Quindicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo confronta la televisione italiana con quella spagnola.
Avete seguito i miei consigli o vi siete arenati su qualche tavolata a pancia piena? La Pasqua è finita e ora è tutta una volata verso el Verano, non il Cimitero Comunale Monumentale di Roma intendiamoci, ma proprio il periodo estivo in lingua spagnola, c’è già grande fermento per l’attesissima prova costume. Si freme per arrivare in spiaggia con un fisico invidiabile, si corre in palestra, ci si scolpisce tra diete, tapis roulant e bombe energizzanti. Insomma si fa quel che si può, perché l’Estate non guarda proprio in faccia nessuno. Ci si denuda tutti e l’occhio vuole la sua parte. In spiaggia siamo ancora più criticoni e le donne soprattutto, impazziscono di gioia nel sotterrare atterrendola vicina di ombrellone o di lettino. Ci sarebbe tanto da dire, ma poi esco fuori tema e qui bisogna parlare di tivù. Prometto però che tornerò sull’argomento, anzi devo risegnarmi subito in palestra, ecco me lo appunto subito, fioretto post Pasqua. Ho già assaggiato l’Estate, facendo un giro tra Spagna e Canarie ho visitato il caldo e il sole, durante questi momenti di relax c’è stato anche il momento televisivo spagnolo, la curiosità c’era e così sono rimasto piacevolmente sorpreso e a tratti avvilito. E’ noto ormai il paragone tra Spagna e Italia, siamo cuginetti, ci vogliamo bene, siamo coesi, non proprio calcisticamente, ma quasi in tutto, ci stiamo simpatici in fondo e molto di più rispetto ad altre nazioni Europee più ostiche e meno aperte alla solarità.
Tante similitudini parentali, ma poche televisivamente parlando, facendo zapping, nel doccia time, dopo la classica giornata turistica di mare, ecco che ho potuto conoscere una tv molto diversa da quella italiana, ma non tanto nei programmi che gira e rigira son sempre quelli, sto parlando dei giovani conduttori spagnoli, esistono, i conduttori televisivi under 30 sono vivi, si muovono, sanno parlare e sono anche molto bravi.
Si è schiuso un mondo che avevo conosciuto solo tramite alcuni articoli letti qui e là, tra blog e siti internet. La trasmissione Passaparola in Spagna c’è ed è un gioco frizzante, dinamico e molto meno tradizional popolare rispetto al nostro italiano, per ora archiviato da Mediaset. Alla guida di Pasapalabra mai avrei potuto immaginare di trovare un ragazzo come tanti, un conduttore, attore, modello, ma acqua e sapone, in felpa e maglietta, semplice e completamente ben amalgamato allo stile dell’edizione spagnola di Passaparola. Lui è Christian Gálvez. Niente letterine, nessun pupazzo, solo un gioco veloce a squadre Vip e la super confermatissima ruota finale. Soprendente è stato scoprire come un ragazzo di quasi trentanni possa essere stato chiamato alla guida di un preserale! Sto parlando della palla infuocata della televisione, quella che precede il telegiornale nazionale delle venti. In Italia sarebbe impensabile, una vera follia. Se minimo non hai tra i quaranta e i sessanta non sei neanche in grado di fare la pipì dentro al vasetto. I giovani conduttori Italiani sono nati per soffrire e sgobbare di gavetta, fino a quando una manna dal cielo possa indicare la strada giusta nel mezzo del cammin della loro vita.
Viva la Spagna a questo punto e complimenti a Telecinco che seppur strafarcita di pubblicità in ogni momento riesce a spingere e credere nelle nuove leve. Ragazzi capaci, puliti e gradevoli nel loro contesto. Non solo un programma come Pasapalabra riesce ad avere al timone giovani presentatori, La ruleta de la suerte, La Guilottina, Supervivientes, Operación Triunfo e così tanti altri canali come Antena 3.Chissà perché la Spagna riesce ad arruolare soprattutto volti nuovi per le proprie trasmissioni televisive e l’Italia no. L’Italia non crede in noi giovani? Siamo un popolo di tradizionalisti convinti che non ama i cambiamenti? Gli anziani conduttori non mollerebbero la propria poltrona neanche se esplodesse la Terra? Datemi una risposta, continuo a non trovarla. Sarebbe tutto più facile, divertente e immediato, poter assistere ad un rimescolamento di volti in tante trasmissioni televisive del nostro Paese, senza dover necessariamente parcheggiare da qualche parte i detentori del titolo ufficiale da buon e storico presentatore, si tratterebbe solo di far provare anche gli altri, tentare di cambiare le regole.
Inventare nuovi format o importarne altri, ma correndo in una staffetta con maratoneti sempre diversi e non in un giro su sé stessi. Ci sarebbe più lavoro per tutti e una scelta varia e meno statica, ma questo non vale solo per la televisione, si dovrebbe semplicemente credere di più in coloro che saranno il centro motore del domani. In tutto questo vi consiglio già di passare parola. Anzi, Pasapalabra!
Cresci con Riccardo continua…
L’Italia sta quasi sempre indietro…. La Spagna è sicuramente piena di vita e più stimolante non solo per la televisione. Osano di più. Ho vissuto due anni a Madrid e c’è più considerazione per i giovani. In Italia il vecchiume è una vera realtà.
Ciao