Sul Doppiaggio – 1 – Introduzione e origini

Da oggi iniziamo una rubrica giornaliera che ci accompagnerà tutto il mese di febbraio e ci descriverà una delle fasi fondamentali del cinema: Il doppiaggio. Ogni giorno il post si aprirà con la foto di un doppiatore e si concluderà citando frasi di personaggi famosi che definiscono il doppiaggio e si schierano nel dibattito sul doppiaggio a favore o contro.

Partiamo da un dato di fatto: tutti i film sono doppiati, anche quelli italiani, eppure il doppiaggio (la sua storia, le persone e le professioni che lo compongono) è quasi totalmente sconosciuto al grande pubblico e molto spesso anche agli appassionati di cinema.

La motivazione sempre essere la più semplice: si sa poco di doppiaggio perché si parla poco di doppiaggio. Si parla poco o niente sulle riviste di grande diffusione, qualcosa di più su quelle di settore, non se ne parla affatto in televisione, se non quando un doppiatore acquista notorietà grazie ad una fiction televisiva, e ci son pochi testi a riguardo.

L’inchiesta: il forum di Scusa ma ti chiamo amore è una farsa!

Ieri mentre ero assorto da mille pensieri filosofici, mi telefona un mio caro amico, nonché lettore del blog, e mi dice:”Diego lo sai che ho provato ad inviare un commento sul Forum di Moccia e non me l’hanno pubblicato?” Io subito gli ho chiesto se avesse inserito parolacce o insulti, perché, in tal caso, poteva essere stato giustamente moderato e lui ha negato.

Oggi L’inchiesta, basandosi sulla segnalazione di uno di voi (vi invito quindi a scrivere e segnalare tutto ciò che ritenete pertinente al mondo dello spettacolo, ma che vi risulta poco chiaro), vi chiede se ritenete giusto moderare un Forum o un Blog, mantenendo i messaggi positivi o quelli che più convengono, solo per farsi pubblicità.

Il messaggio che vedete nella foto l’ho scritto e inviato io al Forum del film Scusa ma ti chiamo amore (http://www.scusamatichiamoamore.it/forum.php). Vi riporto il testo: TITOLO: scusa ma non mi sei piaciuto. MESSAGGIO: Ciao, volevo solo farti sapere che non mi è minimamente piaciuto il film e che mi ha dato molto fastidio il personaggio del Rapper, creatura a te sconosciuta visto come l’hai descritto (una creatura appunto). Sarei felice di intervistarti con domande che possano una volta per tutte farmi decidere se ricredermi sul tuo valore artistico. Mentre aspetto una risposta ti auguro buona serata Diego. IL TUO NOME: Diego Odello. La tua email: [email protected] (ora sapete come contattarmi privatamente, ma presto vi daremo tutti i nostri indirizzi).

Recensione: Sogni e delitti – La descrizione del senso di colpa

La sindrome di Cassandra (che riprende il nome dal mito greco) è una patologia che porta il paziente a prevedere sempre situazioni avverse sul futuro proprio e altrui.
Cassandra’s Dream, l’originario titolo del nuovo film di Woody Allen, Sogni e delitti, è una pellicola sullo stato mentale dei protagonisti, è un’analisi psicologica dell’accettazione dell’omicidio a trecentosessanta gradi.
Terry (Colin Farrell) e Ian (Ewan McGregor) sono due fratelli, che hanno bisogno di soldi per riuscire a realizzare i loro sogni. Entrambi credono nel destino, entrambi giocano d’azzardo, chi alle corse dei cani o giocando a poker, e chi con le donne (pronto a puntare sul tavolo della vita tutto ciò che ha). L’occasione capita quando, un ricco Zio D’America, riesce a convincerli ad ammazzare una persona che potrebbe creargli qualche grattacapo, in cambio del denaro tanto sognato, capace di realizzare ogni desiderio.

Il Blob dei Blog: Cara Paola, ma anche un pò Caro Federico

Cara Paola,

Che bella la puntata di Buona Domenica, di ieri: dopo aver pubblicizzato il film di uno dei tuoi autori, Cesare Lanza e aver parlato di un tema che ti sta a cuore, come la disoccupazione in Italia (ma ricordiamoci che se sei amico di Paola questo rischio non lo corri) e del lavoro sottopagato (la Perego è un esempio: guadagna meno di quello che si meriterebbe), hai invitato a Parlano Loro, per l’ennesimo spot non segnalato, Federico Moccia.

Chi se ne frega se poi i ragazzi non parlano: se c’è poco tempo prima di mandare la pubblicità e chiudere lo spazio dedicato ai giovani, fra quattro ragazzetti che hanno voglia di dibattere e una clip promozionale del film (la seconda) è ovvio che si debba lanciare la clip, alla faccia del titolo della rubrica!

