Il digitale terrestre rischia di diventare un boccone amaro sulla ricca tavola imbandita di Sky. Dopo aver conquistato a fatica, fra la disapprovazione di Mediaset e quella di alcuni organi di governo, la possibilità di poter partecipare all’assegnazione di multiplex sul dtt, ora il colosso satellitare si accinge ad ingaggiare una nuova battaglia in difesa di Cielo, il canale che appoggiandosi al mux del Gruppo Espresso propone un saggio della programmazione di Sky.
Motivo di tanto livore è la decisione dell’Agcom, per cui sono stati indetti di recente gli appositi bandi, che dispone il posizionamento dei canali sui tasti del telecomando (LCN, Logical Channel Numeration). Tali norme varate dall’Agcom e ratificate dal ministero dello Sviluppo Economico (privo da mesi del suo titolare) prevedono che i canali nazionali vengano programmati su tutti gli apparecchi dal numero uno al nove, i locali dal 10 al 19 e gli altri suddivisi per categorie nelle successive posizioni.
Nel clima di deregulation che fino a poco tempo fa vigeva sul dtt, Cielo si era conquistato un’ottima visibilità sul tasto numero dieci, ora con le nuove norme poiché non è stato classificato come “canale generalista nazionale”, il rischio concreto è che Cielo debba occupare una posizione decisamente “periferica” rispetto all’attuale. Secondo i legali dell’azienda controllata da News Corp si è creata una:”illegittima e arbitraria discriminazione tra i vari fornitori di canali generalisti nazionali, poiché quelli ex-analogici avranno e di gran lunga una maggiore probabilità di essere selezionati dagli utenti”. Per questo motivo è stato presentato un ricorso urgente al Tar del Lazio e ove fosse necessario anche alla Corte Costituzionale.
E’ indubbio che Sky stia mettendo le mani avanti, poiché la discriminazione di cui si sente oggetto oggi, varrà anche un’indomani che nuovi canali dello stesso gruppo dovessero far capolino sul dtt, allo stesso tempo i numerosi editori a cui le regole impartite dall’Agcom non sono andate giù si ritrovano ad avere un alleato di spessore. Gli stessi che di recente attraverso la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali hanno dichiarato che:“escludendo le tv locali dai primi nove canali automatici, si “penalizza” l’ emittenza locale rispetto alle televisioni nazionali” auspicando quindi una “revisione” dell’attuale normativa. Ora non resta che attendere la decisone del Tar che qualunque essa sia rischia di lasciare l’inevitabile scia di polemiche. Nel frattempo il Ministero dello Sviluppo Economico ha concesso il canale 58 a Mediaset per sperimentare le trasmissioni in Hd prima ancora che sia bandita la famosa gara per i 5 multiplex, la decisione è stata definita “transitoria”, lo sarà davvero?