Non finisce mai di stupire il direttore generale della Rai Mauro Masi il quale nell’intento di plasmare a propria immagine e somiglianza l’Azienda che dirige, si fa portavoce di intenti rinnovatori in un’intervista rilasciata a Il Giornale: “non sta più nè in cielo nè in terra che Raiuno è votata soprattutto all’intrattenimento, Raidue a una programmazione più giovanilista, Raitre detiene il monopolio esclusivo dell’approfondimento dell’informazione e culturale“. C’è bisogno d’aria nuova che soprattutto spiri nella direzione di chi vuole una Rai inquadrata su posizioni che gli facciano più comodo e così:”dobbiamo dare un grande segnale di cambiamento” a partire da “un programma di informazione in prima serata su Raiuno” e da “un grande salto di qualità dell’offerta Rai, anche in termini di pluralismo che in Rai, non in termini di forma ma di sostanza, latita“.
Il tanto criticato Mauro Masi, lo stesso che un referendum Usigrai ha sfiduciato a novembre e che di recente la Corte dei Conti ha accusato di aver procurato un danno erariale alla Rai stessa per delle buonuscite record, accusa di cui dovrà rispondere il 7 aprile, ha puntato il dito su Raitre: “E’ evidente– afferma Masi- che l’approfondimenrto lo fa in prevalenza Raitre e lo fa secondo i propri standard. Non entro nel merito politico, ma penso sia un grave errore gestionale lasciare che l’approfondimento informativo sia detenuto di fatto da una sola rete. Spesso in questa stagione abbiamo assistitoa programmi bilanciati sull’ospite politico ma totalmente sbilanciati su servizi ed esperti. Talk show che si vedono oggi in Rai non esistono in nessun paese del mondo“.
Non è un caso che in queste ore in Rai si vocifera di ritorni in tv in particolare per quanto riguarda Vittorio Sgarbi in partenza con un programma a marzo e Giuliano Ferrara. Masi ne ha anche per la magistratura affermando che “va rispettata e le sue sentenze applicate, semmai impugnandole nelle sedi opportune” aggiungendo “mi limito a dire che la Rai deve fare i conti con sentenze totalmente incredibili di cui è difficile trovare precedenti in Italia o in altri Paesi occidentali che hanno un peso tale nella governance che si trasformano in un vantaggio oggettivo per tutti i nostri concorrenti“. Se non fosse che è indubbiamente un’altra persona sembra di sentir parlare proprio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di cui più volte Masi è stato accusato d’essere l’ombra nell’Azienda del servizio pubblico. Non c’è dubbio che nel 2011 se la situazione politica resterà la stessa la Rai con la scusa del pluralismo cercherà di ridimensionare talk show ritenuti da sempre scomodi.