Emilio Fede in un’intervista pubblicata oggi su Il Giornale rievoca gli scoop che hanno segnato la sua lunga carriera da giornalista. A partire da 21 anni fa, quando il 16 gennaio Studio Aperto di Emilio Fede mostra per primo, in anticipo anche rispetto alla Rai, le immagini del bombardamento che segnarono l’inizio della guerra del Golfo. Con quel telegiornale notturno, Fede introduce la diretta nei notiziari Mediaset:
Fu una mia intuizione quella di capire il momento giusto. Nella notte fra il 15 e il 16 scadeva l’ultimatum americano, quindi teoricamente si sarebbe dovuto attendere altre 24 ore. Ma io ebbi una premonizione, avvertii Galliani e, col consenso di Berlusconi, andai in onda mostrando le immagini dell’attacco con 40 minuti di vantaggio sulla Rai.
Il direttore del Tg4 il quale si dice ancora oggi “a caccia di scoop“ ne ricorda alcuni storici:
La cattura dei piloti Bellini e Cocciolone; soprattutto quando annunciai che erano sani e salvi: la Rai disse che non c’era nulla di vero e la mia era una speculazione. Poi diedi per primo la notizia della liberazione del Kuwait.
Per il giornalista, classe 1931, il giornalismo attualmente sebbene mantenga “un ruolo importantissimo, fondamentale” è “spesso mortificato dalle scelte di campo, da una visione troppo ideologica e schierata“. Fede confessa di non essere stato schierato pro Cavaliere quanto avrebbe davvero voluto; poi a proposito dei giornalisti che sarebbero in crisi dopo l’addio di Berlusconi, afferma:
In Europa c’è la crisi economica e nel mondo dell’informazione italiana c’è la crisi del “dagli a Berlusconi”. Io so quanta gente, per motivi diversi, è pentita dalla sua scelta e vorrebbe vederlo tornare. Ma lui è tranquillo, continua a fare politica, deve confrontarsi con la giustizia ma è forte fisicamente e umanamente. E poi il segno della sua presenza nelle aziende è testimoniato dai figli Marina e Pier Silvio, e anche Barbara sta crescendo bene.
Per Fede il futuro dell’informazione in tv è l’all-news; a tal proposito non si tira indietro nel confronto tra TgCom24 e SkyTg24:
Graficamente TgCom è più solare, non ha quel fondo rosso cupo di Sky che mette un po’ angoscia.
Infine, il futuro:
Ci sono tante voci: farò quello che l’azienda mi propone. Ma a Mediaset c’è chi tiene conto di quello che ho rappresentato. Prima del mio arrivo non c’erano né redazioni, né tg, né giornalisti. Prima o poi farò una trasmissione tutta mia, di cui non posso dire nulla, ricordando le inchieste che facevo a Tv7 in Africa o quelle sui falsi diari di Mussolini.
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