Eccoci arrivati alla seconda puntata della fiction che vede protagonista la coraggiosa Coco Chanel (Shirley MacLaine, Barbora Bobulova), ormai giunta a Parigi. Le cose sono cambiate, ma non vanno ancora bene.
Economicamente non riesce a decollare, ma almeno può contare sul sostegno dell’amica Dora, e dell’attrice Gabrielle Dorziat. Giunge a Parigi Boy (Malcom McDowell), che subito va alla ricerca di Coco, e, non trovandola, le recapita un bigliettino, che la portinaia subito cestina.
Ci sono tuttavia ben altre altre nuvole grigie all’orizzonte: la sua prima partita di materiale venduto si rivela fallimentare, nonchè dannosa, dato che il materiale viene acquistato da una donna che in realtà è una modista e la vuole controllare. Questa scopre che Coco è senza licenza, la denuncia, e la nostra protagonista si vede arrivare un’enorme multa da pagare.
Boy, deus ex machina, intercetta gli ufficiali, salda il debito, e si propone di finanziare il lavoro della donna di cui è molto innamorato. Capel è molto diverso da Etienne (Sagamore Stévenin), e si schiera palesemente dalla sua parte di fronte alle sciocche convenzioni dell’alta società.
Coco ancora non è convinta, e desidera per prima cosa rendersi indipendente, nel timore, motivato dalla precedente esperienza, di svolgere unicamente il ruolo di “oggetto di lusso”, fatto per lei assolutamente insostenibile. Capel non prende nel verso giusto la posizione di Coco e, nell’impeto della discussione, sparisce per qualche tempo.
La prima idea geniale di Coco arriva durante la vacanza con Adrienne (Valentina Lodovini), e consiste nell’adattare abiti maschili alle donne, che si sentono oppresse dai loro vestiti ingombranti. Fortunatamente, poco dopo Boy la raggiunge e possono finalmente vivere il loro momento di felicità, che purtroppo non è destinato a a durare a lungo.
Incombe il fantasma della guerra, e Boy si arruola. Coco apre un negozio di abiti sportivi, che inizialmente stenta ad affermarsi, dato il suo carattere intrinseco di estrema innovazione.
Come se non bastasse, poi, è lo stilista Poiret a farla da padrone nella moda parigina, anche se Poiret stesso ricoprirà un ruolo fondamentale nell’ascesa al successo di Coco: la donna incontra infatti la splendida principessa russa Alessandra, una modella dello stilista, che poserà per lei.
Le foto vengono pubblicate, e in breve Coco raggiunge il tanto agognato successo; un altro colpo però la attende: Boy, ormai finita la guerra, è lanciato verso una carriera internazionale, e viene spinto dal padre a sposare la nobile Lady Pamela Wyndham.
A Coco non rimane altro che il suo lavoro. Col cuore spezzato apre il suo nuovo atelier in Rue Cambon, collaborando con la principessa Alessandra. La vigilia di Natale Boy chiama Coco dicendole che ha commesso un errore, e che vuole raggiungerla a Parigi.
La narrazione ci riporta a Parigi nel 1954, durante la sfilata, dove la fiction era iniziata: lo spettacolo si rivela un super successo, a dimostrazione che il coraggio e la voglia di lottare vengono sempre ripagate. Ma a che prezzo.
Niente infatti riuscirà tuttavia a colmare il vuoro lasciato da Boy Capel nel cuore di Coco. La fiction si conclude con una storia d’amore veramente struggente. Il coraggio di Coco viene ben reso, anche se, nonostante il suo carattere internazionale, questa fiction in due puntate rimane sempre una fiction in due puntate.
Sicuramente una biografia interessante, con tanti nomi importanti legati al progetto, e con una storia di vita da raccontare e persino da cui trarre qualche spunto di riflessione, per ua sceneggiatura frimata da Enrico Medioli , Lea Tafuri, Carla Casalini e James Carrington.