Il Fatto di ieri annoverava tra i lussi e gli sprechi della Rai il nuovo studio di di Porta a Porta (“Mezzo milione di euro per la 16esima stagione di Porta a Porta a tarda ora, un po’ di trucco per assaporare il brivido di qualche prima serata”). Bruno Vespa non accetta che il quotidiano si scandalizzi e replica nell’edizione odierna ricordando quanto è durato la precedente scenografia:
Vorrei ricordare che il vecchio studio è stato forse il più ammortizzato della storia della Rai essendo in piedi dal 1999, quando la nostra trasmissione si trasferì da Saxa Rubra in via Teulada. La nuova struttura, d’accordo con la direzione aziendale, si è resa necessaria, perché nella prossima stagione al ciclo ordinario di seconde serate si aggiungeranno dieci prime serate. Si appronteranno perciò due studi nello spazio di uno. Per contenere i costi, sono stati noleggiati apparati Lcd, rinunciando (purtroppo) a dispositivi di ultimissima generazione che sarebbero risultati molto più efficaci, ma anche molto più onerosi.
Il conduttore del programma di Raiuno replica anche alla riflessione sulla flessione degli ascolti (“In cinque anni ha perso 6,1 punti di share e 150mila spettatori: la stagione 2010/11 ha registrato una media del 15,41% di share e un pubblico di 1,6 milioni”):
Alla flessione di quasi un punto di share nell’ultima stagione rispetto alla precedente ha corrisposto un incremento di pubblico di 236 mila spettatori di media, pari quasi al 19%, perché siamo andati in onda dieci minuti prima. E chiunque conosce la televisione sa che andando in onda prima in seconda serata, quando altrove le prime serate non sono quasi mai finite, si perde in share e si guadagna in pubblico.