Qualcuno era a conoscenza che esistesse il Qualitel? Da alcuni mesi infatti un istituto specializzato si è preso la briga per conto della Rai di effettuare un sondaggio tra qualche migliaio di italiani per rilevare i gusti televisivi degli stessi. Il monitoraggio, previsto dal contratto di servizio, rileva la qualità percepita dei principali programmi televisivi e ora come richiesto dall’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni è disponibile sul sito della Tv di Stato. Secondo una recente notizia Ansa, un campione di 7.627 cittadini italiani con più di 13 anni tra cui 3.197 intervistati anche per il prime time, ha sancito un dato per certi versi sorprendente relativo alla primavera 2010.
Se è vero che il pubblico di casa nostra mostra di avere una spiccata predilezione per i programmi d’informazione, telegiornali in primis e quelli di approfondimento giornalistico, Report su tutti, seguiti dagli sceneggiati, è altrettanto assodato il disinnamoramento per l’intrattenimento e udite, udite lo sport.
Incredibile ma vero l’italiano medio da sempre assiduo sostenitore delle prodezze calcistiche, quando si parla di sport in Italia si intende soprattutto il calcio, potrebbe aver orientato i gusti in maniera differente dal solito, ma il dato è ancora tutto da assodare. Di certo, l’accanimento morboso con cui l’informazione italiana si è lanciato nell’ultima settimana sulla tragica vicenda di Sarah Scazzi tra l’altro con riscontri notevoli, conferma l’apprezzamento del pubblico per l’informazione, fortunatamente compresa quella di qualità, oltre che per gli afflati di cinica seduzione mediatica che scaturiscono dai terribili contenitori pomeridiani e alcuni serali dove l’ostentazione del dolore serve solo a generare ascolti.
Il caso Report, la cui puntata di domenica scorsa ha toccato punte di 5 milioni di telespettatori, ha riportato alla ribalta il tema di quale profilo debba tenere l’informazione. Libera o asservita al potere? La conferma arriva dai dati Auditel ribaditi da quelli dello stesso Qualitel: il pubblico mostra di volersi documentare. Quanto è stato trasmesso nel servizio su Antigua non ci è sembrato più scandaloso di quello che viene mostrato in tanti telegiornali. Solo che in questo caso si è toccato un nervo scoperto. L’esagerata reazione che si è avuta prima della messa in onda, ha avuto l’effetto cassa di risonanza come un enorme boomerang che si è abbattuto sui ridicoli censori. Non permettiamo che questo spiraglio di luce venga spento, potrebbe essere l’inizio di una nuova primavera per l’informazione italiana.