Agcom ha punito l’eccessiva esposizione mediatica riservata al presidente del consiglio Silvio Berlusconi da Tg2, Tg5, Studio Aperto, Tg1 e Tg4 nella giornata di venerdì 20 maggio con multe da 100mila euro nei primi tre casi e da 258mila euro (il massimo della multa) negli ultimi due casi. L’autorità dice:
le interviste a Berlusconi, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed omologhe per modalità di esposizione mediatica, hanno determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’ Agcom.
Non si sono fatte attendere le reazioni. Mediaset in una nota si dice allibita:
Mediaset è allibita per le sanzioni decise oggi dall’Agcom contro le quali ricorrerà immediatamente al TAR. Con questa decisione l’Autority impedisce di fatto alle televisioni di fare il proprio mestiere di informazione e in questo modo diventa parte anziché arbitro, come la legge vorrebbe, del confronto politico.
Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri prima di conoscere l’esito dell’Authority aveva anticipato il possibile ricorso:
Noi siamo equilibrati come sempre. Laddove in giorno magari si sfora perché si dà priorità a una notizia, poi si recupera. Se la decisione dell’Agcom fosse negativa ricorreremmo come abbiamo già fatto l’ultima volta, vincendo. Se c’è un’azienda che è sempre stata corretta ed equilibrata, siamo noi. Purtroppo in questo momento hanno sollevato un vespaio per una cosa che è già stata equilibrata o che sta per esserlo. In questo caso, non dovrebbe neppure essere considerata la par condicio perché la competizione elettorale riguarda solo una parte del paese che non è neanche la metà.
Il direttore del Tg5 Clemente Mimun, saputa la notizia, ha commentato:
Che intervistare il leader del partito di maggioranza relativa, nonché presidente del Consiglio, per commentare i risultati del primo turno delle amministrative, possa portare ad una sanzione da parte di un organismo di garanzia, è assolutamente paradossale.
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ha detto:
Ho fatto il giornalista, ho seguito solo un criterio professionale. Il premier non parlava da 5 giorni, ossia dal giorno dei risultati del primo turno. Era o no una notizia la sua intervista? Secondo me lo era. L’avrebbero pubblicata tutti i giornali. Quindi il criterio giornalistico è stato messo da parte e ne è stato introdotto un altro dai contorni confusi che non è neppure quello della par condicio, visto che l’equilibrio in tv era assicurato dalla natura e dai tempi delle presenze dei politici dell’opposizione nelle edizioni del Tg sia dei giorni precedenti che di quelli successivi. Come possono confermare i dati.
Corrado Calabrò ricorda che la valutazione è stata:
strettamente giuridica e non politica. La commissione ha fatto una valutazione tecnica e giuridica della situazione: la violazione c’è e le sanzioni ne sono la naturale conseguenza.
L’Usigrai, per voce di Carlo Verna, chiede che siano i direttori dei Tg a pagare:
Le sanzioni dell’Agcom sono cadute mentre le incursioni di Berlusconi continuano. La Rai dovrà rivalersi su chi le ha determinate.