E’ stanco, Giovanni Vernia. Da quando ha deciso di imitare Fabrizio Corona – lo potete vedere ogni lunedì a Zelig Cirus, su Canale 5 -, il suo lavoro è pressochè raddoppiato. Questa settimana, ad esempio, ha dovuto preparare due sketch, una da latitante e una da carcerato, perché “non sapevamo come sarebbe andata a finire. Speriamo solo che non scappi dal carcere, adesso…”, racconta Vernia.
Giovanni, come stai?
Sono stanchino. Questa settimana abbiamo dovuto preparare due versioni diverse dello sketch perché non sapevamo come sarebbe andata a finire: una da latitante e una da carcerato. Alla fine proporremo la versione da carcerato, Fabrizio arriverà sul palco accompagnato dai carabinieri. Speriamo solo che non scappi dal carcere…
Quando ti è venuto in mente di imitare Corona?
L’idea mi è venuta a Marzo vedendo il talk show che conduceva su Canale Italia. Nel suo stile di conduzione, proprio “alla Corona”, ho trovato degli aspetti molto comici e divertenti.
Avevi capito che sarebbe stato il personaggio al centro delle cronache di questo periodo?
Avevo intuito che se ne sarebbe parlato, ma non così tanto. Sapevo che era stato condannato ai lavori socialmente utili: abitutato a vivere agli accessi, uno come lui non avrebbe resistito a fare quella vita. Avevo trovato molti spunti comici pensarlo fare i lavori sociali.
Corona sa di quest’imitazione?
Mi ha fatto sapere tramite amici comuni che gli è piaciuta molto. Ha detto di continuare…
Per quanto tempo l’hai studiato?
Ho scrutato con grande attenzione tutto quello che esiste su Corona. Ho guardato tutti i suoi video, cercando di metabolizzare le sue movenze e i suoi atteggiamenti. Non riesco ad imitare alla perfezione il suo timbro di voce, così sopperisco rubandogli le movenze e l’anima.
Quanto tempo ci metti per prepararti?
Circa tre ore tra trucco, preparazione dei tatuaggi e vestiti.
Hai qualche gesto scaramantico prima di entrare in scena?
Mi tocco le palle, come sempre (ride, ndr).
Lo scorso anno a Zelig interpretavi Jonny Groove, quest’anno Corona: entrambi sono due tamarri, due spacconi. Sei un tamarro anche te?
Mannò, io sono molto tranquillo. A scuola mi picchiavano sempre, ero l’anti-bullo (ride, ndr). Il discotecaro è nato perché mi piaceva andare a ballare, mi piaceva quell’ambiente. Corona, invece, era un personaggio che mi faceva molto ridere: aveva già dei tormentoni nel suo modo di parlare. Pur essendo entrambi due tamarri, sono due personaggi agli antipodi: Jonny è buono ed ingenuo, mentre Corona è una mente diabolica, cinico e a volte anche volgare.
Jonny è morto o tornerà?
Non può morire. Adesso si sta riposando. Intanto studia inglese perché presto lo porterò ai festival di musica dance, lo voglio calare nella realtà dei discotecari internazionali.
Quest’anno Zelig ha una nuova coppia di conduttori: Teresa Mannino ed il Mago Forest. Ti piacciono?
Con Teresa mi trovo molto bene, siamo amici. Quando ho debuttato a Zelig Off c’era lei alla conduzione. Forest è un grande professionista e, fisicamente, è la persona giusta per far da spalla a Corona. C’è un contrasto fisico molto forte che è carino da vedere.
Che rapporti hai con Bruno Arena?
Non lo conosco molto bene. Ci eravamo incrociati a qualche serata, ma Zelig è stata la prima trasmissione in cui abbiamo lavorato insieme. E’ una persona molto solare, scherza in ogni momento, non si ferma nemmeno un attimo. Dopo la prima puntata avevamo parlato insieme delle varie critiche che si erano lette su questi vostri blog maledetti, pieni di gente cattiva (ride, ndr) e le critiche l’avevano toccato molto. Io, da buon ingegnere freddo (è laureato in ingegneria elettronica con il massimo dei voti, ndr), gli avevo detto di fregarsene e di essere felice comunque.
Oltre a Zelig, sei anche nelle sale cinematografiche con il film Mai stati uniti di Carlo Vanzina. Che esperienza è stata?
Stare un mese negli Stati Uniti, in alberghi di prima categoria, con un gruppo di lavoro molto simpatico e vedere posti meravigliosi secondo me è un’esperienza orribile, non credi!? (ride, ndr)
Tra teatro, cinema e tv, dov’è il luogo dove ti esprimi meglio?
Il teatro, senza dubbio. A teatro mi devono tirare giù dal palco perché non smetterei mai.
Photo credits | Pagina Facebook Giovanni Vernia