Mentre Giletti parlava all’Arena di rifiuti, tu hai pensato bene, come direbbe qualcuno (che bella questa tecnica americana per esprimere un pensiero senza assumersene la paternità) di invitarne uno in studio (e non parlo di Michela Quattrociocche).

La classifica… secondo me! Il personaggio più faccioso

Leggo da ogni parte del web classifiche su classifiche di ogni tipo, interessanti, utili, divertenti, fasulle, noiose. Mi sono chiesto: perché se tutti esprimono il loro parere, stilano liste meritocratiche e io non posso crearne una totalmente inutile e personale?

Non preoccupatevi non è una rubrica, ma un post che capiterà a sorpresa a distanza di giorni, settimane, mesi o addirittura anni e quando vedrete un argomento strano, quando leggerete dieci nomi in fila per un motivo futile, beh, statene certi è una delle classifiche… secondo me!

Quest’oggi voglio proporvi la mia personale classifica degli attori più “facciosi” di Hollywood, ovvero quei divi di sesso maschile, che dimostrano di avere una mimica facciale così spiccata, che interpretano un situazione col viso ancor prima che con le parole.

Recensione: Cloverfield – Un mostro distrugge New York

Prima scena: U.S. Department of defense – DoD84621469-008. Il timer conta i centesimi di secondo. Schermata nera. Appare per un attimo sulla destra un simbolo molto simile a quello della Dharma di Lost. Il timer continua ad andare. Un immagine flash dell’aquila americana. Seconda scena: Document #USGX-8810-B467 Digital Sd Card – Multiple sightings of case designate “Cloverfield”. Il timer scorre. Terza scena: Camera retrieved at incident site “US-447” Area formerly known as “Central Park”.
Così inizia Cloverfield, l’attesissimo film creato da J.J. Abrams e diretto da Matt Reeves, che angoscia lo spettatore quasi per tutto il film, (escluso l’inizio che prepara il colpo di scena) e nei 73 minuti di film cita più volte Lost, Blair Witch Project e nella distruzione della Statua della Libertà, 1997: fuga da New York e la storica scena de Il Pianeta delle scimmie del 1968.
Robert (Michael Stahl-David) sta per andarsene via da New York per trasferirsi in Giappone (e questo lo sappiamo anche dalle parti della cassetta non sovrascritte dai tragici fatti di quella notte). Suo fratello Jason (Mike Vogel) e i suoi amici Hud (T.J.Miller), colui che filmerà gran parte degli avvenimenti, Lily (Jessica Lucas), Beth (Odette Yustman) e Marlena (Lizzy Caplan) gli preparano una festa d’addio. Durante la festa New York inizia a crollare e la testa della statua della libertà vola mozzata lungo la strada. Si scatena il delirio. New York è sotto attacco: una creatura e i suoi cuccioli sono inarrestabili. Una della compagnia rimane intrappolata. I suoi compagni decidono di tornare a prenderla.

Vedreste mai un film con Tommaso Crociera o Guglielmino Fabbro? Già l’avete fatto!

Il successo del discusso Scusa ma ti chiamo amore ha riacceso una curiosa diatriba sull’importanza che ha un bel nome per essere un attore di successo. Mi spiego meglio: può una ragazza che vuol fare cinema chiamarsi Michela Quattrociocche? Quanto conta l’importanza di un bel nome per riuscire a sfondare nel fantastico mondo patinato dello spettacolo?

Homer in una puntata de I Simpson cambia il suo nome in Max Power e diventa subito una celebrità. In Italia Carlo Pedersoli (Bud Spencer) e Mario Girotti (Terence Hill) diventano gli attori più visti del cinema italiano modificando la loro identità anagrafica. Lo stesso successo arriva anche a Serena Faggioli (Serena Grandi) e Sofia Scicolone (Sophia Loren) e ultimamente a Riccardo Fortunati (Ricky Memphis). Sarebbero diventati quelli che sono mantenendo il loro nome o sarebbero finiti nell’anonimato?

La risposta è semplice: il talento è importante, il bel nome aiuta, ma non condiziona irreparabilmente la possibile notorietà dell’attore. Alcuni esempi in Italia possono essere: Alberto Sordi, Carlo Verdone, Isabella Ferrari, Anna Falchi, Giovanna Mezzogiorno, Michele Placido, Stefania Rocca, Paolo Villaggio, Fabio Volo, Stefano Accorsi e Stefano Pesce. Pur avendo nomi di animali, colori, azioni, oggetti, o altro queste persone si sono affermate sul piccolo e sul grande schermo.

