Consueta rubrica quotidiana sul 58mo Festival della Canzone Italiana, giunto non senza polemiche alla quarta serata, in attesa del grande verdetto finale emesso tra poche ore. Sul quesito riportato nel titolo, anche quest’anno si sono spesi fiumi di inchiostro, l’impressione è che si sia voluto rispondere più ad esigenze di forma, che a un reale interesse dei media circa una manifestazione che nell’edizione 2008 ha mostrato tutti i suoi limiti.
Se una volta l’interesse sul voto finale avrebbe calamitato l’attenzione del pubblico fin dal primo giorno di programmazione, oggi siamo consapevoli che l’eccezionalità dell’evento è svanita nella convenzione, l’elezione di stasera decreterà solo la fine di un’agonia durata cinque giorni.
Occhi puntati sulla coppia Giò di Tonno e Lola Ponce con Colpo di fulmine, scritta da Gianna Nannini, accreditati in queste ultime ore come i probabili vincitori del festival, a seguire Anna Tatangelo, Il mio amico, Sergio Cammariere, L’amore non si spiega e Fabrizio Moro, Eppure mi hai cambiato la vita. Per gli altri non c’è storia.
Ma veniamo alla quarta serata appena trascorsa, vincono il festival nella categoria giovani, i Sonohra con L’amore, al secondo posto La Scelta, il brano s’intitola, Il nostro tempo, terzo il giovane Jacopo Troiani con Ho bisogno di sentirmi dire ti voglio bene. Premio della critica ai Frank Head e la loro Para parà ra rara, premio Sala stampa radio e tv a Ariel e Ribelle. Siamo certi che il verdetto delle vendite sarà diverso.
Fa il suo ingresso sul palco dell’Ariston, il terzetto composto dal febbricitante Pippo Baudo, Andrea Osvart e Bianca Guaccero. Svetta dalla sala stampa, Piero Chiambretti, per poi spostarsi su una delle logge dove si trova la giuria di qualità, ci scappa un ghigno ironico: dei cinque componenti salviamo solo Claudio Cecchetto che tra l’altro la musica la produce pure. Nicolas Vaporidis, Sarah Felberbaum (abbiamo temuto che si addormentasse in diretta), Alessia Filippi, (campionessa di nuoto) e Federico Moccia, che ormai viene proposto in tutte le salse, li rimandiamo a settembre senza specificare di quale anno. Il voto è palese e viene espresso dopo ogni esibizione del giovane di turno.
La serata la fanno i superospiti italiani e stranieri, inizia Giorgia, una voce straordinaria. La cantante romana pur di apparire sul palco dell’Ariston, su espressa richiesta di Baudo, ha posticipato l’inizio del nuovo tour, canta senza orchestra il suo brano d’esordio alla kermesse sanremese, E poi, prosegue con un brano di Gershwin, The man I love e il classico, Se stasera sono qui, segue il suo ultimo successo La la song. Davvero simpatica e spontanea Giorgia, un vero esempio da seguire per chi si monta la testa al primo successo discografico.
Poi arriva Lorenzo assieme a Ben Harper: le atmosfere si fanno molto intense, buona l’idea di far scorrere i sottotitoli con la traduzione in italiano mentre l’artista americano canta. Jovanotti propone il suo hit Fango dall’album Safari e il nuovo singolo, A te. Non può mancare un allegro conciliabolo con il suo ormai ex pigmalione Claudio Cecchetto e una rapida carrellata di video memorabilia che vedono protagonista il nostro a Dee Jay television storica trasmissione dei primi anni ’80, il suo primo incontro con Celentano e un mitico duetto con l’immenso Pavarotti.
Se l’artista non avesse sottoscritto una liberatoria sulla par condicio non avrebbe potuto partecipare, su espresso divieto del direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce. La politica innanzi tutto. Lorenzo esalta Obama, candidato alle presidenziali Usa, poi dice d’aver firmato la liberatoria ma anche d’aver aggiunto alla firma una formula di disapprovazione, come dargli torto?
Ci pensa Chiambretti a rompere la par condicio: “So che sei stato in un bagno dello stadio di San Siro insieme a Berlusconi, Arriva al lavandino?”.“Non lo so– risponde Jovanotti – perchè abbiamo fatto pipì ma lui non si è lavato le mani”.
E’ il momento di Fiorella Mannoia un pò afona, propone nel breve repertorio Quello che le donne non dicono, la voce non la assiste, va meglio con il classico di Sergio Endrigo, Io che amo solo te.
Chiambretti fa il guastatore: è il ruolo che più gli si addice, stasera appare particolarmente in forma: “Sbrighiamoci, i giovani stanno diventando vecchi, uno è partito militare”. Alle 23.38 la Guaccero si mette ad annunciare i Frank Head in dialetto bolognese, non si può sentire, “sembri Berlusconi!” gli ribatte Pierino, il dialetto diventa napoletano. I conduttori sembrano dopati, non si capisce se sia euforia la loro o solo nervosismo dovuto alla stanchezza, Chiambretti è comunque il più tranquillo, da lunedì torna dalla “sua” La7.
Poco prima era passata la popstar Leona Lewis, un po’ incolore come esibizione quella della catante britannica. Arriva anche Gianni Morandi con i brani del suo nuovo disco e i Pooh, rapida carrellata di successi e una bella esibizione per loro con la cover di La casa nel sole.
Dopo il premio Città di Sanremo, al premio Oscar, Nicola Piovani, torna ad esibirsi Loredana Bertè ancora con Ivana Spagna nel brano squalificato per plagio Musica e parole. Ironia della sorte, la cantante esclusa, gode di un passaggiò in più, rispetto ai colleghi ancora in gara. C’è commozione profonda alla fine, con il ritiro da parte della Bertè del premio critica che Mia Martini non ha mai potuto ricevere.
Non rimane che attendere la lunga puntata di stasera, col pensiero già rivolto all’edizione del prossimo anno: sarà ancora Pippo Baudo a condurla? La risposta di Del Noce: “E’ l’ultima delle scelte che si farà sul rinnovo della Convenzione e dei discografici. C’è tempo, è l’ultimo anello di questa catena la scelta del direttore artistico e del conduttore”. Il destino del Pippo nazionale è già segnato.