Al centro delle polemiche di questi giorni è il conflitto istituzionale riguardante la nomina del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai. L’ordine del giorno riguarda il la votazione di oggi, nella quale è stato infatti eletto un esponente della minoranza, il piddino Riccardo Villari, e non Leoluca Orlando, il nome indicato dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori.
La carica di Presidente della Commissione di Vigilanza Rai è da sempre assegnata alla minoranza parlamentare, dato che si tratta di un organo di garanzia delicato e della massima importanza. L’opposizione ha reagito in modo pronto: Veltroni e Di Pietro hanno parlato di regime, senza mezzi termini.
Lo scontro tra i due poli è inevitabile. Il neoeletto non si scompone e dice che, dopo essersi consultato con Napolitano, Schifani e Fini, farà quello che dice il partito. Di Pietro in tutta risposta accosta l’atto alla dittatura argentina, in particolare l’ultimo passo della deriva antidemocratica.
Crolla dunque la mediazione avviata da Veltroni e Casini. Di chi sono i due voti che hanno fatto la differenza? Ognuno ha la sua ipotesi: il centrosinistra pensa che uno dei voti sia dello stesso Villari, mentre l’altro potrebbe appartenere a Marco Beltrandi, che dal canto suo smentisce tutto.
Inutile dirlo, la maggioranza brinda. Gaetano Quagliariello, in particolare, nutre grande fiducia nel neo-presidente Villari mentre Camera Maurizio Lupi sostiene che la dittatura è quella di Veltroni e Di Pietro.