ciò che ha sempre sognato, mamma e papà sono pronti ad assecondarli in ogni loro volontà, assaporare un dolce, aspettando ore dalla sua preparazione è prerogativa di pochi ormai, c’è già la comoda merendina pronta e confezionata. Tutto è già servito, non c’è fatica, non si deve pensare troppo al come raggiungere una tappa, è facilmente regalata. Più passa il tempo e meno si riesce a gestire al meglio una fetta di pubblico così ostile, sempre meno interessata al passato, ma continuamente in corsa verso il futuro.

Rosemary Altea, Medium, Maghi e Sensitivi: Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi

Decimo appuntamento di stagione con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla della presenza di maghi, medium e sensitivi in tv.

La magia affascina proprio tutti, il fascino per l’irrealizzabile, il sogno, ciò che vorremmo essere. Fin da piccoli sogniamo di essere altre persone, di trasformarci, di vederci altro, chi sogna di essere un supereroe, chi un mago, chi una fata, chi un personaggio dei cartoni animati. Già nei primi anni di vita speriamo di poter essere fantastici e potenti. Un po’ tutti i sogni dei bambini sono anche questi.

Più passano gli anni però e l’irrealizzabile diventa sempre meno possibile, ci si avvicina a pensare che il realizzabile tuttavia è il mezzo più veloce per vivere e per credere. Essere concreti e vivere meno con le gambe per aria aiuta a sentirsi in contatto terreno, ad essere più presenti con la testa e viaggiare meno di fantasia. I desideri dell’età dei giochi si perdono e scoppiano come in una bolla di sapone, esplodono in mille pezzi per dimenticare l’essenza della genuinità e del volersi divertire immaginando oltre. Un oltre non ben identificato, ma sicuramente magico e scintillante.

Non è un caso che in tivù tutti i cartoni animati di grande successo abbiano avuto come minimo comun denominatore eroi o eroine, streghe o maghi. Da bambini si è spesso desiderato di possedere una bacchetta magica per poter cambiare il mondo a proprio piacimento. Se questi poteri magici però, non riusciamo ad averli in totalità, perché troppo presi dalla nostra quotidianità e dalla razionalità che incombe, ecco spuntare della varie alternative.

Uno Zecchino D’Oro senza oro nella settimana Mondiale per i Diritti dei bambini

Foto: AP/LaPresse

Nono appuntamento di stagione con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla della settimana Mondiale per i Diritti dei bambini e dello Zecchino d’oro.

Nella settimana appena trascorsa, anche internet ha voluto dire la sua per ricordare un episodio sicuramente importante per la nostra storia. Dobbiamo andare indietro nel tempo, viaggiando esattamente nel 20 novembre 1959, quando l’Assemblea Generale dell’Onu adottò la Dichiarazione dei Diritti dei Bambini ed approvò la Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia; tra i suoi scopi quello di assicurare ad ogni bambino Salute, Istruzione, Uguaglianza e Protezione. Sono passati cinquantuno anni e per l’occasione anche uno dei più grandi social network si è colorato a festa. Se Google, ha voluto ricordare tutti i bambini nel suo logo, disegnandoli durante i loro principali momenti della giornata, dal risveglio alla scuola, facebook invece, social network per eccellenza, ha scelto di invitare tutti i suoi abitanti a cambiare la propria foto personale nell’obiettivo di voler ricordare i propri cartoni animati preferiti del passato. Una settimana intera per poter festeggiare con simboli semplici, ma divertenti, la giornata Mondiale per i Diritti dei bambini.

E’ stato simpatico poter rivedere, grazie a Facebook, un vero e proprio tappeto colorato sterminato di facce disegnate che ripercorrevano i vari passaggi della nostra vita, in molti hanno aderito e il risultato è stato un vero successo. Certo, non sono bastati dei cartoni animati per cambiare situazioni preoccupanti o per risollevare situazioni d’urgenza, ma sicuramente è stato un sassolino nello stagno che ha fatto eco anche tra le montagne più sorde. Già, i bambini, quante volte ne ho parlato durante i miei appuntamenti con CineTivù, sensibilizzare l’opinione pubblica nel salvaguardare i più piccoli è stato fin dal primo giorno il mio obiettivo per questa rubrica.