Weekend al cinema: La misteriosa creatura di Cloverfield Vs Woody Allen

Il primo weekend del mese di Febbraio offre cinque film. Nelle sale si lascia dunque ancora spazio alle pellicole uscite settimana scorsa. Fra i cinque titoli di questa settimana sicuramente quelli di più richiamo sono il nuovo film di Woody Allen, Sogni e Delitti e l’inquietante e misterioso Cloverfield prodotto da J.J.Abrams. Le altre tre pellicole sono: il documentario italiano Parole Sante, il film drammatico di guerra, Il Falsario e la commedia un po’ romantica un bel po’ drammatica P.S. I love you.

Cloverfield è un film che mescola il Thriller, la fantascienza e l’azione. Come vi ho appena anticipato, il creatore è lo stesso della fortunatissima serie televisiva Lost: J.J.Abrams, mentre il regista alla sua seconda pellicola dopo Tre Amici, un matrimonio e un funerale è il suo amico e collega Matt Reeves (insieme anno creato e prodotto la serie televisiva Felicity. Gran parte del budget è stato utilizzato per gli effetti speciali, piuttosto che per il cast, non di prim’ordine (Lizzy Caplan, Mike Vogel). Infine vi ricordo che la storia è girata in gran parte con una videocamera digitale quindi aspettatevi una ripresa molto mossa. La trama? New York, un gruppo d’amici riuniti per una festa che vedono la propria città devastata da qualcosa.

Sogni e delitti è il nuovo film di Woody Allen, ambientato a Londra che vede i due grandi attori protagonisti, Ewan McGregor (Trainspotting, Moulin Rouge) e Colin Farrell (Minority report, Miami Vice), vestire i panni di due giovani fratelli, che per risolvere i loro problemi economici, accetteranno di uccidere un uomo, vivendo in maniera differente l’attesa e il senso di colpa. Riuscirà il film del settantaduenne regista, Newyorkese, con alle spalle più di 40 film e vincitore di 3 Oscar e di altri 77 premi, a conquistare il pubblico italiano?

Recensione: Non è mai troppo tardi – un inno alla vita di fronte alla morte

Non è mai troppo tardi è un inno alla vita di fronte alla morte: il film narra di due malati terminali, il ricco Edward Cole (Jack Nicholson) e il meccanico Carter Chambers (Morgan Freeman), che da sconosciuti si ritrovano a percorrere lo stesso destino, ossia affrontare la morte imminente (dai sei mesi a un anno di speranza di vita) esaudendo tutti i loro desideri scritti su una lista (tipo quella di My name in Earl, ma più drammatica).

Rob Reiner, regista di grandi capolavori del cinema come Harry ti presento Sally e Misery non deve morire, affronta una nuova avventura conscio del fatto di avere tra le mani, come protagonisti, due attori premi Oscar, che da soli reggono tutta la baracca.

Il film tratta un argomento molto delicato come la vita dei malati terminali, con una vena ironica, affrontando l’ineluttabile senza pensarci troppo, cercando di dare un messaggio di speranza a tutti, comunicando allo spettatore un’idea precisa: non è mai troppo tardi per vivere. Nella vita bisogna dare gioia per riceverla.

Recensione: Scusa ma ti chiamo amore… scusa se non ti considero!

Ho provato a non guardarlo, ve lo giuro, ma dopo che ho letto la notizia che Scusa ma ti chiamo amore ha stravinto al botteghino incassando più di 4 milioni di Euro doppiando American gangster, incassando 10 volte più di Mr Magorium, ho pensato che fosse mio dovere vederlo e cercare di essere il più possibile oggettivo.
Per farlo vi racconto subito la complessissima trama: Alex (Raul Bova) è un trentasettenne impaccato di soldi, uscito da poco dalla relazione più importante della sua vita, che fa il pubblicitario, circondato da amici che lavorano si e no 2 ore al giorno e nel frattempo tradiscono quelle vecchiacce di mogli che si ritrovano.
Niki (Michela Quattrociocche) è una bellissima diciassettenne, che si è mollata con un rapper housettaro da centro sociale, che canta canzoni d’amore (personaggio a me sconosciuto: Moccia, ma dove vivi? Tutti tu li conosci questi personaggi? Informati!), ed è pronta a innamorarsi nuovamente perché innamorata dell’amore (scusate la ridondanza della parola amore o meglio scusa ma io scrivo amore).

Febbraio 2008 al cinema: arrivano i nominati agli Oscar!

