Andrea Vianello torna a parlare di Agorà, la trasmissione mattutina che andrà in onda dal 27 settembre su Raitre, in un’intervista rilasciata a Donatella Aragozzini di Libero. Il conduttore ribadisce l’obiettivo del suo prossimo programma d’approfondimento:
L’idea è ambiziosa e affascinante: provare a raccontare l’Italia e l’attualità attraverso la politica in modo semplice, cercando di colmare un po’ quel varco tra il Palazzo e i cittadini. Provando a capire il cuore pulsante del popolo. Parleremo di tante cose che hanno a che fare con la politica, ad esempio di tasse, pensioni, scuola … ma non usando il politichese e senza essere ansiogeni.
Vianello, che non sarà affiancato da nessuno, sta ancora lavorando alla creazione del programma insieme al suo staff:
Ci stiamo lavorando, comunque ci saranno diversi segmenti. Sicuramente ci sarà una prima parte con ospiti, politici e non solo, per approfondire il tema del giorno. Poi stiamo pensando a un moviolone della politica per rivedere il giorno dopo non chi è andato in fuorigioco, ma i passi salienti del fatto del giorno precedente. Avremo poi un gruppo di inviati sul territorio che ci forniranno fotografie del Paese reale che pongono questioni a carattere nazionale sulle quali apriremo una seconda parte di talk. E infine avremo ogni giorno un’intervista ravvicinata con un personaggio importante della vita pubblica. Questa è l’ambizione: essendo un programma nuovo, molte cose probabilmente le scopriremo in corsa.
Parlando del passato Vianello non nega un pizzico di nostalgia per Mi manda Raitre:
E’ un pezzo della mia vita, sono stati sei anni molto intensi. Mi sento come quando lasci una casa che hai amato per un’altra più grande e ugualmente bella: c’è sempre un po’ di nostalgia nel chiudere la porta, nel vedere per l’ultima volta quello scorcio dalla finestra. Ma ho voglia di cimentarmi in una nuova avventura e di rimettermi in discussione: spero di mantenere anche nel nuovo progetto quel pizzico di fiducia da parte dell’agente che mi sono guadagnato con Mi Manda Raitre.
Vorrei correggere un’ inesattezza detta nella vostra trasmissione dell’ 8/4/2011; non è vero che per fare l’insegnante di sostegno basta riempire un modulo ,essere insegnanti ed avere una particolare sensibilità: Bisogna riempire un modulo per accedere ad un esame che ti permetterà l’iscrizione al corso. L’ho fatto due volte l’esame e mi è bastato per capire che è, diciamo così , “pilotato” e che più che al bene del disabile si pensa alla sistemazione di chi andrà a coprire quel posto… Se non mi credete perchè non fate una bella inchiesta per vedere quali “caste” (parenti di medici, magistrati, presidi etc.) vadano poi a coprire quei posti?! Non voglio poi neanche parlare della qualita della didattica offerta: invito voi giornalisti, paladini dei disabili, a verificare nei vari Istituti!