Grande Fratello, X Factor, Danielona, Franco Califano: nel centro commerciale chiamato tv si fa grande spesa di nuovi casi umani

Ottavo appuntamento di stagione con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla di personaggi ad uso e consumo della tv.

Giri che ti rigiri, fai un salto di zapping con il telecomando, cambi canale, ed ecco qui, il caso umano è presto servito! Si, dai, ormai è come se fossimo ad un centro commerciale, perché dire supermercato, sarebbe troppo riduttivo. Un enorme deposito di casi umani è diventata la televisione Italiana: tutti vanno a bussare alla porta di ogni negozio presente nel regno della visibilità a tutti i costi. Paragonare un centro commerciale alla televisione non è poi così un grande azzardo, non ci si allontana mica tanto dalla realtà. Una catena di negozi di marche differenti sono come programmi televisivi, il pubblico che vaga porta a porta sono come clienti sempre più confusi, i proprietari di un esercizio commerciale, ora sono meno peggio dei padroni di casa di un salotto televisivo. In tivù ormai si vende il pesce, si centrifuga frutta, si vendono ortaggi, si macella la carne, si circuisce il cliente per non farlo andare più via, perché qualcosa si deve pur comprare. La crisi è crisi. Non si guarda in faccia nessuno. Così funziona nei programmi tv nostrani, dove ti affacci un attimo, ecco che spuntano come funghi disastrose storie di vita, ovviamente con risvolto tragico e strappalacrime. Quasi mai queste vicende hanno un roseo finale, potrebbe annoiare e non catturare al meglio l’attenzione del telespettatore più distratto mentre si accinge a prepararsi la cioccolata calda in cucina.

C’è di tutto, in ogni trasmissione possiamo trovare un melting pot, un crogiuolo di situazioni anche al limite dell’assurdo, ma che partorite dalle geniali menti degli autori riescono a fare breccia nei cuori dei più teneroni che guardano estasiati a casa sul divano. Largo spazio e via libera ad ex carcerati, mamme abbandonate in cinta, mogli cornificate e maltrattate, cocainomani, drogati, alcolisti, stupratori, disgraziati, poveri, disoccupati, malati, disperati, pentiti, aguzzini, truffatori, pazzi, analfabeti, egocentrici esibizionisti, la lista potrebbe durare una giornata, eppure i disperati casi umani si moltiplicano in tivù come criceti nella gabbia. Anzi, i criceti proliferano molto meno.

Trasformat, il quiz di Papi rievocherà i giochi del passato dimenticati?

Settimo appuntamento dell’anno con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla di quiz in vista dell’esordio di Trasformat di Enrico Papi.

La vita non è più tutta un quiz. In tivù non c’è più aria da telequiz. I più nostalgici potrebbero pensar male e invece sembra essere proprio così. Nei nostri palinsesti non si trovano più giochi televisivi capeggiati da veri concorrenti. Quelli di un tempo. Non intendo proprio cuffie, cabine e pulsantiere, magari anche vagamente anacronistiche, ma il vero divertimento scaturito da semplici domande e giochi enigmistici non si trovano proprio più. Televisione Italiana che ormai preferisce un determinato mondo di format ben catalogati, largo spazio ai reality show, all’intrattenimento, alle interviste, allo sport, ma non c’è proprio traccia di giochi a premi.

Tutto questo fa pensare un po’ all’indietro, chi ha vissuto tra gli anni settanta ed ottanta probabilmente riesce a ricordare cosa intendo. Negli ultimi anni siamo stati annegati in quesiti con riposte a scelta multipla, programmi come il Milionario e simili, prevedono una risposta giusta tra le quattro domande proposte. Non esistono più game show, dove il protagonista della puntata lotta e riesce ad accaparrarsi a fatica un montepremi con il passare dei giorni della settimana. Tutto viene esaurito in poche puntate, non c’è più la fidelizzazione con il concorrente, cavallo di battaglia degli ultimi trent’anni e anche più. Si cerca di velocizzare e di non far stancare il telespettatore cambiando stile e accelerando i processi di un programma. Sta diventando tutto troppo asettico, distaccato, freddo, metallico. Quasi, quasi anche al supermercato siamo chiamati ad eliminare quattro prodotti per salvarne uno. Il mio non vuol essere un grido di allarme per saltare indietro nel tempo, quello che è stato non si potrà mai più ripetere, perché il tempo trascorre e non prevede un salto di un gambero, ma piuttosto il volo di una cavalletta stizzita. Negli ultimi tempi abbiamo vissuto il restyling di qualche trasmissione del passato, qualcuna ha avuto successo, altre un po’ meno, il vestitino nuovo su una pelle non più fresca, non sempre è sinonimo di perfezione assicurata. ‘La ruota della fortuna’ condotta da Enrico Papi è stato un esempio di rispolvero per un format un po’ arrugginito, dalla soffitta è stato ripulito e infiocchettato, sverniciato della sua pura essenza per essere più al passo con tempi più distaccati e scostanti. Non ci sono più colori, via la magia, a casa le sigle, i balletti, il curiosare nella vita dei concorrenti, tutto ormai ruota intorno a freddi colori, acciaio, ghiaccio contornato da tempi ansiogeni.

