Missione ampiamente fallita. Al debutto di Plastik, il direttore di Italia 1, Luca Tiraboschi, aveva difeso, a spada tratta, la sua originalissima creatura (“Non c’è niente di becero, lavoreremo sull’ironia, è la vocazione della rete”) senza aver visto il prodotto finale. Il nuovo format, condotto da Elena Santarelli, è la tragica (e troppo fantascientifica) evoluzione de Il Brutto Anatroccolo di Amanda Lear, già tramutato in un Bisturi abbastanza sadico (tanto da essere spostato in seconda serata) affidato alla coppia Pivetti/Platinette.
Come ricordato, a più prese, dalla stessa padrona di casa (“Plastik ha l’intento di far scoprire la chirurgia estetica a 360 gradi e perchè no bacchettarla quando serve”), il programma vuole mostrare le motivazioni che spingono una donna (ma anche un uomo) a ricorrere ad un’operazione correttiva. Sotto forma di docureality (un pò come accade per i filmati di Mistero tranne per le frizzanti colonne sonore che sembrano più adatte ad uno stacchetto delle Veline che all’atmosfera pseudo-scientifica dello show), inoltre, la trasmissione scruta morbosamente gli aspetti più intimi di un intervento chirurgico seguendo il paziente fin in sala operatoria senza risparmiarci immagini più crude, un pò come accade nella serie cult americana, Nip/Tuck.
Ed ecco che in pochi frammenti, riusciamo a scorgere le giustificazioni psicologiche di chi si opera al naso miscelate, senza alcun filo conduttore, ad una bambina indiana nata con otto arti passando per i botox party, molto in voga nel nostro Belpaese . Per non parlare dell’inquietante rubrica in cui vengono mostrati costati e dettagli dei tanti interventi a cui si sono sottoposti le star del jet set internazionale, quasi una moda da cui sottrarsi.
Si salva solamente Elena Santarelli, che riprendendo il tema di un videoclip degli Aqua, si trasforma in una perfetta Barbie Girl di rosa vestita, perfettamente a proprio agio sia nella più classica casa delle bambole, sia nella superlussuosissima auto di scena in cui si accompagna ai chirurghi del suo staff. La showgirl, rilanciata da Kalispera, è la giusta antitesi ad un mondo di plastica, governato da bellezze artefatte, falsi miti ed illusioni a gogò. Che razza di esempio per le nuove generazioni, vero?! E non si rammarichi la povera Elena, se domani, leggendo i dati d’ascolto, il suo improbabile show non avrà retto il confronto con la sua madrina d’eccezione, Simona Ventura, dirimpettaia con la semifinale de L’Isola 8. Almeno potrà dire di averci provato!!!