Febbraio quest’anno in Italia equivale a dire uscita delle pellicole candidate all’Oscar. I film in nomination non sono però l’unica attrattiva del mese, in quanto è in arrivo nelle sale anche l’attesissimo film scritto da J.J. Abrams, l’autore di Lost e l’ultimo film di Woody Allen, Sogni e delitti e il nuovo episodio di Asterix Per gli amanti di cinema italiano voglio ricordare Caos Calmo, di Antonio Grimaldi e l’esordio alla regia di Silvio Muccino che per festeggiare San Valentino propone il suo Parlami d’amore.

Per voi ho scelto l’aspetto di ogni film che a prima vista mi pare essere il più significativo; insieme a voi, invece, giorno dopo giorno, li commenteremo.

Vediamo i film settimana per settimana:

Recensione: Alien vs Predator 2 – Sulla Terra tutti potranno sentirti urlare…uscito dal cinema!

Sondaggio: chi esprime pensieri più articolati fra i personaggi di Moccia, gli esseri umani di Alien vs Predator 2, gli alien, i predator e i predalien? Sicuramente gli ultimi tre.
Domanda numero due: chi potrebbe andare al cinema a guardarsi Alien Vs Predator – Requiem? Forse i disinformati, forse quelli che hanno trovato nel proprio cinema il tutto esaurito per altri film, altrimenti non ne ho idea.
Alien Vs Predator 2 è il seguito dell’omonimo film, meno il numerino 2, niente di più: Il Predator infettato nel primo episodio da vita ad un predalien (siamo arrivati a toccare lo stesso livello di assurdità di Dragon Ball, con la differenza che il cartone animato giapponese non esce nelle sale cinematografiche), che riaccende il turbinio di odio fra le due razze e fa ripartire lo scontro per il dominio dell’universo.

Recensione: Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie

Mr. Magorium (Dustin Hoffman) è un uomo di 243 anni, proprietario di una bottega magica di giocattoli, che ha smesso di invecchiare a 65 anni, dopo aver comprato, in un negozio in Toscana, uno stock di scarpe. Il problema consiste nel fatto, che ormai anche l’ultimo paio si sta usurando e per questo motivo deve partire (è giunta l’ora della sua morte) dicendo addio alla sua vita, alla sua bottega e a tutte le persone che gli stanno attorno.
Molly Mahoney (Natalie Portman) è la direttrice del negozio di Mr. Magorium. Il suo sogno è di diventare una grande musicista, ma non è in grado di realizzarlo perché non crede in se stessa, ha paura di rischiare. Lei è designata ad ereditare il negozio, ma l’anima dello stabile si rifiuta di accettarla come tale perché capisce che la ragazza ha perso la sua capacità di sognare e quindi non è più in grado di portare avanti la magia.
Henry (Jason Bateman), detto il mutante ed Eric (Zach Mills) sono rispettivamente un contabile assunto da Mr. Magorium per valutare il valore dell’immobile, ligio al dove ed incapace di lasciarsi andare, e un bambino, amante dei cappelli, che non riesce a fare amicizia con i suoi coetanei, ma è capace di sognare e caparbio nell’impedire la vendita del negozio.
Questo e tanto altro ancora è Mr. Magorium e la bottega delle Meraviglie.

Weekend al cinema: Mr Magorium, Into the wild e per chi ha fegato Scusa ma ti chiamo amore

L’ultimo weekend del mese di Gennaio è ricco di film, ben sette, dove prevalgono i drammatici, ben quattro, rispetto alla fantascienza, al romantico e al fantastico, tutti con una sola pellicola a testa. Fra questi spiccano: Mr Magorium e la bottega delle meraviglie, Into the wild, Non è mai troppo tardi e per chi ha fegato, il primo film diretto da Moccia, Scusa ma ti chiamo amore (per la serie tutti possono fare un film se sono famosi).

Mr Magorium è una commedia fantastica con due attori d’eccezione: Natalie Portman e soprattutto, non me ne voglia la giovane attrice Israeliana, Dustin Hoffman, che interpreta un vecchio signore di 243 anni che da 65 ha smesso di invecchiare. Non male il cast per l’esordiente regista Zach Helm, conosciuto come sceneggiatore di Vero come la finzione, datato 2006.

Into the wild, male al botteghino americano, ma già vincitore del Golden Globe per la migliore canzone (Guaranteed di Eddie Wedder, leader dei Pearl Jam) e nominato per due oscar (quello per il miglior attore non protagonista, Hal Holbroock e quello per il montaggio) è un drammatico avventuroso diretto da Sean Penn che narra la storia del viaggio alla ventura e degli incontri di un giovane ventiduenne interpretato da Emile Hirch. Nel cast anche Vince Vaughn.