Il Grande Fratello 11 è già nell’intestino degli italiani grazie ad Alessia Marcuzzi

Foto: AP/LaPresse

Sesto appuntamento dell’anno con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del ritorno del Grande Fratello 11.

Un fiume in piena, ricco anche di varie persone è sfociato nella casa più spiata d’Italia, un altro anno è passato e via a far entrare modelli, modelle, individui con problematiche più o meno differenti, futuri padri, madri depresse, calciatori, studenti e grandi lavoratori. La ‘figata’ però, è essere al centro dell’attenzione, venire ripresi tutto il giorno dall’occhio-obiettivo della lente d’ingrandimento di “Nonno Fratello”, ormai l’ho denominato così. Cambia, si rinnova, evolve, ma l’essenza rimane intatta. Il Grande Fratello si fa guardare perché attira la curiosità di tutti, anche se per 2 minuti; se non c’è niente in tv, lo guardi comunque almeno un po’. E’ diventato un compito comune osservare e giudicare, è la miglior scuola per mettere sotto accusa una persona, additare un concorrente o invece esaltare il proprio beniamino perché più vicino alla propria realtà usuale.

Televoto, webvoto, radiovoto, smsvoto, bagnovoto, la comunicazione ci sguazza dentro a questo Grande Fratello che neanche fosse il giorno del festeggiamento del Papa. Il lunedì c’è anche bisogno di aver quasi timore ad uscire di casa ormai, che fai non vedi Canale 5? Siamo impazziti! C’è un’agitazione e un’aspettativa già mentre guardi Pomeriggio 5 di Barbarella D’Urso, per poi avere il suo apice durante gli ultimi minuti di Striscia la Notizia. Tutto questo è da un lato paradossale e dall’altro molto interessante. Chi guarda la tv, osserva attentamente anche lo storico reality che ormai ha festeggiato i suoi undici anni di onorato servizio, ma il rischio è di venire inglobati tutti nelle spire del meccanismo e rimanere strozzati.

Per un pugno di libri si guarda il Grande Fratello

Quinto appuntamento dell’anno con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del ritrono di Per un pugno di libri e dell’avvento del Grande Fratello 11.

Senza giocare a fare il moralista, però che bello riuscire a vedere in tivù ancora qualcosa di pulito, capace di essere seguito senza ricorrere a risse mediatiche fisiche e verbali o correndo in circolo sotto il tendone di un circo televisivo sempre più imponente.

Sì, perché non si direbbe, ma esiste una porzioncina, una piccola fetta dell’ enorme torta nuziale televisiva, abilitata a risvegliare i nostri neuroni più addormentati, in effetti è un pezzettino misero, ma la televisione urlata non è ancora Regina al cento per cento. Trasmissioni in grado di farci sentire intorno ad un tavolo, pronti a giocare tra amici, senza trucchi, ma solo facendo amicizia con il puro divertimento di chi vuole stare in convivialità, facendosi due semplici risate, beh, esistono ancora.

Neri Marcorè, attore e conduttore televisivo, ogni domenica, riesce a regalare sulla terza rete Rai uno strano clima di festa Natalizia, poco presente nella televisione italiana odierna, facendo gareggiare ragazzi di differenti scuole d’Italia a prove di cultura generale. “Per un pugno di libri” sfida un altro tipo di tivù, quella attuale, più vicina al cazzeggio e alla quasi nullità argomentativa. I promo a catena che serpeggiano durante le pause pubblicitarie di Canale 5, ci ricordano che stasera partirà l’undicesima edizione di “Grande Fratello”, ecco pronte le nuove schiere di concorrenti assetati di successo, speranzosi in quel ribaltone sociale, monetario e di notorietà tanto attesa e desiderata.

