Gianni Morandi non ne vuole proprio sapere di Sanremo. Intervistato da Il secolo XIX, in merito al concerto che terrà al Teatro Geox il 31 dicembre a Padova, il cantante di Monghidoro ha fatto sapere di aver avuto molta nostalgia di tornare sotto le luci della ribalta ma non per questo dice di aver sofferto:
La nostalgia era forte, ma non mi sono annoiato.
Le due conduzioni consecutive del Festival della canzone italiana sono bastate, almeno per il momento. Morandi definisce Sanremo come qualcosa che ti tritura:
Sono sempre stato in mezzo alla musica, ma Sanremo tritura, ora i tempi posso deciderli io.
Ieri raccoglievamo le dichiarazioni di Rocco Papaleo, il quale aveva detto di essere pronto a fare un’ospitata al prossimo Sanremo. Gianni è invece del parere opposto: non vuole salire sul palco dell’Ariston né da ospite, né da big in gara e né tanto meno da conduttore:
Se mai ci vado da spettatore. Non amo la sovraesposizione. So dire di no.
Dopo Sanremo le proposte per tornare in tv sono arrivate in men che non si dica. La Rai aveva addirittura pensato ad un programma tutto incentrato sulla sua storia. Tale proposta è stata rispedita al mittente:
La Rai mi ha proposto quattro puntata speciali, un racconto incrociato tra la mia storia e quella dell’azienda, ma ho declinato. Non amo le celebrazioni. E ancora meno le autocelebrazioni.
In quanto ai nuovi autori italiani Morandi ci tiene a citare:
Abbiamo tantissimi bravi autori oggi nel nostro paese. Lorenzo Jovanotti, Giuliano Sangiorgi con i Negramaro, Tiziano Ferro, Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Eros Ramazzotti. Sono tutti bravi. E ce ne sono altri. In un periodo come questo bisogna alzare l’asticella della qualità.
Riuscirà Gianni Morandi a non lasciarsi tentare dalla terza conduzione sanremese? A Viale Mazzini i suoi festival sono piaciuti. Forse troppo.