Tutto il Cinema
Shrek 3: 92 minuti di divertimento!
Recensione: SuXbad – tre menti sopra il pelo
Domenica prossima il Golden Globe boicottato
Recensione: Lars e una ragazza tutta sua
Recensione: Uibù – fantasmino fifone
Recensione: Lussuria, attenzione
A due anni di distanza dall’uscita dell’acclamato e premiatissimo “I segreti di Brokeback Mountain”, il regista taiwanese, naturalizzato americano, Ang Lee torna a riproporsi al grande pubblico con un film destinato a far discutere: “Se, Jie” tradotto in inglese “Lust, Caution”.
In Italia il titolo avrebbe dovuto essere più o meno “Voglia sfrenata, prudenza”, ma è stato ribattezzato “Lussuria, attenzione” per le scene di sesso che vedono coinvolti i due protagonisti.
Ma andiamo per ordine. Siamo ad Hong Kong a cavallo degli anni ’30-’40, in piena invasione nipponica. Wang Jiazhi è una timida studentessa militante nella resistenza cinese, che ha il compito di avvicinare e sedurre Mr Yee, un noto politico al soldo dei giapponesi. Lo scopo è quello di tendergli una trappola per ucciderlo. Quello che Wang non calcola è il rischio giocare con la passione e niente andrà come previsto, in una storia in cui nessuno si salverà.
I più pagati del 2007? Johnny Depp e la Kidman. I più ricchi? Pitt e Jolie
Weekend al cinema: da Halloween a Uibù
Indigestione di film nel periodo natalizio? Voglia di non entrare in una sala cinematografica per i prossimi tre-quattro mesi? Peccato, perché l’inizio dell’anno ci propone qualche titolo che, a giudicare dalla trama, sembrerebbe degno di attenzione.
Pochi, ma buoni, direbbe il buon critico. E allora via a far la fila al botteghino per scegliere tra i film che vado a proporvi.
Cominciamo con un regista che è garanzia di successo, avendo conquistato il Leone d’Oro e il Premio Oscar nel 2005 con Brokeback Mountain. Stiamo parlando di Ang Lee, nato a Taiwan e naturalizzato americano, che si ripropone al grande pubblico con “Lussuria”, già Leone d’Oro alla 64esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tratto da un racconto di Eileen Chang, il film narra della storia di un uomo ed una donna, prima nemici e poi amanti, in un clima di sospetto e tradimento, nella Cina dominata dai Giapponesi. A detta dei critici un film raffinato ed elegante. Mi riservo di vederlo per essere più esaustiva nella critica personale.
Sean Penn presidente di giuria a Cannes 2008
E’ stato comunicato il nome del prossimo presidente di giuria alla sessantunesima edizione del festival di Cannes (14-25 Maggio 2008).
Ebbene dopo Stephen Frears l’anno scorso e Wong Kar Wai nel 2006, ora è il turno dell’attore Sean Penn.
Il premio oscar 2004 (migliore attore in Mystic River) e Coppa Volpi 1998 (miglior attore alla Mostra del cinema di Venezia), si è detto voglioso di cominciare la sua avventura da presidente ed entusiasta dell’investitura fatta dal direttore artistico del festival Thierry Fremaux che l’ha definito un americano che incarna il cinema indipendente e un certo aspetto dell’America che piace.
Recensione: Irina Palm
Di certo non è il film tipicamente natalizio, di quelli -per intenderci- che riuniscono le famiglie davanti al grande schermo, per trascorrere una serata all’insegna della spensieratezza.
Anzi, a raccontare la trama di Irina Palm si corre il rischio di essere considerati di una volgarità tremenda, poco consona allo spirito natalizio. Ci provo, con la speranza di non cadere nel triviale, chiedendo scusa sin da ora ai lettori che possono restarne scandalizzati.
Provincia londinese. Maggie è una donna di mezza età che vive una vita piuttosto modesta, in cui l’unico sfogo è il the delle cinque con le amiche, con relativo scambio di gossip.
Vedova (suo marito prima di morire le confessa di averla tradita con la vicina di casa) e con un figlio, perennemente senza soldi, sposato con una donna che mal sopporta la suocera.
L’unica consolazione è rappresentata dal nipotino, che ora rischia di morire, a causa di una malattia curabile solo nella lontana Australia. Per realizzare il sogno di guarigione del piccolo, occorrono seimila sterline, che la famiglia non ha.
Recensione: Rush Hour 3 – Un film da non prendere sul serio
Rush Hour 3 è un film da non prendere sul serio che non si prende sul serio. E’ già un gran pregio.
Se poi guardiamo gli attori principali in faccia, Jackie Chan (Terremoto nel Bronx, lo smoking) e Chris Tucker (Jakie Brown), e i loro balletti improvvisati, non possiamo non apprezzare il film per quello che è: un film d’azione divertente.
La storia: il detective Carter (Tucker) e l’ispettore cinese Lee (Chan), devono risolvere un complotto di livello mondiale, che ha il suo inizio a Los Angeles e la sua conclusione a Parigi. In mezzo, una pericolosissima famiglia cinese delle Triadi, un po’ di scontri a fuoco, qualche combattimento di arti marziali, qualche gag simpatica e una storia che scorre piacevolmente per tutti i novanta minuti.
Recensione: Ratatouille – il film perfetto è servito!
Che bello! Dall’inizio alla fine.
Ratatouille narra la storia di Remy, un topolino francese che riesce ad abbandonare la sua quotidianità e il suo passato da semplice topo per lanciarsi all’inseguimento del suo sogno: diventare uno Chef! Inizialmente con l’aiuto di Linguini, uno sguattero figlio del grande Auguste Gusteau, che manovra tipo burattino attraverso i capelli, poi nel momento più difficile, aiutato dai suoi fratelli e compagni topi.
Parallelamente si sviluppa la storia di Linguini, che grazie all’aiuto del piccolo roditore, diventa prima chef, poi proprietario del ristorante del padre, che dalla sua morte era stato gestito da un capo cuoco dedito solo al Dio denaro.
Recensione: La terza madre – Meglio essere orfani
Che tristezza! Lasciamo i commenti a dopo e analizziamo subito la storia.
Sarah Mandy (Asia Argento) è una studiosa di restauro e collabora presso il museo di Arte Antica di Roma. Un giorno le capita tra le mani un’urna con dentro tre statuette e una tunica/talismano (di dubbia fattura).
Che Dio ce ne scampi dal trovare quell’urna, perché da lì fuoriesce lo spirito della Terza Madre, madre Lacrimarum, che porta pazzia incontrollata, con annessi omicidi splatter e vandalismo, che deturpa la bellezza e la quiete di Roma. Solo una donna può fermare tutto questo: la madre di Sarah, che però è morta. Quindi serve una sostituta, la figlia, che deve imparare in poco tempo a salvare se stessa e il mondo. Siamo messi male, se non fosse che la madre può comunicare con lei stile voce fuori campo quando ha voglia.