A La Stampa, Piero Chiambretti ha manifestato il proprio entusiasmo per gli ascolti della seconda puntata del suo Chiambretti Sunday Show che rispetto al debutto ha guadagnato 500 – 600 mila spettatori:
Potremmo fare il mostro a tre teste della tv: io darei qualche mia ballerina alla Dandini, a lei prenderei Elio, toglierei un po’ di ospiti alla Bignardi perché gli ospiti sono importanti, in un programma per ospiti, ma non devono nemmeno essere troppi.
Ha, inoltre, aggiunto:
Praticamente, siamo saliti del 50 per cento. Di solito i programmi subiscono nella seconda puntata un calo fisiologico, capita anche al Festival di Sanremo. A noi non è capitato. Diamo tempo al tempo. Vuol dire che il programma ha una sua vitalità, che il passaggio dalla seconda alla prima serata non è indolore ma nemmeno impossibile.
L’istronico mattatore non teme la sospensione del programma nonostante il 7,41% di share raccimolato domenica scorsa:
E’ come se Italia 1 avesse due anime. Il gruppo dirigente è con me. Publitalia, l’altra anima della rete, quella che deve garantire i numeri, è più neutra. Noi non siamo la Rai, che con il lavoretto del canone riesce a recuperare. Si sapeva che ci sarebbe stato un bel salto, tra la seconda e la prima serata. E d’altronde, chi l’ha detto che un programma seguito da dieci milioni di spettatori è gradito e uno seguito da due milioni è sgradito? Se ci fosse l’indice di qualità, quello invocato da Arbore, potremmo scoprire che, per esempio, tanti di quelli che seguono Santoro, non lo seguono perché gli piace, ma proprio perché vogliono star male. Vale il numero o vale il prodotto? Facciamo male a equiparare quantità e qualità.