Quanto conta la bellezza in tv? Vi chiederete voi, per me che la tv nel mio piccolo l’ho fatta e che oltre ad essere uomo non sono neanche al top nella classifica delle divinità greche, posso dire sicuramente tanto. Sentirete molti affermare che non è tutto ma le persone telegeniche, che, badate bene, non vuol dire essere necessariamente bellissimi ma con una buona presenza davanti alle telecamere, hanno senz’altro buone possibilità di irrompere nel magico mondo dello spettacolo.
L’avvento della tv commerciale oltre a una buona presa di posizione delle maestranze femminili, hanno fatto in modo che negli ultimi anni i canoni di bellezza si siano innalzati, coinvolgendo i vari direttori di rete ma anche i responsabili delle redazioni giornalistiche in una scelta di figure professionali ma allo stesso tempo appariscenti, prendete come esempio Sky Tg24, dove le giornaliste sono tutte molto graziose con picchi di qualità davvero notevoli, ma anche i tg delle tv generaliste non scherzano, a conferma che volenti o nolenti anche l’occhio vuole la sua parte, in un ambiente poi dove inevitabilmente l’aspetto conta eccome.
Questo non significa dare per scontato che chi è bello farà sicuramente strada, in primo luogo perché di uomini e donne belli il mondo dello spettacolo è popolato, poi perché intervengono tutta una serie di fattori tra cui agganci e conoscenze senza i quali neanche una Nicole Kidman in pectore riuscirebbe a farsi largo. Prendiamo ad esempio le ribattezzate Del Noce’s Angels ovvero Caterina Balivo, Eleonora Daniele, Veronica Maya, Elisa Isoardi: senza l’impulso dato alle loro brucianti carriere dal mentore Fabrizio Del Noce, che destino vuole sia un pezzo da novanta della Rai, avrebbero di sicuro faticato ad arrivare dove sono ora, senza nulla togliere alla professionalità di alcune di loro, ciò non toglie che nella scelta di ricoprire determinati ruoli la bellezza abbia giocato una parte determinante.
Non c’è posto per i brutti pare recitare l’allegro adagio della tv di oggi, a meno che non si faccia il comico, in quel caso un bello faticherebbe ad avere ascendente sul pubblico, se ci fate caso sono pochi i comici belli, l’appariscenza risulterebbe come una storpiatura. La bellezza si rivela essere un ottimo viatico nell’immediato, ma è abbastanza scontato che se ad essa non si unisce una buona predisposizione al contatto con il pubblico (bucare lo schermo si dice), unita ad una dialettica accattivante, la carriera rischia di venire stroncata sul nascere. Dimenticavamo, una buona dose di umiltà non guasterebbe, al giorno d’oggi basta una rapida comparsata televisiva per far credere alla starlette di turno d’aver spiccato il grande salto. Meditate gente, meditate.