Chi l’ha visto torna sul caso Orlandi con nuove importanti informazioni. Alla sorella di Mirella Gregori è arrivato un plico: una lettera che parla di due belle more e, dentro, un pezzetto di pizzo, dei capelli. Le “due belle more” potrebbero essere Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparse a poche settimane di distanza trenta anni fa.
Si parlerà anche del caso Claps. Danilo Restivo ha ripetuto la sua versione sull’ultimo incontro con Elisa davanti ai giudici della corte d’Assise: “È uscita dal portone principale della chiesa lo stesso dal quale eravamo entrati. L’ho seguita con lo sguardo e da allora non l’ho più vista”. Poi ha parlato della mania per il taglio delle cocche di capelli: “Odoravo il loro profumo, ci giocavo con le dita delle mie mani e poi li buttavo per strada”. Sarebbe nata da una scommessa nel 1986, ai tempi del liceo, quando lui non riusciva a inserirsi tra i compagni. Uno di loro lo avrebbe sfidato, se voleva essere ammesso, a tagliare i capelli a tre ragazze in autobus. Sarebbe poi stato don Mimì Sabia ad aiutarlo a smettere nel 1991. L’imputato ha contestato per la prima vota l’autenticità della foto diffusa da Chi l’ha visto che lo mostra in atteggiamento minaccioso con un coltello in mano: “È un fotomontaggio e non so dove l’abbiano preso”.
Caso Pipitone. L’udienza è iniziata con la deposizione di Giovanni Ruffino, ex docente di “dialettologia italiana” all’Università di Palermo, consulente della difesa di Jessica Pulizzi, ascoltato sui diversi modi di tradurre le intercettazioni dal dialetto mazarese all’italiano. Ruffino ha parlato di “anomalia linguistica sulla trascrizione della frase ‘a casa c’ha purtai’” tradotto dal mazarese come se fosse dialetto palermitano”. Mentre la frase “a picirridda asciddrico”, che il consulente della parte civile Indorato ha trascritto “a picciridda cadi” (la bambina e’ caduta) è compatibile con l’area mazarese.
Il programma si occuperà anche della morte di Chiara Poggi e seguirà la decisione della Corte di Cassazione che deve emettere proprio mercoledì l’ultimo giudizio per Alberto Stasi.