Continuano le grandi manovre attorno a Rai5 il nuovo nascituro di mamma Rai, la cui gestazione terminerà ufficialmente a fine anno, intanto affiorano le prime anticipazioni su quello che originariamente secondo il volere del “guru” Carlo Freccero avrebbe dovuto essere un canale dedicato alla memoria e che ora pare sia diventato un presidio tutto concentrato sull’aspetto culturale, il cui principale obiettivo è promuovere l’immagine dell’Italia.
Sembra assodato che Rai5 prenderà vita dalle ceneri di RaiExtra e che il fiore all’occhiello della programmazione sarà dare ulteriore lustro all’Expo del 2015 con sede il capoluogo lombardo. Proprio Milano sarà tra le città che almeno una volta a settimana animeranno il palinsesto del nuovo canale Rai. Secondo Marta Bravi de Il Giornale, da una riunione tra il sindaco Letizia Moratti e il vicedirettore generale Rai Gianfranco Comanducci, è scaturita la convinzione che si debba risaltare le attrattive e le manifestazioni che da sempre animano l’area milanese.
Non a caso nell’intenzione di alcuni politici Rai5 avrebbe dovuto essere un canale tipicamente nordico, sebbene dopo un primo momento si sia deciso diversamente non c’è alcun dubbio che con la scusa dell’Expo saranno soprattutto le aree del nord Italia a beneficiare dei riflettori sempre accessi del nuovo prodotto in casa Rai. Nel frattempo si lavora perché la sede storica di corso Sempione venga trasferita in prossimità dell’Expo a Rho-Pero, affinché il pubblico possa seguire le fasi di realizzazione di uno dei più importanti eventi mondiali dei prossimi anni. Cosa avverrà dopo è tutto da definire, ma non è da escludere che Rai5 assuma le sembianze di un canale già esistente, quel Yes Italia (Sky, 818) progetto di Rai International che già da qualche tempo diffonde il verbo dell’italianità in ogni dove.
Di certo non si può dire che le persone preposte alla denominazione dei canali siano dotate di gran fantasia. Dopo che Mediaset ha varato il progetto La5, presto arriverà anche Rai5 a confondere le idee di un pubblico già stordito da questo bailamme di cifre, sempre le stesse. Forse non sarebbe stato male chiamarlo Rai Cultura, ma la nuova politica dell’emittente di Stato è quella dei numeri ed è risaputo che di questi tempi darli è di moda.