Sembrano passati secoli da quando noi giovani, nati tra gli anni Ottanta e Novanta, passavamo diverse ore con MTV acceso a rotazione continua. Fino a qualche anno fa era la rete giovane per eccellenza, che vantava esclusive ben lontane dalla noiosa programmazione generalista. Ma oggi, all’alba del 2014, la situazione è rimasta invariata? A giudicare parecchi dati, pare proprio di no. MTV sembra aver perso la propria identità, che aveva acquisito facilmente nel corso del tempo. MTV sembrava essere un brand solido, basato principalmente sulla musica. Ed è grazie alla musica che è riuscita ad ottenere il suo successo. Oggi, con i video musicali sempre più costosi e – soprattutto – facilmente reperibili sul web, MTV ha ormai perso questa forte caratterizzazione. Certo, ogni tanto va in onda qualche concerto live, ma sono molto costosi e non possono essere trasmessi frequentemente. Insomma, MTV senza la musica sembra aver perso di colpo la sua identità.
Inoltre, con il processo di digitalizzazione della televisione, i canali si sono moltiplicati a dismisura. Oggi MTV deve confrontarsi quotidianamente con altri canali giovani, ma che hanno una caratterizzazione più forte. Sono più specifici e hanno contenuti mirati per il proprio target. Prendiamo Cielo e Real Time – per esempio – che grazie a prodotti ben confezionati, riescono ad ottenere ascolti record (la finale di Bake Off ha superato addirittura Rete4, Rai3 e La7). In mezzo a tanti canali di questo tipo, MTV scompare.
A tutto ciò, si aggiunge anche un’aggravante: MTV è stata costretta a pubblicare i propri dati d’ascolto, rivelando ciò che molti sospettavano da tempo. In realtà, i dati di ascolto di MTV sono realmente bassi, soprattutto se rapportati agli alti costi di produzione. Insomma, fino a qualche tempo fa chi voleva comprare spazi pubblicitari su MTV doveva farlo a scatola chiusa. Adesso, con la pubblicazione dei dati, MTV perde valore radicalmente e, di conseguenza, avrà meno introiti.
In definitiva, MTV sta pagando a caro pezzo la mancanza di una vera linea editoriale. Non ha il forte impatto di una rete generalista, ma neanche la specificità dei nuovi canali digitali. Un ibrido che, a conti fatti, è costato il licenziamento di parecchie persone.