Un anno fa Mario Monti nominava Anna Maria Tarantola nuovo Presidente della Rai. Da allora ad oggi cosa è cambiato e cosa cambierà? Intervistata da La Stampa, è stata direttamente lei a spiegare quali sono i suoi progetti per il futuro.
Anna Maria Tarantola ha raccontato di essere rimasta stupita quando l’ex Presidente Monti decise di nominarla Presidente della Rai, lei veniva da un ambiente completamente diverso, quello della Banca d’Italia, ma accettò lo stesso la sfida e ad oggi non si dice pentita di quella scelta.
Io per natura non mi pento mai. Una volta presa una decisione, bisogna solo guardare avanti, mettendoci tutto l’impegno possibile.
La Tarantola ha dei progetti piuttosto chiari sul futuro della Rai:
Credo che la Rai, come concessionaria del servizio pubblico in Italia, debba avere una sua distinguibilità, una sua cifra. Penso che una persona, quando accende la tv, debba capire se sta guardando la Rai o un’altra emittente.
Da direttore Rai, Anna Maria Tarantola dice no al “sensazionalismo, no alla Tv del dolore”, ma è una missione impossibile cercare un equilibrio nella tv di oggi?
E’ la sfida che ci proponiamo e, per esempio, Benigni, con la lettura della Costituzione in tv, ha dimostrato che è possibile. Abbiamo abolito L’isola dei famosi e Miss Italia perché non rientravano in questo progetto…
Senza reality e concorsi di bellezza, la Rai punta ad una qualità migliore, ma di recente sono sorte polemiche per la messa in onda del matrimonio di Valeria Marini e Giovanni Cottone:
Sono incidenti che possono sempre succedere e spero che ne succedano sempre di meno. Ma vorremmo che la donna fosse rappresentata in tv in modo diverso, che la fiction sia più contemporanea, racconti storie più realistiche.
Anna Maria Tarantola spiega anche che in Rai si sta valutando l’utilità degli 11 canali tematici, che forse non sono tutti necessari:
Ma proprio perché siamo servizio pubblico, dobbiamo offrire prodotti specifici per tutte le esigenze, caratterizzando i programmi sempre di più.
Inoltre arriva una notizia che interessa tutti gli spettatori: la Rai nel 2012 ha dovuto affrontare delle difficoltà economiche che però non comporteranno l’aumento del canone, argomento che suscita sempre molte polemiche.
No, non credo che sia politicamente possibile, anche se in Italia è più basso rispetto alla Francia o alla Germania o all’Inghilterra. Il problema da noi è l’evasione che raggiunge il 27%, mentre in quei Paesi si aggira intorno al 5-6%. Con 500 milioni in più, quanto ammonta l’evasione, staremmo certo meglio, anche se l’obiettivo dell’efficienza e della sanità dei bilanci andrebbe perseguito lo stesso.
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