Se Mediaset è in crisi non è di certo per colpa dell’offerta ma della crisi economica. Lo ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi a La Stampa. Intervistato, il vide presidente di Mediaset, ha parlato del futuro dell’azienda: dai ricavi pubblicitari alle sigole reti.
Noi viviamo di pubblicità e il mercato pubblicitario in Italia è passato da 9 miliardi a 7 in soli due anni. Sono scomparsi 2 miliardi.
Per Berlusconi Jr il 2013 sarà l’anno zero delle reti Mediaset. Il modello culturale? Sarà la modernità:
Il nostro modello culturale è la modernità. E il Grande Fratello, rinnovato, resta eccome. Abbiamo programmato questa evoluzione partendo da un dato di fatto. La concorrenza continua a crescere: un rapporto del Consiglio d’Europa ha appena stabilito che l’Italia è primo Paese europeo per numero di reti. Il 90% di questi canali vive di film, telefilm e programmi tradotti, mentre noi vogliamo che le nostre reti generaliste offrano sempre più prodotti italiani ed esclusivi, unici in questo panorama affollato.
Su Italia 1:
Partiamo da Italia 1. Punteremo con decisione sull’intrattenimento autoprodotto. Per intenderci a programmi tipo Le Iene, Colorado, Wild… Ma oseremo anche con prodotti meno sicuri sul piano degli ascolti pur di sperimentare nuovi linguaggi.
Canale 5:
Canale 5 è già molto forte, leader assoluta nel target commerciale. E’ la rete delle giovani famiglie. Puntiamo a mantenere elevato il tasso di qualità, quantità e modernità. Sarebbe ideale avere costantemente una settimana con 4 prime serate di intrattenimento e 2 o 3 di fiction italiana.
Rete 4:
Sarà sempre più ricca di informazione, talk show e approfondimenti. Primo passo: dopo Quarto grado e Quinta colonna arriverà un altro programma di attualità in prima serata. Direi una La7 più popolare, meno radical-chic e soprattutto con costi sostenibili.
La Pay tv:
Ora stiamo lavorando a un nuovo progetto, “Infinity”, che offrirà appunto un’infinità di contenuti on demand visibili con la massima flessibilità commerciale su tutti i device collegabili a Internet, dalle smart-tv ai tablet alle console di videogiochi. Per intenderci, una Netflix italiana.
Infine l’arrivo di Cairo a La7. Pier Silvio è sicuro che non stravolgerà il mercato delle tv generaliste.