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Troppo caldo, troppo freddo: i tg esagerano?


Ora che l’ondata di caldo africano che ha colpito la nostra penisola sembra definitivamente svanita, viene da sorridere su come anche quest’anno i telegiornali siano stati infarciti di notizie riguardanti gli stravolgimenti climatici. Memori della terribile estate 2003, quando il caldo si protrasse per mesi e alle 8 del mattino la colonnina di mercurio segnava già 30 gradi, i presidi dell’informazione non mancano, come in una sorta di liturgia mediatica, di propinarci servizi con le immancabili interviste a cittadini boccheggianti a cui chiedere:“Lei sente caldo?”, forse sperando di ricevere un sia pur stentato diniego, oltre agli inevitabili consigli dei nutrizionisti su come alimentarsi per far fronte alla cappa di calore.

Qualche giorno fa a Paolo Chiariello di Sky Tg24 una cittadina napoletana suggerì un rimedio contro la calura scontato quanto originale: non pensare al caldo per non soffrirlo, cosicché l’inviato a fine servizio con l’ironia tipica dei partenopei fece presente che c’era poco da fare: pur non pensandoci il caldo si sentiva eccome!! Viene da pensare che questa litania, ripetuta a ritmi regolari ogni periodo estivo, sia un modo per deviare l’opinione pubblica dai problemi reali che attanagliano il nostro Paese.

Il quesito se l’è posto qualche giorno fa anche L’Osservatore Romano. L’autorevole periodico ufficiale della Santa Sede non ha potuto fare a meno di far notare come “Il clima, nonostante i tentativi di sviluppare modelli sempre più complicati per spiegarne le tendenze, continua a seguire regole piuttosto semplici. L’Europa boccheggia per l’ondata di calore, giunta peraltro dopo una primavera e un inizio d’estate particolarmente piovosi e rigidi, e le temperature sono alte, come è normale che avvenga in estate, in altre zone della Terra la stagione invernale porta con se, scrive l’Osservatore, i suoi inevitabili rigori”.

Niente di strano quindi se le temperature sono più alte o più rigide come riportano i tg esteri:“Non sorprende, aggiunge l’Osservatore, che nell’altro emisfero i mezzi di comunicazione informino come l’inverno australe stia raggiungendo livelli di freddo ritenuti eccezionali. Nella stazione di ricerca antartica tedesca Neumayer sarebbero state registrate temperature senza precedenti, inferiori ai 50 gradi sotto zero. Poi, si legge che “29 anni fa, quando di mutamenti climatici nemmeno si parlava, era andata peggio“. “A ben poco“, riporta il corsivo, “serve il fatto che gli stessi scienziati tedeschi facciano presente che il fenomeno non possa essere ritenuto straordinario, ma vada inserito in un normale quadro di alternanza climatica regionale”. Ormai le notizie climatiche sono talmente connaturate nei tg da divenire un’abitudine, al punto che ci si chiede cosa accadrebbe nelle redazioni se d’estate il caldo fosse meno incisivo, le notizie si focalizzerebbero su argomenti più pregnanti?

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