Anche quando gli ingredienti sembrano gli stessi, la sostanza cambia, e parecchio. Prendiamo la storia di un ragazzino appena adolescente, “iniettiamo” nella vicenda problemi familiari di non trascurabile entità, e mettiamo lo stesso ragazzino alla guida di un super robot, dato che, per l’appunto, gli alieni si accingono ad attaccare. Il prototipo è pronto, dei mostri arrivano dallo spazio, il ragazzino è affiancato da ragazze della sua età molto, molto carine, anch’esse alla guida dei robot. Tutto quello che si può raccontare i modo superficiale di Neon Genesis Evaneglion deve farci riflettere sull’errore che commettiamo nel trattare superficialmente le cose, soprattutto quando la posta in gioco coincide con l’addentrarsi completamente in una delle storie più belle e complesse mai raccontate in un anime, e non solo.
La vicenda trae le sue origini da una catastrofe, un’esplosione di misteriosa entità che ha provocato lo scioglimento dei ghiacci: il Second Impact. Quindici anni e miliardi di vittime dopo, la Terra prova a rimettersi in piedi, e a sferrare il colpo di grazia ci pensano gli Angeli, misteriose, enormi creature provenienti da zone misteriose, forse dell’Universo, forse della stessa anima dell’uomo. Ma per fortuna la Nerv, una potente azienda con alla base un enorme centro di ricerca, ha prodotto gli Eva. Di cosa si tratta? Niente dettagli qui, non voglio rovinare “la prima volta” a chi ancora non ha visto NGE, dato che ricordo che razza di sconvolgente e piacevole esperienza sia stata per me. Posso dire solo che sono le uniche armi a disposizione dell’umanità – rappresentata in questo caso da Neo Tokyo 3 er far fronte all’incombente minaccia degli Angeli, i quali cercano inesorabili di raggiungere qualcosa, là, nel nucleo sperimentale e segretissimo della Nerv, con una cieca furia di combattimento.
Ed è un’apoteosi di combattimenti, di grida urlate da questi enormi mecha nel cercare di far emergere quel lato selvaggio che coesiste con l’animo razionale nell’uomo. Spettacolari i lotte, anche corpo a corpo, tra colossali mecha, disegnati in modo originale e particolarmente “vivo”; i mecha in questione – gli Eva – disegnati da Ikuto Yamashita, hanno un’interfaccia di comando organica, ricevono gli impulsi per il movimento direttamente dal sistema nervoso dei tre piloti, i tre protagonisti: Shinji Ikari, Rei Ayanami, Asuka Soryu Langley. Tre giovani vite che cercano di divincolarsi dalle loro paure e dai loro traumi e, con scopi e motivazioni diverse, lo fanno combattendo.
Creata nel 1995 dallo Studio Gainax, sceneggiato e diretto da Hideaki Anno, la serie viene trasmessa in Italia nel 2001. Il manga è disegnato da Yoshiyuki Sadamoto, e all’interno delle vicende raccontate su carta ci sono alcune variazioni a volte sensibilmente sostanziali rispetto all’anime. Attualmente la serie è in programmazione su MTV alle 21 e 30, dopo Gintama e prima di Black Lagoon
Si tratta di una serie assolutamente superlativa, la cui fama è cresciuta lentamente fino ad esplodere. Non è un cartone che parla di robot. si sfiorano temi come il significato dell’esistenza, dandone rocambolesche ma non poi così astruse interpretazioni; si tocca la Bibbia, si toccano le parole del Messia e si citano i Rotoli del Mar Morto; molto più che una serie a cartoni animati, Neon Genesis Evangelion si prefigura come un’occasione per approfondire letteratura di tipo religioso e fare riflessioni sul senso stesso che diamo alle cose, cercando di dare uno sguardo dalla prospettiva di un osservatore esterno a noi stessi.
Non è un cartone per chi vuole percepire una netta distinzione tra Bene e Male. Non è, in generale, un cartone per bambini, credo inoltre che molti adulti facciano fatica ad assimilare la portata, come un fiume in piena, dei contenuti che ti inondano l’anima mentre guardi la serie. Detto quello che non è, dire quello che è risulta ancora più difficile. Neon Genesis Evangelion è un percorso, che inizia con un pretesto narrativo per addentrarsi nei meandri del costrutto della crescita, filtrato e vissuto attraverso l’anima e il corpo del giovane, eroico Shinji; eroico come siamo stati o siamo tutti noi nell’attraversare i complessi anni dell’adolescenza, e nel cercare di dare un nome e un senso ai sentimenti che proviamo, e alle paure che ci sovrastano come abissi sempre pronti ad inghiottirci.
Il combattimento e l’avventura finalmente si appoggiano su una trama articolata, accattivante, in cui ogni personaggio brilla di luce propria, in cui la malinconia e la gioia briosa rompono gli specchi dei falsi limiti che ci auto imponiamo, lasciandoci ansimanti e stremati nell’attesa del mondo meraviglioso che esiste al di fuori delle gabbie che ci costruiamo attorno.
Non l’ho ancora visto ma questa recensione mi ha fatto venire un’incontrollabile bisogno di vederlo. Mi erro allontanato da questo genere di anime dai tempi di Akira (forse l’ho visto all’età sbagliata), vediamo se riesco a riavvicinarmi. Di sicuro stando alla recensione promette bene. Un altro bel centro di “Ennio”! (opps volevo dire Enrico)
😀
Grazie Francesco, per me Evangelion rappresenta molto più di un cartone e non mi sarei mai aspettato niente del genere quando ho cominciato, naive, a vederlo.
Quindi che aspetti?