Al Corriere della Sera, Antonio Ricci ha spiegato come è cambiato il modo di fare satira nel post-Berlusconi:
Per Striscia il problema si è posto in maniera più semplice, perché con Drive in avevo capito che la parodia di un politico dopo un po’ perde efficacia. Ballantini non fa più l’imitazione di un politico, scende sul suo stesso piano fino a confondersi con lui. I politici gli rispondono come fosse uno di loro, è una caricatura tra le caricature. Così possiamo sfruttare sia le battute che facciamo noi sia la loro comicità involontaria […]. Senz’altro Berlusconi dettava la linea sia ai conduttori di talk, sia alla comicità di tutti perché alla domenica si impegnava a dire qualcosa che poi sarebbe diventato il tormentone della settimana. Noi forse perché non abbiamomai vissuto solo di quello, come ascolti non abbiamo patito la mancanza di Berlusconi.
Ecco spiegati gli ascolti tiepidi dei programmi satirici di Dandini e Guzzanti:
Non so se è solo per quello, certo quando ti viene a mancare un bersaglio così grosso non è facile; Berlusconi era declinabile in mille maniere perché passavi dallo scandalo sessuale alle gaffe politiche. Le librerie Mondadori grondavano di bestseller contro di lui. Finito l’indotto adesso è crisi.
Da lunedì 2 aprile, dietro al bancone di Striscia la notizia ritornano Ficarra e Picone:
In televisione 7 anni sono un’eternità, ma Ficarra e Picone sono il futuro di Striscia. A loro l’ho detto subito: starete qui a vita.
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