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Cartoni animati story – 10 – L’uomo tigre

L’uomo tigre è un cartone animato di 105 puntate, datato 1969, arrivato in Italia nel 1982 su Rete4.

Naoto Date è un ragazzino, che da piccolo decide di abbandonare la casa degli orfanelli, dove viveva sin sin da piccolo per andare alla Tana delle Tigri e imparare, attraverso prove disumane e regole ferree, il mestiere del wrestler e diventare così il più grande lottatore di tutti i tempi. La sua indole violenta e sanguinaria (dovuta alla rabbia repressa dettata dal passato difficile), lo trasforma nel personaggio più odiato dal pubblico, l’uomo tigre, ma tutto ciò non lo tocca.

Un giorno, però, tornando al suo orfanotrofio, conosce Kenta, un ragazzino fan dell’uomo tigre, che vorrebbe emularlo e capisce, riconoscendosi un po’ nel suo giovane ammiratore, che le sue lotte possano essere utili per finanziare il centro invece che per foraggiare le tasche della tana delle tigri. Questi, guidati dal perfido Mister X, sentendosi traditi, decidono di farlo fuori durante un combattimento.


Lui, il traditore mascherato da tigre, non si tira indietro e, anche se solo (col tempo altri lottatori come Demone Giallo e Daigo Daimon), riesce a sconfiggere tutti i lottatori, compreso i suoi maestri alla Tana delle Tigri (per ultimo Mistero Nero), donando i soldi a Ruriko, sua amica d’infanzia che gestisce il centro e un sorriso ad ogni bambino che lì ci vive.

Tratto dall’omonimo manga, Tiger Man, di Ikki Kajiwara e Naoki Tsuji, il cartone animato è in assoluto uno dei più violenti del passato, ma non rimane impresso solo per le scene crude, quanto per i messaggi di solidarietà e lealtà, tutti riscontrabili nel protagonista.

Affascinante è il cambiamento del personaggio dell’uomo tigre, che si trasforma, attraverso il suo mettersi in discussione e attraverso l’evoluzione continua della sua coscienza, da sanguinario e odiato combattente, mosso da rabbia, a essere umano (fino al momento in cui, finito di lottare si toglierà la maschera) mosso dalla forza delle emozioni, dal sostegno dei suoi tifosi, dall’obiettivo da raggiungere.

L’uomo Tigre (che televisivamente è stato chiamato Tiger Mask), diretto da Takeshi Tamiya, e musicato da Keiichiro Kiumra è un cartone sconsigliato ad un pubblico giovane, anche se, accompagnato da un adulto potrebbe essere un’ottima occasione di confronto con un bambino, che giornalmente in televisione si trova a dover vedere violenze di ogni tipo, senza saperle distinguere e che col cartone potrebbe imparare dei principi e a distinguere la finzione (certe scene sono tanto violente quanto improbabili) dalla realtà.

Concludendo: scrivendo per voi la recensione del cartone animato, mi sono tornate in mente i lottatori, dai nomi o le storie assurde, che gareggiavano con il protagonista e mi è venuta un po’ di malinconia. Spero di poterlo rivedere presto, tanto più che si trovano i DVD con la serie completa in vendita. Per chi cerca una storia ben raccontata e appassionante, lo consiglio.

4 commenti su “Cartoni animati story – 10 – L’uomo tigre”

  1. Si anche a me è venuto in mente, l’ho visto su qualche rivista di arti marziali…
    indimenticabili nel cartone alcuni effetti, tipo la vista annebbiata dal sangue , tutta rossa…allora mi impressionava parecchio, sarebbe interessante rivederlo!!

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