Tra DiMartedì e Ballarò a vincere è… la noia. Ci si aspettava di più dal confronto a distanza che ha infiammato l’estate, con Giovanni Floris passato da Rai 3 a La 7 e con Massimo Giannini prescelto per il timone di un programma che viaggiava benissimo. E invece DiMartedì e Ballarò deludono le aspettative della vigilia: troppo macchinosi e troppo poco innovativi i due talk show politici, per attirare l’attenzione.
Ci si aspettava forse qualcosa in più da Roberto Benigni, scelto come ospite d’onore per Ballarò: il comico toscano, invece, non strappa risate come al solito nonostante un Massimo Giannini incalzante nell’intervistarlo. La presenza in studio di Prodi, uno che notoriamente non riscalda gli animi, fa il resto. Parte un po’ emozionato Giovanni Floris che apre DiMartedì con voce quasi tremula prima di passare la palla all’amico fidato Maurizio Crozza e alla sua copertina satirica che parte con la parodia del premier Matteo Renzi. Gli ospiti in studio si danno battaglia ma insomma, niente di trascendentale. Qualcosa probabilmente andrà rivisto sia di qua che di là, ma intanto il primo passo è stato fatto.