Venezia è un luogo fragile e segnato da molte contraddizioni ed è la nuova meta del geologo e divulgatore Mario Tozzi, nella puntata di Fuori Luogo in onda lunedì 15 agosto alle 23.20 su Rai 1.
Venezia è una città abitata da poco più di 50.000 abitanti, ma visitata da più di 30 milioni di turisti l’anno, con un centro storico patrimonio dell’umanità, che però è ancora attraversato dalle grandi navi da crociera.
Che impatto può avere lo spostamento d’acqua causato dal passaggio di navi da più di 90.000 tonnellate, sugli antichi palazzi veneziani che sono stati costruiti su pali di legno?
Si cerca di capirlo attraverso un facile esperimento che evidenzia quanta acqua va a sbattere contro le fondamenta degli edifici, quando passa una grande nave.
Per la stabilità delle case e dei monumenti di Venezia c’è un altro pericolo, quello dell’acqua alta, un fenomeno che negli ultimi 60 anni è sempre più frequente.
Sono secoli che si cerca un sistema per impedire alla marea di invadere le calli e i campi di Venezia.
Ad oggi, pare che la soluzione del problema possa essere trovata in un sistema di paratoie mobili che apre e chiude l’ingresso dell’acqua nella laguna: il famoso MOSE.
Per capire come funziona il MOSE si scende a più di 12 metri sotto il livello del mare, in una delle gallerie dove si trova il meccanismo che muove la paratoie.
Con uno speciale vetrino prospettico si possono osservare i movimenti delle paratoie sulla superficie del mare per vedere se davvero questa opera è la risposta vincente contro l’acqua alta.
Si vede poi come si svolge la vita quotidiana di una città unica e complessa come Venezia, a cominciare dalla raccolta dei rifiuti, fino al lavoro dei Vigili del Fuoco che, in una città circondata dall’acqua, non è facile come sembra.
Venezia oggi è diventata la capitale del turismo e della mondanità, i suoi antichi palazzi continuano ad ospitare feste con star del cinema e potenti di tutto il mondo.
Fra le mura dello storico Palazzo Labia, affrescato dal Tiepolo, se ne parla con Arrigo Cipriani, titolare del famoso bar frequentato, fra gli altri da Ernest Hemingway, Truman Capote e Orson Welles.
Il viaggio si sposta poi verso Marghera, il grande polo chimico e industriale creato all’inizio del 1900 che doveva essere il volano di tutta l’economia della regione e, come è successo in tante altre parti d’Italia, si pensava che le fabbriche oltre a dare lavoro, sarebbero diventate parte integrante delle città e avrebbero migliorato la qualità della vita a migliaia di famiglie.
Cosa rimane di quel sogno di pochi pionieri, diventato incubo di molti? Come è cambiata la vita di chi vive vicino a Marghera?
Il petrolchimico di Marghera non è il solo impianto industriale che ha lasciato una eredità letale, è successo anche a Genova, Taranto, Siracusa, Palermo, Cagliari, Ancona, ma proprio a Marghera è nato anche il primo nucleo di lotta contro l’inquinamento e per la difesa dell’ambiente.