L’11 settembre 1683 trecentomila guerrieri chiamati da ogni angolo dell’Impero Ottomano tengono Vienna sotto assedio, con la guida del Grand Visir Kara Mustafa. Allo stesso tempo l’11 settembre un monaco cappuccino, Marco da Aviano, tiene messa in cima alla collina che sovrasta la città. Poi, con un ultimo appassionato sermone, incita le truppe cristiane. La battaglia tra i due eserciti opposti si trascina fino al tramonto…il nuovo film di Martinelli, 11 settembre 1683, ancora non è uscito nelle sale ma già crea polemiche tra guerre di religione e messaggi political in-correct.
Tutto ebbe inizio nel 2006 quando Martinelli produsse e diresse Il mercante di pietre con Harvey Keitel, storia complicata di un Cristiano convertito all’Islam membro di una cellula di Al Qaeda; in quell’ occasione non mancarono polemiche, il tema trattato riguardava il conflitto tra Islam e Occidente. Un anno dopo il regista ci riprova dirigendo per la Rai Barbarossa , storia romanzata dell’Anno Mille che fu una vera e propria sconfitta: trenta milioni di finanziamento e pochissimi risultati. La storia arriva quindi ai giorni nostri con l’ultimo film appunto, Undici Settembre 1863. Strana coincidenza con quell’11 Settembre di trecento anni dopo, con gli attacchi alle torri gemelle di New York. Proprio questa corrispondenza deve aver suscitato ulteriori polemiche perchè la pellicola ( già ritenuta filo Padana e anti-islamica ) deve aver raggelato anche Rai Cinema, che ha coprodotto il film ( non senza contrasti nel cda ) ma che non lo distribuisce cedendo il compito a Microcinema che ha scelto come data di debutto l’ 11 Aprile.
Il film, diretto e co-sceneggiato con Valerio Massimo Manfredi da Renzo Martinelli, è basato sulle analisi dello studioso di storia islamica contemporanea Bernard Lewis e parla del famoso assedio di Vienna, attacco al cuore dell’Occidente ad opera di trecentomila guerrieri arrivati da ogni parte dell’Impero turco sotto la guida del gran Visir Kara Mustafà ( Enrico Lo Verso). Proprio quando ormai i cristiani stanno per cedere, un monaco cappuccino, Marco D’Aviano ( F. Murray Abraham ) lancia il suo appassionato sermone incitando i cristiani alla lotta. Nel film c’è il discorso infiammatorio del famoso monaco che brandisce un crocifisso, ci sono le battaglie epiche e la musica evocativa degna di un film di Spielberg. Quello che arriva del film è esattamento questo: magniloquenza e messaggi istruttivi. L’incomprensione del presente nasce fatalmente dall’ignoranza del passato, cita una scritta del film, sottolineando il messaggio. E ogni intenzione è ripetuta almeno tre volte, in particolare quelle del gran visir che continua a ripeterci che trasformerà ogni chiesa in una moschea e farà svettare in tutto l’occidente il vessillo verde musulmano (ogni riferimento a quello padano è puramente casuale ).
Il film è stato venduto in Corea, in Inghilterra e negli Usa. Rai Uno lo trasmetterà tra due anni, come miniserie ( sarà una specie di prequel dei personaggi principali ) Nel frattempo Martinelli si è già lanciato nella prossima impresa con un film su Ustica. E riguardo all’ 11 Settembre 1683 si augura che Papa Francesco sappia ridare orgoglio ai cristiani tutti nel rispetto reciproco verso le altre religioni. Di sicuro non lo farà prendendo ispirazione da questo film.