Sarah Scazzi e la sua seconda morte nella televisione malata caccia ascolti

Quarto appuntamento dell’anno con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla dello spazio che la tv ha riservato alla morte di Sarah Scazzi.

Come un tamburo battente, una tempesta in mare aperto, un dolore che solo chi lo può provare addosso, sa cosa significa. Questa è stata la settimana televisiva (e non solo) appena conclusa nella tragedia che ha visto coinvolta la giovane Sarah Scazzi, diventata in pochissime ore la figlia di tutti gli italiani o la sorella di tanti ragazzi che si sono commossi per la sua triste sorte.

Una ferita troppo grande per la famiglia, un lamento e un’agonia che accompagnerà i genitori e tutte le persone più vicine alla quindicenne defunta, per tutta la vita. Qui non si vuole parlare di un fatto di cronaca che tutti noi mai avremmo potuto neanche lontanamente immaginare o forse solo la mente perversa di qualche individuo malato poteva farlo. In queste poche righe che quest’oggi voglio dedicare ad una storia che mi ha stretto lo stomaco e il respiro, vorrei solamente dire basta.

Basta è un vocabolo riduttivo in questo corollario televisivo che sta inglobando intorno a sé, il peggio di quello che potrebbe realmente essere. Un tritacarne al macello, una motosega di sentimenti, un tripudio di ovvietà ed invadenza. Perché si sta andando in questa direzione? Un puro e strategico colpo per la rincorsa dello share più alto tra rete pubblica o privata? Qual è il senso di tutto questo. Io non ce l’ho. Non riesco a trovarlo. La necessità di far vedere a milioni di ragazzi italiani e alle proprie famiglie una tragedia di tali dimensioni su tutte le riviste o in tutti i programmi di intrattenimento con un minimo scopo giornalistico io non la vedo. Trovo sia stata realizzata l’ennesima trovata di basso livello per accaparrarsi per primi esclusive, interviste e ospiti da talk show tra mille poltroncine. E’ ovvio, questo è successo. Sarebbe troppo facile additare una specifica trasmissione piuttosto che un’altra, in tanti ne hanno parlato, da L’Arena di Massimo Giletti per passare ai salotti di Domenica 5 con Barbara D’Urso e il suo Pomeriggio 5, senza dimenticare La vita in diretta di Lamberto Sposini o il Mattino Cinque di Federica Panicucci e Unomattina con Michele Cuccuzza su Rai1.

Domenica In…Onda con Lorella Cuccarini, la più amata dagli italiani, ma Barbara D’Urso è la più bella che c’è …

Terzo appuntamento dell’anno con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane  noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del ritorno di Lorella Cuccarini e del confronto Domenica InDomenica Cinque.

Lorella è tornata, la più amata dagli Italiani ha riaperto il suo salotto, con tanto di camera da letto, angolo cottura, armadi, frigorifero parlante e porte volanti. Un ritorno che in tanti stavano aspettando e che si è realizzato soltanto quest’anno sotto la benedizione del Re dell’Olimpo nonno Pippo Baudo, forse il nonno poi così non tanto amato da tutti gli Italiani. Pippo è il vero Mentore Pigmalione, Lorella la sua più grande allieva discepola.

Rinnovata nel look e forse non solo, è apparsa in grande spolvero la Cuccarini Nazionale, l’aria che si respira è quella casalinga, musica, ospiti, interviste internazionali, tutto è partito con il piede giusto, almeno sembra. L’aria di restyling diffusa su Raiuno che si è iniziata a respirare prima dell’estate, sembra continuare piano piano: sono riusciti intanto a spodestare Pippo e credo sia già un grande passo in avanti nell’opera del rinnovamento, per il resto sono ripiombati a piedi uniti diretti negli anni ottanta. Lorellona, balla, canta, conduce, vuole riappropriarsi di tutto il tempo perso, tutto quel tempo che l’ha vista lontana dagli schermi per regalarsi h24 alla sua nutrita famiglia. La mamma d’Italia per eccellenza si è riscattata, prendendo in mano una delle trasmissioni storiche, forse la più storica d’Italia.

