Da ieri sera (in onda ogni mercoledì alle 21.50) su Rai 5 va in onda Il bello, il brutto e il cattivo, il magazine settimanale ideato e realizzato da Gregorio Paolini, dedicato alla moda e al design, all’architettura e in generale alla creatività italiana e alle realtà più innovative del nostro Paese. Il titolo spiega alla perfezione il programma: il bello si occuperà della creatività italiana a trecentosessanta gradi, il brutto denuncerà le imitazioni, il cheap e il cattivo gusto, il cattivo si occuperà delle nuove e aggressive tendenze creative, innovative e borderline.
Paolini, intervistato da La Stampa, spiega:
Cerchiamo di fotografare una situazione molto mista, dove la moda com’era intesa fino a poco fa non significa più nulla. Dove ci si costruisce uno stile assemblato, personalizzato, mettendo insieme cose comperate al mercatino e pezzi d’autore. Non c’è più la Milano da bere. Noi, un piccolo gruppo di una dozzina di persone, lo raccontiamo registrando in uno studio fotografico della Bovisa a costi bassissimi: per ogni puntata, il trentesimo di un varietà.
L’autore cerca di inquadrare il pubblico di Rai 5:
Quello che in inglese si definisce middlebrow, né troppo sofisticato, né troppo trash. Ci siamo fregati con le nostre stesse mani, ripetendo per anni che la tivù aveva il compito di fare cultura. Così, mentre i programmi diventavano progressivamente inguardabili, si capitava su Arte (il canale franco-tedesco di cultura, ndr) e ci si chiedeva: ma perché in Italia non c’è mai niente del genere?