L’Antitrust ha multato di 200mila euro RTI per pratica commerciale scorretta relativa alle modalità di gestione delle richieste di recesso e disdetta dei contratti annuali – a rinnovo tacito – per la fruizione dei servizi Mediaset Premium in modality Easy Pay.
Il Garante della concorrenza nel Bollettino dell’Autorità sottolinea che, tra dicembre 2009 e febbraio 2011, RTI avrebbe condizionato:
indebitamente la libertà di scelta dei consumatori, ostacolandone il pieno ed effettivo esercizio del diritto a recedere dal rapporto contrattuale [e] richiedendo loro il pagamento di corrispettivi per la fruizione di servizi non più richiesti.
La società non solo avrebbe chiesto ai propri abbonati in modalità Easy Pay il canone di Mediaset Premium, ma sarebbe colpevole anche di:
comportamenti ostruzionistici, che avrebbe ritardato l’esecuzione delle richieste di recesso, anche tramite l’applicazione di penali, in caso di mancato pagamento degli importi fatturati successivamente alle richieste medesime.
Secondo l’Antitrust si tratta di una pratica commerciale aggressiva:
idonea a condizionare indebitamente la libertà di scelta dei consumatori, ostacolandone il pieno ed effettivo esercizio del diritto a recedere dal rapporto contrattuale con il professionista e richiedendo loro il pagamento di corrispettivi per la fruizione di servizi non più richiesti.
Il vicepresidente Codacons, Gianluca Di Ascenzo commenta:
Non possiamo che essere soddisfatti per la sanzione dell’Antitrust, che tuttavia appare di importo modesto, specie se commisurata agli introiti di RTI Invitiamo i clienti Mediaset Premium a rivolgersi alle nostre sedi qualora dovessero perdurate gli illeciti nelle richieste di recesso e disdetta dei contratti annuali, al fine di far valere i propri diritti.
L’Aduc nel comunicato stampa parla di cifra ridicola:
L’Antitrust ha multato RTI per pratica commerciale scorretta: ha continuato a prelevare soldi a chi aveva già disdetto nei termini di legge i propri abbonamenti Mediaset Premium. Una notizia che dovrebbe confortarci se ci limitassimo a leggere i titoli, ma che si ridimensiona subito quando leggiamo che la multa è di 200.000,00 euro. Ridicola!
E non solo, perché per tutti i gestori di servizi di Tlc che agiscono quotidianamente nello stesso modo, è un incentivo a continuare: costa molto meno di una qualunque pubblicità e la redditività è molto alta. Considerando una media di 100,00 euro a utente, per riprendersi i soldi della multa a RTI è sufficiente che si comporti in questo modo con altri 1.000 suoi abbonati. E anche considerando che singolarmente ci sarà qualcuno che farà ricorso contro RTI per avere i soldi indebitamente sottratti, quanti fra tutti i derubati lo faranno andando fino in fondo? Pochissimi.
Perché per procedere singolarmente ogni utente deve seguire questa trafila: raccomandata A/R di messa in mora intimando il dovuto entro 15 giorni (magari con la consulenza dell’associazione per come scriverla); RTI non risponde per niente; chi prosegue dovrà portarli davanti al Corecom della propria regione (in genere solo nei capoluoghi regionali) dove tentare una conciliazione: nessuno è obbligato a niente e spesso RTI non si presenta; solo dopo questo tentativo si potrà portarli in giudizio davanti al giudice di pace, senza avvocato per importi inferiori a 512 euro e, se va bene, il giudice ti convoca fra uno o due anni….
E’ evidente che solo gli “incazzati neri” seguiranno questa procedura. E RTI, così come qualunque gestore di servizi di Tlc continuerà a “pagare” l’Antitrust (quando e se li condanna) in cambio di questo business del malaffare. Se invece di 200.000, euro le multe fossero di 200 milioni di euro o di due miliardi, o di una ‘x’ percentuale sul fatturato lordo, la musica sarebbe diversa. Ma stiamo parlando di un altro mondo…..