Nel Regno di Domenica Cinque, tutti a corte dall’Ape Regina Barbara d’Urso

Secondo appuntamento dell’anno con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane  noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del ritorno di Barbara D’Urso e di Pomeriggio Cinque.

Tutto sembra tornato al suo posto. L’autunno è arrivato, il freddo del mattino, la copertina per andare a dormire e con tutto il corollario è tornata anche la televisione che un po’ ci tiene compagnia. C’è chi ci vive giornalmente, come le persone più sole o chi della tv in casa ne fa una necessità virtù.

Insomma, è come se tutto fosse tornato in ordine e il subbuglio estivo fosse solo un lontano ricordo ormai tramontato. La domenica è tornata ad essere così molto più casalinga, tra una partita di calcio e quattro chiacchiere in quel che resta delle famiglie, l’occhio cade sul video acceso di qualche canale terrestre o satellitare.

E’ tornata in pompa magna anche la più ‘Bislacca’ Regina di Canale 5, lei l’incontrastata soldatessa del Biscione, colei che è più temprata alle critiche che Silvio Berlusconi in persona, la detentrice di tutti i nostri pomeriggi televisivi Italiani, lei è Barbarella D’Urso.

La prova del cuoco di Antonella Clerici prepara per Lorenzo Branchetti nuovi contorni a base di pomodorini e peperoncini

 Torna l’appuntamento settimanale con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane  noto al pubblico di Sky Tg 24,  ci farà compagnia ogni lunedì, aprendo la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del ritorno di Antonella Clerici a La prova del cuoco e dell’esordio di Lorenzo Branchetti.

Sono le tagliatella di nonna Pina, un pieno di energia, effetto vitamina, mangiate calde col ragù! Col ragù… Ti fanno il pieno per sei giorni e anche più! Ecco il rimedio giusto per tirarsi su il fine settimana. Non l’avevamo ancora ben scoperto, anzi in molti chissà cosa pensavano,(i più maligni) invece mi si dice che basta solo una manciata di tagliatelle. Come state? Vi siete riposati questa estate? Intanto ringrazio tutta CineTivù, perché come vale per gli studenti, sono stato promosso anche io. Chi mi leggeva l’anno scorso di sabato, quest’anno lo potrà fare ogni lunedì mattina. Inaugurando questa nuova stagione televisiva, parleremo insieme di quello che succede in tv, mantenendo sempre un occhio vigile sulla televisione volta al pubblico più giovane. Non a caso però, ho iniziato canticchiando il tormentone di una delle trasmissioni più amate da tutte le massaie Italiane…

Attenzione! Ce l’ha fatta, Antonellina Clerici è tornata, a colpi di mattarello ha segregato Elisa Isoardi a Linea Verde e si è riappropriata della sua storica trasmissione. Tutto è tornato al suo posto, magicamente a mezzogiorno, la porta si è aperta, è vero, tra lacrimoni e gran sorrisi, ma l’importante è che Antonella c’è! Non mi dilungherò poi tanto sulla decisione e le relative polemiche che ormai segnano strascichi chilometrici, però in effetti, l’atmosfera che ora si respira a “La prova del cuoco”, è tornata ad essere molto più familiare. La trasmissione è iniziata tanti anni fa all’insegna del motto: “Antonella tesoro, ti sei lavata le mani?” E forse è giusto farla continuare così. Noi Italiani siamo comodoni, ci piacciono le antiche tradizioni, un po’ come il Natale e allora perché scombinare le carte in tavola?

Riccardo Cresci: “Sky cambia look e io vi auguro buone vacanze”

Ventiseiesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo ci ricorda che SKY da lunedì cambia look e si congeda dai lettori per la pausa esitva.

Questo sarà l’ultimo appuntamento con “Cresci con Riccardo” prima dell’estate, ma ci rivedremo a settembre. Come quando terminano le scuole, tutti vanno in vacanza, c’è quella malinconia di fondo che ci lascia un po’ l’amaro in bocca. Un ciclo finisce e si attende settembre per riprendere tutte le attività e tornare alla solita routine.

