Dopo undici anni di battaglie legali, Europa 7 ha ottenuto la concessione necessaria per trasmettere sulle nuove frequenze digitali, lasciate “scoperte” dalla ricanalizzazione di Raiuno e coprire l’80% del territorio nazionale.
L’accordo è stato siglato lo scorso febbraio dal patron dell’emittente, Francesco Di Stefano e dal viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha commentato con entusiasmo l’intesa raggiunta
Ad Europa 7 saranno assegnate anche altre frequenze, i cosiddetti ‘cerottì, che le consentiranno di raggiungere una copertura adeguata. L’intesa, raggiunta anche attraverso gli ottimi rapporti personali con di Stefano, si inserisce in maniera virtuosa nel processo di chiusura della procedura di infrazione aperta dall’Europa a carico dell’Italia, ormai in fase conclusiva. L’accordo con Europa 7 rappresenta un passo avanti enorme, che la dice lunga sul comportamento di questo ministero: non siamo qui a difendere gli interessi di chicchessia, ma a gestire un problema complesso
Ha proseguito Di Stefano
Stiamo decidendo se partire in analogico o in digitale. Siamo soddisfatti perchè questa vicende si chiude così come si poteva chiudere. Ma, certo, esiste una sentenza in base alla quale Retequattro doveva essere spenta. E invece è ancora accesa. I precedenti ministri neanche ci ricevevano: è andata così con Cardinale, Gasparri, Landolfi e con lo stesso Gentiloni che si è dimenticato dei nostri diritti. Oggi il problema si risolve grazie alla fiducia e ai rapporti personali. Probabilmente si poteva ottenere lo stesso risultato anche prima. E dopo tanti ricorsi, direi che si tratta di un miracolo
Come fa notare, lo stesso Di Stefano, la situazione televisiva italiana è cambiata notevolmente rispetto al 1999, anno d’inizio della tormentata vicenda giudiziaria di Europa 7
Dovevo fare televisione a 46 anni, la farò a 57, forse con minori energie e in un panorama completamente cambiato. Ma anche stavolta riusciremo ad adeguare il nostro progetto.