Ieri Aldo Grasso, in un articolo pubblicato su Il corriere della sera, si era lamentato della scarsa innovazione nella televisione italiana e della scarsa qualità della programmazione televisiva.
Oggi l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, risponde con una lettera al critico del quotidiano spiegando che il problema del settore televisivo italiano è quello della scarsa concorrenza: i produttori televisivi ripropongono gli stessi programmi, visto che la scelta ricade sull’opzione più semplice.
Mockridge propone quattro semplici idee per promuovere una maggiore concorrenza:
1 Garantire che la maggior parte delle nuove frequenze rese disponibili dal passaggio al digitale vada a nuovi entranti nel mercato (tra cui eventualmente anche aziende straniere) che dispongano delle necessarie risorse economiche e di idee innovative. E’ fondamentale inoltre garantire che le procedure di assegnazione di queste frequenze vengano stabilite con criteri di totale indipendenza, obiettività e trasparenza.
2 Rimuovere in modo più rapido le regole introdotte nel 2003 che impediscono a Sky di essere competitiva nel campo del digitale terrestre, ed evitare di introdurre nuove norme finalizzate a penalizzare Sky (quali, per esempio, le limitazioni previste nel decreto firmato dal Viceministro Paolo Romani nel corso di quest’anno che limitano la nostra possibilità di vendere spazi pubblicitari);
3 Spezzare il controllo duopolistico che Rai e Mediaset hanno su Auditel affinché le aziende che decidono di investire in nuove televisioni possano subito fare affidamento su dati di ascolto accurati, fonte dei propri ricavi;
4 Liberare la Rai dal controllo da parte della politica (di tutti gli schieramenti, di destra come di sinistra e di centro) e permettere di riscoprire la sua autentica missione di servizio pubblico.
Alle soluzioni seguono annotazioni sulla situazione attuale italiana (Mediaset può raccogliere il 65% delle entrate pubblicitarie; Mediaset può operare senza alcun tipo di limitazione, mentre Sky subisce restrizioni normative). La conclusione è ovvia:
se apriamo il sistema cresciamo e un mercato più ampio darà alla Rai, a Mediaset, a Sky e altre nuove aziende spazio per svilupparsi e prosperare.
Perché nesusno vuole provare a sviluppare i quattro punti proposti da Tom Mockridge per migliorare la qualità della televisione offerta e aumentare la scelta e l’innovazione?
UPDATE: non si è fatta attendere la replica di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset:
Finalmente Mockridge ha imparato l’italiano con accento napoletano, “chiagn’e fotte”. Dice che le leggi del nostro paese lo ostacolano, quando invece rispetto alle tv terrestri non ha limiti: né in termini di vincoli di programmazione né di obblighi di pluralismo. Rileva la posizione di Mediaset nella pubblicità tacendo la propria posizione monopolista nel satellite con quasi il 90% dei fatturati della pay tv. Lamenta che a suo carico esistano norme restrittive che, tuttavia, non gli hanno impedito in soli sette anni di superare il fatturato di Mediaset e di sfiorare quello della Rai. In realtà, in nessun paese europeo, Gran Bretagna a parte, Sky ha potuto raggiungere una posizione rilevante come in Italia. Per questo rivendichiamo il diritto di essere liberi di… non prendere lezioni di concorrenza da un esponente del gruppo media più dominante al mondo