Diciottesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo parla del Primo Maggio.
Puntuale più dell’allergia stagionale arriva il mese di maggio e con sé anche il grande concertone che ogni anno accompagna il primo giorno nel quinto mese dell’anno. Appuntamento irrinunciabile per molti, eludibile per altri, ricco di significato, eppure sembra ormai quasi un dovere festeggiare un simbolo così ingombrante in una giornata altrettanto importante per gli Italiani.
La festa del lavoro mi ricorda da sempre l’inizio delle belle giornate, il grande caos in Piazza San Giovanni a Roma, migliaia di voci urlanti, magari sotto un sole cocente, sì per divertirsi, ma soprattutto per chiedere ed urlare aiuto.
Tante regioni d’Italia festeggeranno questo evento con l’aiuto dei sindacati che promuovono da anni questa battaglia per i diritti di tutti. Sono passati anni ormai e i concerti si sono susseguiti, ma le richieste sono sempre le stesse, uno sventolio di bandiere, canti o rivolte per un Italia più giusta, ma alla fine sembra sempre di essere ai nastri di partenza. Quasi impotenti in un nazione che vede i giovani cullarsi sugli anni, i mesi, i giorni. Ormai è quasi abitudine e rischiamo di coinvolgere nel turbinio di una routine poco varia e brillante, una manifestazione che dovrebbe prendersi carico di milioni di ragazzi ma non solo, in vera difficoltà, magari perché non soddisfatti dalla loro dimensione di vita e lavoro.
Tuttavia però il concerto annuale, come spazio musicale e raggio di luce in un panorama sempre più turbolento e poco limpido, deve continuare ad esistere. Organizzazione divertente quest’anno, grazie alla partecipazione di una donna sul palco, Sabrina Impacciatore condurrà l’evento contornata dai suoi colleghi attori e coadiuvata da cantanti nazionali e internazionali.
Insomma il carrozzone riprende vita e il “Primo maggio tutto l’anno” cerca di farsi sentire ancora di più nel mese a lui dedicato. Il colore delle parole sarà il tema artistico di questo maggio 2010, in onore esclusivo al Maestro Eduardo De Filippo.
Difficile se non impensabile, poter parlare in un Blog Tv, di una battaglia tanto ardua come quella dei diritti sul lavoro, non siamo noi chiamati nel proporre vie d’uscita o ventilare soluzioni possibili. L’Evento musicale televisivo però esiste e aldilà del significato intrinseco, non deve diventare retorica, non deve perdere la sua entità, la sua essenza.
Una vociona però rintona a tutto volume nella mia già confusa testa: “Ogni anno vale davvero la pena esibirsi?” Mah. Penso al pubblico più giovane, quello dell’anello debole e anche se questo non conterà poi tanto, può essere vissuto come una boa lampeggiante in mezzo all’oceano. Penso però anche ad una Piazza San Giovanni invasa e calpestata in ogni dove.
Dal punto di vista televisivo potranno affacciarsi dallo schermo molti gruppi emergenti, talentuose proposte, volti meno conosciuti, pronti a respirare a pieni polmoni aria Romana spalle Basilica. Dignità quindi e speranza per il futuro. Le parole che vengono urlate sono soprattutto queste.
Le mie parole però, questa settimana preferirei farle terminare qui. Non si può banalizzare un concetto troppo ampio, così facilmente opinabile e proprio come insegnava Eduardo De Filippo: “E questo è il problema: nemmeno un pittore può scegliere il colore delle parole”.
Buon primo maggio a tutti con o senza mega concerto.
Cresci con Riccardo continua…