L’estate televisiva si adegua ai nuovi ritmi della vita giornaliera e con la fine di giugno tutto si ferma, luglio e agosto sono mesi di relax, ma non proprio per tutti. Infatti sempre più italiani preferiscono lavorare nei mesi destinati al solleone per essere più liberi durante l’anno e girare più sereni nelle città semivuote. Ogni anno si riconferma la stessa immagine, come un orologio che con i suoi rintocchi ripete lo stesso movimento a ritmo continuo. Quest’estate ha già visto l’uscita dell’Italia dai Mondiali 2010, una dipartita annunciata fin dall’inizio, il buongiorno si era davvero visto dal mattino. Gli ascolti non hanno premiato poi tanto neanche questa coppa del mondo, forse un po’ troppo lontana da noi, non abbiamo raggiunto fino in fondo il cuore degli Azzurri in Sudafrica e loro non hanno raggiunto noi.

L’Italia però è pronta per una nuova stagione e tante novità bollono in pentola per l’autunno, ma la prima grande di questi giorni, imminente, riguarda proprio la mia seconda casa, quella che mi sta ospitando da ben quattro anni, sky Italia, come annunciato anche dalla stampa e da Cinetivù stesso, sta cambiando e dalle prime ore del 28 giugno ci sarà un restyling totale, in queste ore c’è già aria di forte fermento e di grandi pulizie. Il famoso palazzo con la scritta SKY non c’è più, non perché hanno abbattuto il palazzo sia ben chiaro, ma i lavori in corso hanno eliminato tutti i vecchi loghi per far spazio al nuovo. Tutti sono già pronti per far spazio al nuovo arrivato. Sembra come un secondo debutto. Un rilancio importante. Il vecchio logo è stato cancellato già ovunque, come se non fosse mai esistito e tutto è stato compiuto a tempi da record!

Tra mondiali di calcio e repliche ecco spuntare in tv premi, gala e cerimonie

Venticinquesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo parla dei premi televisivi estivi

Riuscire a far diventare soporiferi anche i Mondiali 2010 non è da tutti però. Ma cosa succede?

Perché tutta la televisione sembra avvolta da un leggero velo di stanchezza, di monotonia, come se si dovesse andare avanti così, per inerzia, soprattutto d’estate. Dai parliamoci chiaro, siamo sempre alle solite. Ogni estate sempre la stessa spiaggia e sempre lo stesso mare. Vero Piero Focaccia? E come l’anno scorso sul mare col pattino, vediamo invece che gli ombrelloni, una distesa infinita di tonnellate di ricicli televisivi europei e mondiali, oltre che nazionali. Repliche un po’ di meno, ma poco, mica tanto, più produzioni europee di bassa lega, ma nel contesto la stagione si sta profilando sempre quella. Ogni estate si ripropongono film, programmi, documentari, manca solo che replichiamo anche i telegiornali. Però, non voglio essere banale e catastrofico, qualcosa di buono c’è, soprattutto su Rai1 questa volta, trovo vincente la coppia Georgia Luzi e Pierluigi Diaco ad “Uno Mattina”, lo immaginavo già in partenza, ma è veramente una bella collaborazione che riavvicina il pubblico un po’ meno attivo sulle reti Rai a tornare a guardare programmi non proprio per giovanissimi. Insomma, un ripulisti generale che ha fatto bene e che convince in tanti trasversalmente. Quindi complimenti al Direttore Mazza che sta sperimentando sui conduttori più freschi ed anagraficamente meno maturi.

Rai1 ci ha regalato questa sorpresa, Canale 5 ci ha riportato in salsa rispolverata Barbarella D’Urso che ci vuole tanto bene e non perde mai occasione per ripetercelo, tanti inchini e tante feste che fanno rimpiangere forse un quiz qualsiasi d’archivio delle reti Mediaset. Maligno stavolta, però “A gentile richiesta” non lo riesco a capire, forse dovrei chiedere a qualche casalinga in preda ad improvvisi colpi di calore impegnata a combattere con qualche condizionatore impazzito. L’estate 2010 così non sembra aver portato poi così tante primizie sulle nostre tavole, però i Premi non mancano proprio, ah no, i Premi Televisivi quelli si regalano proprio a tutti. Anzi, chiamiamo anche la Signora Maria del reparto ortofrutta: “ Signora venga qui, la premiamo per le migliori fragole di stagione! ”