Alla vigilia dei festeggiamenti per i vent’anni del Tg5, Clemente Mimun ha rilasciato un’intervista a Il Corriere Della Sera in cui ha ribadito di non aver avuto alcun tipo di pressione da parte del suo editore, Silvio Berlusconi che, fino a pochi mesi fa, era anche il presidente del Consiglio:
Penso che io Rossella e Mentana siamo stati in grado di tenere la barra diritta e preoccuparci di informare negli interessi degli spettatori puntando ciascuno sulle cose che sa fare meglio: Enrico nella fase iniziale ha fatto un grande tg di cronaca e poi è riuscito a creare l’evento intorno alla notizia. Rossella ha fatto un tg che tutti definiscono più fru fru, ma sempre molto piacevole e forte negli ascolti. Da quando ci sono io, facciamo un tg sociale perché ci occupiamo di economia non soltanto preoccupandoci dello spread, ma anche delle conseguenze dei provvedimenti sulla famiglia. Ci preoccupa la caccia all’uomo da parte dello Stato a un cittadino che viene strizzato dalle tasse, un cittadino che ha diritto ad essere informato ma anche difeso.
Su Enrico Mentana alla direzione del TgLa7:
Non sopportava la politica, la trovava ingeribile. Ora lui sta dove è il mercato. Si è trovato con i due grandi telegiornali accusati di essere troppo vicini al centrodestra, quindi ha fatto un tg politico ma anche d’opposizione. Lui è uno dei miei migliori amici, ma adesso voglio vedere che fa. Ha fatto un tg interessante per la fase che si viveva, si è attestato su cifre molto alte ma credo che abbia tolto più spettatori alla Rai che a noi. Con l’uscita di Berlusconi, voglio vedere come saprà collocarsi lui, ma soprattutto la rete: si sono organizzati per una guerra che non ci sarà.
Sull’uscita di scena di Minzolini dal Tg1:
Sono dispiaciuto sul piano umano, siamo amici da tempo. Lui è un eccellente giornalista politico. Lo so perché ci sono stato quattro anni e mezzo al Tg1: non appena uno che non è dichiaratamente di sinistra si avvicina al Tg1 inizia il cannoneggiamento.
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