Carlo Conti condurrà questa sera L’anno che verrà, ma si prepara già per il Festival di Sanremo. In un’intervista alla Stampa ha parlato della sua seconda conduzione, ecco cosa ha detto.
Manca meno di un mese, Carlo Conti ha parlato del suo Festival:
Ero molto più sereno a fine 2014. Il confronto peggiore è proprio quello con se stessi. Inoltre, in un anno gli ascolti sono cambiati molto, diminuiti, frammentati. Spero di risolvere questo confronto con me stesso pensando al 2017. Sì, farò il Sanremo del 2016 pensando a quello del 2017. Che magari non condurrò, chissà.
Sarà un Festival segnato dal ritorno del Dopofestival targato “Quelli che” con alla conduzione Nicola Savino e la Gialappa’s Band che torna a occuparsi della kermesse dopo i fasti di Rai dire Sanremo e Mai dire Sanremo:
Quella di Savino e della Gialappa’s? È una bella idea. Torna dopo otto anni, e ci sarà da gestire la rivoluzione dei social network: chissà la marea di commenti.
Il presentatore è più enigmatico sulla faccenda della valletta bionda e della mora:
Ancora con ‘sta storia? Non è mica detto che ci siano la bionda e la mora. Anche quest’anno cercherò di sorprendere, con diverse sfaccettature di conduzione.
Sulle canzoni, infine:
Sono variegate. Si possono suonare i radio. E parlano d’amore, ma in tutte le sue sfaccettature. Sfaccettature di generi e di sonorità, penso ai rapper, o ai Bluvertigo. Sfaccettature di tematiche, penso a Blu di Irene Fornaciari: blu è il mare, troppi fiori gettati nel mare per ricordare i bambini morti negli sbarchi. Le sfaccettature della tradizione, con Patty Pravo e Enrico Ruggeri. Le sfaccettature e la sperimentazione dei giovani, otto realtà fantastiche.