Tra ore concitate di proiezioni, feste in piazze e delusioni per cocenti sconfitte, è Geppi Cucciari, la vera eroina con la gonnella dei programmi d’approfondimento sulle elezioni comunali a Milano e Napoli, che hanno sancito la vittoria di Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris. In un pomeriggio cruciale per le sorti della politica italiana, sconvolta dalla disfatta del polo di Berlusconi, la sagace attrice ha saputo cogliere gli aspetti più inediti della tornata elettorale prendendo in giro, senza guardare in faccia nessuno, i protagonisti delle ultime settimane.
Tra le “vittime” prescelte dalla comica, Emilio Fede, che nel precedente turno, aveva impiegato circa quattro minuti prima di rivelare il ballottaggio nel capoluogo lombardo tra il sindaco uscente Moratti ed il candidato del centrosinistra. L’irriverente sondaggista per caso ha ipotizzato una possibile apertura del Tg4 delle 18.55 con tanto di cartellone in bella vista, titolato “Chiuso per lutto”.
Anche Antonio Di Pietro è stato bersagliato da Geppi, che ha fantasticato sui manifesti di ringraziamento alla città partenopea per la vittoria del suo pupillo, De Magistris: “Grazzie a tutta cuesta vitoria” vuole essere lo slogan per una campagna elettorale rivolta al popolo (anche se c’è un limite a tutto).
Clemente Mastella, che aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi in seguito all’ascesa dell’ex magistrato alla poltrona di primo cittadino di Napoli, non è stato risparmiato dalle sue frecciatine… in fondo, una promessa (politica) va sempre mantenuta! Scuro in volto, Maurizio Belpietro deve sorbirsi i commenti avvelenati di Geppi, per una versione parzialissima di Libero che, manco a dirlo, porta per titolo Ora godetevi i comunisti (tutti i telespettatori non hanno avuto nemmeno il tempo di rifletterci che la Cucciari ha chiarito il rebus: l’impaginazione è tutta vera). E a fine puntata, un dubbio amletico ci assale… dove si sposterà l’asse dell’onorevole Scilipoti dopo la disfatta del premier? Il grafico della padrona di casa di G’ Day sentenzia senza possibilità d’appello la sua svolta a sinistra, ovviamente! E Mentana se la ride rompendo, senza ritegno, la liturgia post-elezione (per fortuna!).