Alla soglia del nuovo millennio le esigenze della gente cambiano, tutto è sempre più veloce, frenetico e di conseguenza, la televisione si adegua, proponendo ricette semplici e veloci da cucinare, per spettatori troppo impegnati in altra attività per dedicare tanto tempo alla preparazione dei cibi.
Sono questi gli anni della svolta, gli anni in cui per essere al passo con i tempi, i programmi di cucina diventano brevi e concisi, con un obiettivo in comune: essere utili agli spettatori e non fornire puro e semplice intrattenimento.
Emeril Lagasse, famoso chef televisivo, propone nel 2008 un nuovo programma dal titolo: Emeril Green. Il suo scopo è aiutare persone comuni a risolvere piccoli e grandi dilemmi legati alla cucina, sostenendo la filosofia dei cibi freschi, di produzione locale e di qualità. Offre ai suoi “ospiti” una svariata quantit di consigli e informazioni su ciò che è salutare, organico ed ecocompatibile.
Le puntate si articolano in tre fasi: nel corso della prima parte Lagasse si trova all’interno del Whole Food Market – catena di supermercati americani all’interno dei quali è possibile mangiare cibi sani e biologici in vaschette di cartone riciclato e acquistare prodotti di altissima qualità – alla ricerca di qualcuno da aiutare; nella seconda fase intervista il suo “ospite” cercando di capire il problema; nella terza fase dimostra come è facile preparare un piatto gustoso pensando alla salute e al portafoglio.
Emeril Green nasce dall’esigenza di fare un programma al passo con i tempi, che sia allo stesso tempo slow, eco e cheap. Obiettivo raggiunto, considerando che il programma ha riscosso un ottimo successo di pubblico e che i supermercati della catena Whole Foods Market sono sparsi su tutto il territorio americano e sono sempre molto affolati. Senza dubbio la presenza di un esperto rende il programma più credibile agli occhi dello spettatore che ripone la sua fiducia in una figura decisamente a 360 gradi.