La criminalità organizzata comunicava con i boss in carcere attraverso sms in codice inviati a programmi tv, come ad esempio Quelli che il calcio, che li pubblicavano automaticamente nel rullo in sovrimpressione: a svelare il piano è stato l’ex procuratore nazionale antimafia aggiunto Enzo Macrì durante un’audizione alla Commissione parlamentare antimafia (fonte Repubblica.it):
Certo quello degli sms alle trasmissioni televisive, e nel caso specifico a Quelli che il calcio…, è solo uno degli strumenti utilizzati per inviare messaggi ai detenuti al 41 bis. Messaggi che i boss recepiscono ed interpretano attraverso il loro contenuto e il mittente. Si tratta di messaggi dal contenuto spesso banale che, in realtà, nascondono importanti “comunicazioni di servizio” ai capi mafia.
Il procuratore nazionale Pietro Grasso ha aggiunto:
Utilizzare una trasmissione televisiva come Quelli che il calcio… per mandare messaggi criptati ai boss mafiosi in carcere può essere un modo per cercare di aggirare le restrizioni del 41 bis, il cosiddetto carcere duro, ma è solo un’ipotesi. In realtà abbiamo già fatto delle ricerche approfondite dopo l’allarme lanciato, ma fino ad oggi non sono stati individuati messaggi che possano fare pensare a indicazioni ai boss.
La RAI ha già commentato la notizia:
In relazione alla notizia sul possibile utilizzo degli sms mandati in onda nel corso della trasmissione “Quelli che il calcio” dalle organizzazioni criminali per scambiarsi messaggi, la Rai precisa che Raitrade ha affidato alla società NeoNetwork la gestione del controllo degli sms.
Tale società opera il controllo attraverso un software che elimina tutte le espressioni volgari e attraverso un operatore che sceglie, o in base al contesto del programma oppure su indicazione degli autori, gli sms da mandare in onda.
Si precisa inoltre che nell’arco della stagione arrivano oltre 200 mila messaggi di cui solo lo 0,0010 per cento viene utilizzato. Questi ultimi, poi, vengono storicizzati e conservati per un periodo di sei mesi.