Nuovi guai in vista per il Tg1. Nell’era Alberto Maccari e forse anche in quella Augusto Minzolini, molti giornalisti (una trentina, ma può darsi anche molti di più) percepivano straordinari per turni notturni e festivi e per rimborsi spese senza che questi risultassero sul luogo di lavoro. Si tratta di redattori e vicedirettori, o comunque persone “in alto” in grado di autogestirsi le ore di lavoro (al telegiornale di Rai Uno non esistono cartelli da timbrare). A farlo sapere Il Fatto. Ecco cosa si legge sul quotidiano:
L’istruttoria di viale Mazzini ha certificato che per mesi, durante la direzione di Alberto Maccari e forse anche di Augusto Minzolini, al Tg1 ha regnato l’anarchia. C’erano giornalisti, soprattutto i più graduati, che passavano in redazione per prendere la mazzetta dei quotidiani e, nonostante fossero di turno, salutavano di straforo per non tornare più. C’erano giornalisti, quelli che viaggiano di più, abituati a non risparmiare in albergo o nei ristoranti sapendo di avere rimborsi smisurati.
La vicenda è stata portata alla luce grazie a una lettera anonima. La lettera è stata inviata al presidente Anna Maria Tarantola, al direttore generale Luigi Gubitosi e alla Procura della Repubblica di Roma circa due mesi fa. Da allora sono state effettuate delle indagini interne che sì hanno fatto emergere decine di irregolarità ma non gravi quanto descritto nella lettera. L’UsigRai ha commentato così la vicenda
L’Usigrai è sempre stata e sempre sarà dalla parte delle regole. Quindi se qualcuno ha commesso illeciti è giusto che venga sanzionato. Siamo i primi a chiedere chiarezza e trasparenza. E proprio sul tema degli orari e dell’organizzazione del lavoro, chiediamo quella chiarezza da tempo. Ma non possiamo accettare che si metta in moto la macchina del fango. Se è vero che esiste una indagine, si lasci lavorare la magistratura con serenità. Non vorremmo che qualcuno avesse interesse a gettare discredito sull’intera Rai, dove quotidianamente lavorano in maniera sera e professionale, nel pieno rispetto delle regole, centinaia di colleghe e colleghi.
Non c’è niente da fare i reati contro l’amministrazione pubblica restano sempre degli ever green.