Il caso Stamina continua a far parlare, Davide Vannoni ha detto no anche ai nuovi esperti scelti a livello internazionale dal Ministro Lorenzin.
Fino ad ora questa tecnica non ha attecchito in Italia, il prof. Vannoni sperava che con un cambio di commissione le cose potessero evolversi, ma non tutti gli sono andati a genio ed ha annunciato un secondo ricorso al Tar.
Le Iene si sono occupate della questione con ben venti servizi di Giulio Golia. Un modo di fare informazione non del tutto obiettivo come realmente dovrebbe essere il giornalismo, infatti dai servizi, che mostrano tutti i benefici della tecnica, non trapelano dubbi sull’efficacia del metodo.
Giulio Golia ha incontrato molte famiglie, grazie alla trasmissione di Italia 1 la piccola Sofia è diventata un vero e proprio emblema di questa battaglia tutta italiana, dopo di lei lo è diventato anche la piccola Noemi: entrambe sono due bambine che soffrono e che chiedono di poter usufruire delle cure, che fino ad ora hanno apportato miglioramenti a chi si è sottoposto. Ma per adesso non si conoscono effetti collaterali (che pare non ci siano!) nè commissioni che abbiano approvato in toto, senza il minimo dubbio, il metodo avanzato dal prof. Vannoni, che continua la sua battaglia, seguito da famiglie speranzose di non veder morire troppo presto i loro figli e persone affette da malattie neurodegenerative o autoimmuni che potrebbero portarli alla morte.
Tuttavia Le Iene per il momento non andranno in onda e nonostante sia stato messo in dubbio anche il loro operato, oltre a quello dello stesso Vannoni, per ora non sono arrivate repliche tramite comunicati e bollettini. Si presume che Giulio Golia si prepari all’attacco per quando la trasmissione tornerà su Italia 1, con nuovi servizi per comprovare l’utilità del metodo Stamina. Ma quando l’informazione è di parte, schierarsi diventa complicato.