È necessario, se non indispensabile, prendersi carico di tutti quei cantanti che non posso fare a meno di Sanremo. Che ogni anno rischiano un infarto appresa la notizia della loro esclusione alla kermesse. Per legge bisognerebbe istituire un centro di riabilitazione per uscire da questo maledetto tunnel. Annalisa Minetti fa parte di questa folta categoria. Nonostante di soddisfazioni personali ne ha avute tante: oltre ad aver vinto Sanremo, ha partecipato con successo a Miss Italia e ha vinto la medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Londra 2012. Intervistata da Diva e donna ha prima fatto sapere di aver accettato l’esclusione con umiltà, per poi lanciare frecciatine:
Il Festival di Sanremo mi manca moltissimo, ma ho preso la mia esclusione con umiltà. D’altra parte io non c’entro con la linea che ha preso. Basta vedere il cast: Marta sui Tubi, Malika Ayane… Tutta questa gente non è nazionalpopolare. Sanremo quest’anno è un po’ il concerto del primo maggio.
Ecco l’affondo:
Mi ero presentata a Sanremo con pezzi molto belli scritti da Enrico Ruggeri, ha proseguito Minetti, so di avere grandi capacità musicali, di cantare bene, in questo pecco di immodestia. Ma la musica è emozione: può arrivare o no.
La Minetti rimpiange i tempi in cui il conduttore del Festival della canzone italiana era Pippo Baudo:
Chi presenta, in questo caso Fabio Fazio, crea la sua famiglia. L’unico che ha rispettato l’anima nazionalpopolare del Festival è stato Pippo Baudo.
Annalisa Minetti è solo l’ultima in ordine cronologico a rimpiangere di non essere sul palco dell’Ariston, un altro caso eclatante è quello di Albano Carrisi. Qualcuno deve prendersi la briga di spiegare a questi cantanti che Sanremo non è come lavorare in azienda, dove se non timbri il cartellino sei fuori. Sanremo è una gara: puoi vincere, puoi arrivare secondo, puoi perdere e puoi anche non classificarti.